E’ possibile parlare di fortuna critica dell’asse attrezzato e dello Studio Asse, ovvero di un metaprogetto urbano che è stato ampiamente pubblicato e di cui si è a lungo discusso tanto in sede politico-amministrativa quanto nelle aule universitarie, ma senza che ciò abbia prodotto risultati tangibili? Certo, separando l’idea progettuale dalla sua realizzazione e dando, in senso astratto, più valore alla prima rispetto alla seconda si potrebbe sostenere che il suo esito sia stato un vero successo. Infatti, non avendo dovuto subire il travaglio realizzativo, sempre denso di componenti che appartengono a questioni finanziarie, politiche e professionali, la sua forza evocativa insita nel mito di una super-dimensione-urbana e nella promessa di un possibile superamento del concetto di condominio a favore di quello di luoghi per vivere, non è stata né intaccata né stemperata. Questo è il grande merito della proposta dello Studio Asse – composto da un gruppo di professionisti e docenti romani, Vincio Delleani, Mario Fiorentino, Riccardo Morandi, Fausto, Lucio e Vincenzo Passarelli, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, che prese l’iniziativa di studiare il sistema direzionale del Piano, lo SDO, esteso da Pietralata, a nord fino a Centocelle e alla Colombo – che per la sua formulazione ha utilizzato materiali appartenenti alla migliore cultura internazionale del progetto di architettura a scala urbana degli anni ’60. Va detto che come accade per tutte le promesse generosamente visionarie queste non possono essere mantenute tutte e subito, ma solo in modo graduale e selezionato, e che le stesse a volte si esaudiscono in luoghi diversi rispetto a quelli per i quali sono state formulate, ad opera di altri attori. In cosa si è trasformato oggi il progetto dell’asse attrezzato per Roma e cosa è stato scritto su di esso e sullo Studio Asse? Tentiamo di fare una ricognizione cronologica dei principali testi tratti da libri, riviste, quotidiani che di questi temi si sono occupati. Così Bruno Zevi combatteva a favore della realizzazione dell’asse attrezzato sulle pagine dei quotidiani nel 1968: “(…) l’organismo malato di Roma, dopo quasi cento anni di ricadute, mostra un deciso miglioramento; comunque non si aggrava. Oggi, nel gennaio 1968, giace ibernato, in attesa di subire un’operazione che lo avvii verso una guarigione almeno parziale. Senza un immediato intervento, però, sarà la paralisi. (…) Alla diagnosi, ancora per poco, può seguire una terapia. Verte su due iniziative: a) l’istituto di pianificazione, una ‘authority’ tecnicamente responsabile dello sviluppo metropolitano; b) il progetto dell’asse attrezzato e dei poli di Pietralata e Centocelle.” (Avanti, 3 febbraio 1968, pag. 4). (…) una città dove valga finalmente la pena di vivere e dove l’uomo riesca a sentirsi tale, di una città completamente nuova perché concepita dinamicamente, che risolve i problemi dello sviluppo futuro e i vecchi problemi della città tradizionale.” (Umanità, 21-22 febbraio 1968, pag. 4).

Fortuna critica dell'Asse Attrezzato e dello Studio Asse / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 1(2006), pp. 105-117.

Fortuna critica dell'Asse Attrezzato e dello Studio Asse

LENCI, Ruggero
2006

Abstract

E’ possibile parlare di fortuna critica dell’asse attrezzato e dello Studio Asse, ovvero di un metaprogetto urbano che è stato ampiamente pubblicato e di cui si è a lungo discusso tanto in sede politico-amministrativa quanto nelle aule universitarie, ma senza che ciò abbia prodotto risultati tangibili? Certo, separando l’idea progettuale dalla sua realizzazione e dando, in senso astratto, più valore alla prima rispetto alla seconda si potrebbe sostenere che il suo esito sia stato un vero successo. Infatti, non avendo dovuto subire il travaglio realizzativo, sempre denso di componenti che appartengono a questioni finanziarie, politiche e professionali, la sua forza evocativa insita nel mito di una super-dimensione-urbana e nella promessa di un possibile superamento del concetto di condominio a favore di quello di luoghi per vivere, non è stata né intaccata né stemperata. Questo è il grande merito della proposta dello Studio Asse – composto da un gruppo di professionisti e docenti romani, Vincio Delleani, Mario Fiorentino, Riccardo Morandi, Fausto, Lucio e Vincenzo Passarelli, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, che prese l’iniziativa di studiare il sistema direzionale del Piano, lo SDO, esteso da Pietralata, a nord fino a Centocelle e alla Colombo – che per la sua formulazione ha utilizzato materiali appartenenti alla migliore cultura internazionale del progetto di architettura a scala urbana degli anni ’60. Va detto che come accade per tutte le promesse generosamente visionarie queste non possono essere mantenute tutte e subito, ma solo in modo graduale e selezionato, e che le stesse a volte si esaudiscono in luoghi diversi rispetto a quelli per i quali sono state formulate, ad opera di altri attori. In cosa si è trasformato oggi il progetto dell’asse attrezzato per Roma e cosa è stato scritto su di esso e sullo Studio Asse? Tentiamo di fare una ricognizione cronologica dei principali testi tratti da libri, riviste, quotidiani che di questi temi si sono occupati. Così Bruno Zevi combatteva a favore della realizzazione dell’asse attrezzato sulle pagine dei quotidiani nel 1968: “(…) l’organismo malato di Roma, dopo quasi cento anni di ricadute, mostra un deciso miglioramento; comunque non si aggrava. Oggi, nel gennaio 1968, giace ibernato, in attesa di subire un’operazione che lo avvii verso una guarigione almeno parziale. Senza un immediato intervento, però, sarà la paralisi. (…) Alla diagnosi, ancora per poco, può seguire una terapia. Verte su due iniziative: a) l’istituto di pianificazione, una ‘authority’ tecnicamente responsabile dello sviluppo metropolitano; b) il progetto dell’asse attrezzato e dei poli di Pietralata e Centocelle.” (Avanti, 3 febbraio 1968, pag. 4). (…) una città dove valga finalmente la pena di vivere e dove l’uomo riesca a sentirsi tale, di una città completamente nuova perché concepita dinamicamente, che risolve i problemi dello sviluppo futuro e i vecchi problemi della città tradizionale.” (Umanità, 21-22 febbraio 1968, pag. 4).
2006
Asse Attrezzato e Studio Asse, storia e attualità
sistema direzionale orientale; studio asse; asse attrezzato; sdo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Fortuna critica dell'Asse Attrezzato e dello Studio Asse / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 1(2006), pp. 105-117.
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