La conoscenza dei paesaggi da tutelare attraverso la costruzione di nuovi valori ecologico-ambientali può aiutare a contrastare gli impatti negativi dei rischi naturali e della pressione antropica. Coerentemente con la visione patrimoniale promossa dalla Convenzione Europea del Paesaggio, che allarga i confini dell’intervento di salvaguardia e che, soprattutto, integra le azioni di tutela con quelle di gestione sostenibile e rigenerazione ambientale, la possibilità di prevenire i danni e ridurre i fattori di degrado trova una possibile risposta nel progetto di paesaggio come dispositivo interpretativo dell’identità dei luoghi e delle comunità locali. Riconoscere e narrare le relazioni fisiche e percettive che legano le comunità ai loro paesaggi, attraverso una lettura integrata e interscalare, risponde alla necessità di restituire senso all’esistente in un’ottica rigenerativa e non più degenerativa. In questo quadro di riferimento, l’arcipelago pontino rappresenta un sistema insulare di grande bellezza ma particolarmente vulnerabile. Lo sfruttamento minerario di bentonite e caolino a Cala dell’Acqua, nell’isola di Ponza ha distrutto, dal 1935 al 1976 un delicato equilibrio territoriale costituito da abitazioni, terre coltivate e risorse naturali. Dopo quasi cinquant’anni di inattività la Miniera costituisce l’esempio di un paesaggio fragile da ripensare in termini di sostenibilità ecologica ma anche sostenibilità sociale e culturale.
Ripensare un paesaggio fragile. La Miniera di Cala dell'Acqua a Ponza (Latina) / Rossi, Francesca. - (2022), pp. 129-139.
Ripensare un paesaggio fragile. La Miniera di Cala dell'Acqua a Ponza (Latina)
Francesca Rossi
2022
Abstract
La conoscenza dei paesaggi da tutelare attraverso la costruzione di nuovi valori ecologico-ambientali può aiutare a contrastare gli impatti negativi dei rischi naturali e della pressione antropica. Coerentemente con la visione patrimoniale promossa dalla Convenzione Europea del Paesaggio, che allarga i confini dell’intervento di salvaguardia e che, soprattutto, integra le azioni di tutela con quelle di gestione sostenibile e rigenerazione ambientale, la possibilità di prevenire i danni e ridurre i fattori di degrado trova una possibile risposta nel progetto di paesaggio come dispositivo interpretativo dell’identità dei luoghi e delle comunità locali. Riconoscere e narrare le relazioni fisiche e percettive che legano le comunità ai loro paesaggi, attraverso una lettura integrata e interscalare, risponde alla necessità di restituire senso all’esistente in un’ottica rigenerativa e non più degenerativa. In questo quadro di riferimento, l’arcipelago pontino rappresenta un sistema insulare di grande bellezza ma particolarmente vulnerabile. Lo sfruttamento minerario di bentonite e caolino a Cala dell’Acqua, nell’isola di Ponza ha distrutto, dal 1935 al 1976 un delicato equilibrio territoriale costituito da abitazioni, terre coltivate e risorse naturali. Dopo quasi cinquant’anni di inattività la Miniera costituisce l’esempio di un paesaggio fragile da ripensare in termini di sostenibilità ecologica ma anche sostenibilità sociale e culturale.File | Dimensione | Formato | |
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