Il saggio, La migrazione come esperienza formativa: tra processi e pratiche, affronta i seguenti nuclei: - tra migrazione e irruzione di una società multiculturale (come uno dei principale trend della società contemporanea): conoscere per progettare (considerando la migrazione nella complessità di un fenomeno internazionale, nazionale e locale; di emigrazione-immigrazione interna ed esterna che necessita di smarcarsi da filantropia e assistenzialismo per ricorrere a un osservatorio e una progettualità pedagogica); - i flussi migratori: tra scienza e coscienza; - la pedagogia e la didattica (nelle rispettive funzioni): tra processi e pratiche di educazione e di istruzione; - i fattori sociali (di macrosistema, mesosistema e microsistema), culturali (tra miti e riti, routine biologiche, libere e organizzate e nuovi modelli di azione e schemi di pensiero) e psicologici (di tipo cognitivo e affettivo) che segnano la migrazione (da conoscere per progettare in modo intenzionale e flessibile); - nella messa a punto di strumenti e strategie, la necessità di creare coerenza tra processi e pratiche: di socializzazione primaria e secondaria smarcandosi dai rischi di separatismo/ghettizzazione e assimilazionismo/omologazione per favorire integrazione e inclusione culturale e sociale; di inculturazione e acculturazione per sventare deculturazione; di sostegno e cura di sé per sostenere e attivare una costruzione plurima delle identità entro multiappartenenze; - (i rispettivi concetti e) il passaggio dalla multicultura, all'intercultura e alla transcultura; - la famiglia come principale osservatorio e progetto della migrazione: un bilancio tra perdite e risorse materiali e umane (ricostruendo: le principali forme - articolate e fluide - di strutturazione della famiglia nella migrazione: tradizionale al maschile, ricongiungimento al femminile, neocostituito, simultaneo, monoparentale, biculturale, diasporico, di minori non accompagnati, di orfani bianchi, di minori presunti; il ruolo – materiale e simbolico – della famiglia nella migrazione che può delinearsi come propulsore (alla partenza), agente di controllo (anche a distanza), assenza, risorsa (in presenza), costo (da risarcire); gli eventuali cambiamenti nelle identità, nei ruoli e nei rapporti/legami di genere e generazionali dovuti alla migrazione); - il setting di accoglienza-permanenza-congedo come sistema d’ipotesi e cornice organizzativa degli interventi che prospetta e traduce il progetto individuale e di comunità; - la lingua e il lavoro come mezzi di integrazione e inclusione culturale e sociale: dunque, alfabetizzare alla lingua, alle lingue e ai linguaggi per acquisire i saperi del curricolo e socializzare agli adulti e ai pari per educare al lavoro di gruppo in prospettiva interculturale; - il potenziale delle professioni educative: tra curricolo formativo e occupazione professionale (con particolare riferimento alla formazione iniziale e in servizio dell’educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista come di altre professioni che attraversano i contesti educativi per il sociale e l’interculturale, anche secondo un impianto di ricerca-azione-formazione caratterizzato da corresponsabilità educativa e funzionale alla crescita professionale e di sistema). Il saggio (che matura da precedenti lavori teorici e sul campo dell’autrice sul tema della migrazione) si colloca in un volume Curato dalla stessa Autrice (presentato in relazioni a convegni nazionali e internazionali) e in cui sono presenti altri suoi 2 Saggi e 1 Introduzione.

La migrazione come esperienza formativa: tra processi e pratiche / Cerrocchi, L.. - (2019), pp. 42-102.

La migrazione come esperienza formativa: tra processi e pratiche

Cerrocchi L.
2019

Abstract

Il saggio, La migrazione come esperienza formativa: tra processi e pratiche, affronta i seguenti nuclei: - tra migrazione e irruzione di una società multiculturale (come uno dei principale trend della società contemporanea): conoscere per progettare (considerando la migrazione nella complessità di un fenomeno internazionale, nazionale e locale; di emigrazione-immigrazione interna ed esterna che necessita di smarcarsi da filantropia e assistenzialismo per ricorrere a un osservatorio e una progettualità pedagogica); - i flussi migratori: tra scienza e coscienza; - la pedagogia e la didattica (nelle rispettive funzioni): tra processi e pratiche di educazione e di istruzione; - i fattori sociali (di macrosistema, mesosistema e microsistema), culturali (tra miti e riti, routine biologiche, libere e organizzate e nuovi modelli di azione e schemi di pensiero) e psicologici (di tipo cognitivo e affettivo) che segnano la migrazione (da conoscere per progettare in modo intenzionale e flessibile); - nella messa a punto di strumenti e strategie, la necessità di creare coerenza tra processi e pratiche: di socializzazione primaria e secondaria smarcandosi dai rischi di separatismo/ghettizzazione e assimilazionismo/omologazione per favorire integrazione e inclusione culturale e sociale; di inculturazione e acculturazione per sventare deculturazione; di sostegno e cura di sé per sostenere e attivare una costruzione plurima delle identità entro multiappartenenze; - (i rispettivi concetti e) il passaggio dalla multicultura, all'intercultura e alla transcultura; - la famiglia come principale osservatorio e progetto della migrazione: un bilancio tra perdite e risorse materiali e umane (ricostruendo: le principali forme - articolate e fluide - di strutturazione della famiglia nella migrazione: tradizionale al maschile, ricongiungimento al femminile, neocostituito, simultaneo, monoparentale, biculturale, diasporico, di minori non accompagnati, di orfani bianchi, di minori presunti; il ruolo – materiale e simbolico – della famiglia nella migrazione che può delinearsi come propulsore (alla partenza), agente di controllo (anche a distanza), assenza, risorsa (in presenza), costo (da risarcire); gli eventuali cambiamenti nelle identità, nei ruoli e nei rapporti/legami di genere e generazionali dovuti alla migrazione); - il setting di accoglienza-permanenza-congedo come sistema d’ipotesi e cornice organizzativa degli interventi che prospetta e traduce il progetto individuale e di comunità; - la lingua e il lavoro come mezzi di integrazione e inclusione culturale e sociale: dunque, alfabetizzare alla lingua, alle lingue e ai linguaggi per acquisire i saperi del curricolo e socializzare agli adulti e ai pari per educare al lavoro di gruppo in prospettiva interculturale; - il potenziale delle professioni educative: tra curricolo formativo e occupazione professionale (con particolare riferimento alla formazione iniziale e in servizio dell’educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista come di altre professioni che attraversano i contesti educativi per il sociale e l’interculturale, anche secondo un impianto di ricerca-azione-formazione caratterizzato da corresponsabilità educativa e funzionale alla crescita professionale e di sistema). Il saggio (che matura da precedenti lavori teorici e sul campo dell’autrice sul tema della migrazione) si colloca in un volume Curato dalla stessa Autrice (presentato in relazioni a convegni nazionali e internazionali) e in cui sono presenti altri suoi 2 Saggi e 1 Introduzione.
2019
Narrare la migrazione come esperienza formativa. Strumenti e strategie di comunità e corresponsabilità educativa
9788891787002
migrazione come esperienza formativa; narrazione di gruppo Richiedenti Protezione Internazionale; strumenti e strategie; comunità e corresponsabilità educativa; pedagogia interculturale; educazione degli adulti; formazione iniziale e in servizio delle professioni educative e pedagogiche
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La migrazione come esperienza formativa: tra processi e pratiche / Cerrocchi, L.. - (2019), pp. 42-102.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1653517
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