I rapidi progressi nel campo della patogenesi dell'infezione da HIV e la disponibilità di combinazioni antiretrovirali altamente attive, in grado di indurre una soppressione virale sostenuta, hanno modificato radicalmente l'approccio terapeutico e la storia naturale dell'infezione da HIV. I nuovi regimi antiretrovirali hanno determinato per la prima volta dall'inizio della epidemia una riduzione significativa della morbilità e mortalità per infezioni opportunistiche. Tuttavia, l'impatto di tali regimi antiretrovirali sull'incidenza delle patologie oncoematologiche, il suo possibile ruolo nel condizionare le risposte al trattamento antineoplastico e i meccanismi mediante i quali possono condizionare la sopravvivenza stessa dei pazienti oncologici sono ancora da definire. Il paziente neoplastico "dell' AIDS 20 anni dopo" è un paziente particolarmente complesso, con molte possibilità di cura in cui la sopravvivenza è legata soprattutto all'atteggiamento positivo/ competenza dei clinici, alla possibilità del paziente stesso di usufruire delle medesime opportunità disponibili per quelli della popolazione generale e alla possibilità del clinico di applicare le conoscenze derivate dai recenti progressi in merito. Ogni protocollo terapeutico di combinazione, preferibilmente nell'ambito di Studi Cooperativi prospettici, deve sempre tenere conto dell'attuabilità della strategia terapeutica proposta anche per l'impegno richiesto al paziente, di una valutazione di base e di "follow-up" multidisciplinare per un attento monitoraggio del malato e della possibilità di attivare le risorse del territorio in termini di assistenza sociale e sanitaria. Molto spesso l'ottimizzazione dei protocolli convenzionali, una adeguata assistenza socio/sanitaria al paziente riducono i rischi di comorbilità, migliorano la compliance riducendo i rischi di potenziali fallimenti dovuti alla non ottimale gestione del paziente. Nel presente capitolo sono stati presentati i maggiori progressi ottenuti in campo epidemiologico, biologico, clinico e terapeutico delle emolinfopatie maligne in HIV il cui contributo italiano è stato di fondamentale importanza
Emolinfopatie Maligne / Gastaldi, Roberta; Mandelli, Franco. - (2004), pp. 319-327.
Emolinfopatie Maligne
GASTALDI, Roberta;MANDELLI, Franco
2004
Abstract
I rapidi progressi nel campo della patogenesi dell'infezione da HIV e la disponibilità di combinazioni antiretrovirali altamente attive, in grado di indurre una soppressione virale sostenuta, hanno modificato radicalmente l'approccio terapeutico e la storia naturale dell'infezione da HIV. I nuovi regimi antiretrovirali hanno determinato per la prima volta dall'inizio della epidemia una riduzione significativa della morbilità e mortalità per infezioni opportunistiche. Tuttavia, l'impatto di tali regimi antiretrovirali sull'incidenza delle patologie oncoematologiche, il suo possibile ruolo nel condizionare le risposte al trattamento antineoplastico e i meccanismi mediante i quali possono condizionare la sopravvivenza stessa dei pazienti oncologici sono ancora da definire. Il paziente neoplastico "dell' AIDS 20 anni dopo" è un paziente particolarmente complesso, con molte possibilità di cura in cui la sopravvivenza è legata soprattutto all'atteggiamento positivo/ competenza dei clinici, alla possibilità del paziente stesso di usufruire delle medesime opportunità disponibili per quelli della popolazione generale e alla possibilità del clinico di applicare le conoscenze derivate dai recenti progressi in merito. Ogni protocollo terapeutico di combinazione, preferibilmente nell'ambito di Studi Cooperativi prospettici, deve sempre tenere conto dell'attuabilità della strategia terapeutica proposta anche per l'impegno richiesto al paziente, di una valutazione di base e di "follow-up" multidisciplinare per un attento monitoraggio del malato e della possibilità di attivare le risorse del territorio in termini di assistenza sociale e sanitaria. Molto spesso l'ottimizzazione dei protocolli convenzionali, una adeguata assistenza socio/sanitaria al paziente riducono i rischi di comorbilità, migliorano la compliance riducendo i rischi di potenziali fallimenti dovuti alla non ottimale gestione del paziente. Nel presente capitolo sono stati presentati i maggiori progressi ottenuti in campo epidemiologico, biologico, clinico e terapeutico delle emolinfopatie maligne in HIV il cui contributo italiano è stato di fondamentale importanzaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.