In Illuminismo, barocco e retorica freudiana (1997), Francesco Orlando rilegge il meccanismo ironico alla luce della psicoanalisi documentando il tentativo della letteratura illuministica di aggirare la censura dell’ideologia dominante. Durante gli anni del maccartismo, John Fante procede secondo una dinamica narrativa similare. Al fine di confutare eventuali e pericolose accuse di vicinanza alle posizioni filocomuniste, Fante decide di confezionare un romanzo perfettamente incline ai valori dell’American way of life, della destra reazionaria e borghese. Full of life (1952) assurge così a esemplare «marketing gimmick» (Kordich 2000), manifesto narrativo di quella classe media degli anni Cinquanta caratterizzata da patriottismo, buoni sentimenti, vocazioni consumistiche, adesione religiosa, etc. Ciononostante, il testo nasconde una filigrana di graffiante denuncia ideologica: dietro il ritratto fastidiosamente luminoso di una coppia in attesa del primo figlio strisciano sotterranei falsità, ipocrisie, conflitti irrisolti e odio interclassista ed etnico. Full of Life si posiziona allora in modo estremamente anomalo rispetto al resto della produzione fantiana: adoperando le terminologie concettuali coniate da Pirandello, è possibile definirlo un romanzo ironico e non umorista sulla base di una – inusuale nella poetica di Fante – distanza nei confronti della materia narrata. Quest’intervento si pone come obiettivo quello di rileggere e sottolineare i procedimenti narrativi di stampo ironico presenti in Full of Life, attraverso i quali Fante critica la mentalità borghese senza esporsi e senza mai dichiarare una divergenza evidente.
L'ironia di Full of Life. Un romanzo venduto al maccartismo / Baratta, Aldo. - (2022). (Intervento presentato al convegno Forme e conseguenze della censura nel testo letterario tenutosi a Pavia, Italia).
L'ironia di Full of Life. Un romanzo venduto al maccartismo
Aldo Baratta
2022
Abstract
In Illuminismo, barocco e retorica freudiana (1997), Francesco Orlando rilegge il meccanismo ironico alla luce della psicoanalisi documentando il tentativo della letteratura illuministica di aggirare la censura dell’ideologia dominante. Durante gli anni del maccartismo, John Fante procede secondo una dinamica narrativa similare. Al fine di confutare eventuali e pericolose accuse di vicinanza alle posizioni filocomuniste, Fante decide di confezionare un romanzo perfettamente incline ai valori dell’American way of life, della destra reazionaria e borghese. Full of life (1952) assurge così a esemplare «marketing gimmick» (Kordich 2000), manifesto narrativo di quella classe media degli anni Cinquanta caratterizzata da patriottismo, buoni sentimenti, vocazioni consumistiche, adesione religiosa, etc. Ciononostante, il testo nasconde una filigrana di graffiante denuncia ideologica: dietro il ritratto fastidiosamente luminoso di una coppia in attesa del primo figlio strisciano sotterranei falsità, ipocrisie, conflitti irrisolti e odio interclassista ed etnico. Full of Life si posiziona allora in modo estremamente anomalo rispetto al resto della produzione fantiana: adoperando le terminologie concettuali coniate da Pirandello, è possibile definirlo un romanzo ironico e non umorista sulla base di una – inusuale nella poetica di Fante – distanza nei confronti della materia narrata. Quest’intervento si pone come obiettivo quello di rileggere e sottolineare i procedimenti narrativi di stampo ironico presenti in Full of Life, attraverso i quali Fante critica la mentalità borghese senza esporsi e senza mai dichiarare una divergenza evidente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.