L’ambito del patrimonio culturale è attualmente investito dal fenomeno del digital twin: la creazione di cloni digitali sembra essere la strategia più efficace per documentare oggetti del mondo reale, lasciando traccia del loro stato di fatto. La conoscenza dei beni oggetto di indagine ne favorisce la tutela e garantisce la conservazione dei loro caratteri materiali e immateriali. Questa premessa spiega la necessità di costruire sistemi di gestione di dati all’interno di cui risulta necessario far convergere i risultati delle operazioni di acquisizione e le elaborazioni legate ai diversi ambiti di indagine coinvolti. Il passaggio dalla fase di acquisizione a quella successiva di elaborazione, quindi, si complica rispetto a quanto accadeva appena dieci anni fa. Essa si compone non solo di tutte le procedure di integrazione di dati in uno spazio virtuale tridimensionale, ma anche dell’analisi delle diverse possibilità di organizzazione degli stessi dati in un sistema informativo ordinato e dotato di una struttura logica condivisa. In riferimento al patrimonio architettonico, la produzione di una copia digitale di un determinato elemento riguarda non solo la possibilità di documentarne lo stato attuale in maniera sempre più completa e rapida, monitorandone le trasformazioni nel corso del tempo, ma anche la sua interpretazione e la scomposizione semantica. Il tema, oggi ampiamente dibattuto nei settori coinvolti nella gestione del patrimonio costruito e fortemente sviluppato nell’ambito delle Information and Communication Technology, riguarda il dualismo che c’è tra le possibilità di divulgazione e disseminazione di dati e la complessa distinzione tra il tutto indistinto e gli aspetti settoriali che si vogliono conoscere e comunicare. Se da un lato il progresso tecnologico ha quindi consentito una rapidissima crescita di modelli tra loro differenti, dall’altro occorre sperimentare e validare nuovi meccanismi di connessione in grado di rafforzare la metodologia di approccio alla conoscenza.
Dall'acquisizione massiva alla costruzione di modelli interpretativi / Attenni, Martina. - (2022), pp. 99-111.
Dall'acquisizione massiva alla costruzione di modelli interpretativi
Martina Attenni
2022
Abstract
L’ambito del patrimonio culturale è attualmente investito dal fenomeno del digital twin: la creazione di cloni digitali sembra essere la strategia più efficace per documentare oggetti del mondo reale, lasciando traccia del loro stato di fatto. La conoscenza dei beni oggetto di indagine ne favorisce la tutela e garantisce la conservazione dei loro caratteri materiali e immateriali. Questa premessa spiega la necessità di costruire sistemi di gestione di dati all’interno di cui risulta necessario far convergere i risultati delle operazioni di acquisizione e le elaborazioni legate ai diversi ambiti di indagine coinvolti. Il passaggio dalla fase di acquisizione a quella successiva di elaborazione, quindi, si complica rispetto a quanto accadeva appena dieci anni fa. Essa si compone non solo di tutte le procedure di integrazione di dati in uno spazio virtuale tridimensionale, ma anche dell’analisi delle diverse possibilità di organizzazione degli stessi dati in un sistema informativo ordinato e dotato di una struttura logica condivisa. In riferimento al patrimonio architettonico, la produzione di una copia digitale di un determinato elemento riguarda non solo la possibilità di documentarne lo stato attuale in maniera sempre più completa e rapida, monitorandone le trasformazioni nel corso del tempo, ma anche la sua interpretazione e la scomposizione semantica. Il tema, oggi ampiamente dibattuto nei settori coinvolti nella gestione del patrimonio costruito e fortemente sviluppato nell’ambito delle Information and Communication Technology, riguarda il dualismo che c’è tra le possibilità di divulgazione e disseminazione di dati e la complessa distinzione tra il tutto indistinto e gli aspetti settoriali che si vogliono conoscere e comunicare. Se da un lato il progresso tecnologico ha quindi consentito una rapidissima crescita di modelli tra loro differenti, dall’altro occorre sperimentare e validare nuovi meccanismi di connessione in grado di rafforzare la metodologia di approccio alla conoscenza.File | Dimensione | Formato | |
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