Fait et fiction di Lavocat ha dimostrato come la frontiera tra la dimensione fattuale e quella finzionale sia anche di natura discorsiva. Al contrario di come sostiene Searle (1975), esistono dei markers ora di fattualità ora di finzionalità che configurano il testo secondo una specifica modalità retorica. Queste spie possono emergere con maggiore lucidità nel caso di situazioni narrative ibride, come ad esempio in un evento fattuale raccontato in maniera finzionale – e viceversa. Lo scopo di quest’intervento è di evidenziare il confine tra racconto fattuale e racconto finzionale utilizzando come campione testuale la tragedia di Vermicino. La storia del bambino caduto nel pozzo è stata sia un fatto convertito in finzione attraverso una precisa retorica dello spettacolo televisivo, sia il primo tassello di un’intricata finzione collettiva percepita come fattuale dalla logica del complotto; Alfredino è stato raccontato sia come simulacro che come parte integrante di una cospirazione decennale. Verranno presi in esame da una parte Dies Irae di Giuseppe Genna e dall’altra Vermicino di Aldo Nove, in una lettura comparata atta a rilevare le differenze retoriche.
Retorica finzionale e retorica fattuale. La tragedia di Vermicino tra simulacro e complotto / Baratta, Aldo. - (2022). (Intervento presentato al convegno Convegno annuale Mod "Fatti e finzioni" tenutosi a Napoli, Italia).
Retorica finzionale e retorica fattuale. La tragedia di Vermicino tra simulacro e complotto
Aldo Baratta
2022
Abstract
Fait et fiction di Lavocat ha dimostrato come la frontiera tra la dimensione fattuale e quella finzionale sia anche di natura discorsiva. Al contrario di come sostiene Searle (1975), esistono dei markers ora di fattualità ora di finzionalità che configurano il testo secondo una specifica modalità retorica. Queste spie possono emergere con maggiore lucidità nel caso di situazioni narrative ibride, come ad esempio in un evento fattuale raccontato in maniera finzionale – e viceversa. Lo scopo di quest’intervento è di evidenziare il confine tra racconto fattuale e racconto finzionale utilizzando come campione testuale la tragedia di Vermicino. La storia del bambino caduto nel pozzo è stata sia un fatto convertito in finzione attraverso una precisa retorica dello spettacolo televisivo, sia il primo tassello di un’intricata finzione collettiva percepita come fattuale dalla logica del complotto; Alfredino è stato raccontato sia come simulacro che come parte integrante di una cospirazione decennale. Verranno presi in esame da una parte Dies Irae di Giuseppe Genna e dall’altra Vermicino di Aldo Nove, in una lettura comparata atta a rilevare le differenze retoriche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.