Partendo dal significato ampio della parola ludopatia, che non si ritrova in testi specialistici di tipo psichiatrico e psicologico, al fine di delineare alcune dinamiche psicologiche di questa patologia, ne verrà dapprima descritta la classificazione diagnostica psichiatrica, che ha recentemente visto importanti cambiamenti, per tracciarne poi alcuni aspetti del funzionamento psicologico. Il DSM 5 (APA; 2013) ha infatti attuato importanti cambiamenti nella concettualizzazione del disturbo, inserendo la classificazione del Disturbo da gioco d’azzardo (già Gioco da azzardo patologico) tra i “Disturbi correlati a sostanze e Disturbi da addiction”, accostandolo così agli altri disturbi di tipo dipendente. Se il DSM aiuta a fare una fotografia del giocatore (diagnosi descrittiva), non ci fornisce però una spiegazione del funzionamento psicologico, che è complesso e non riducibile solo a comportamenti manifesti. Verranno delineate alcune caratteristiche peculiari del funzionamento dei giocatori d’azzardo, considerando la dinamica sottostante all’innescarsi del circolo vizioso della dipendenza come strettamente connessa agli stati affettivi, spesso vissuti dai giocatori come fonti di disturbo, tanto da dover essere espulsi attraverso l’azione (il gioco). Partendo da queste premesse, la ludopatia verrà compresa come un fallimento nella creazione della capacità di giocare, intesa come uno spazio intermedio in cui comunicano mondo interno ed esterno. La dipendenza da gioco d’azzardo è così concettualizzata come espressione del fallimento di regolare e vivere con soddisfazione nel mondo reale il proprio mondo interno. Le difficoltà nella capacità di riconoscere, contenere ed elaborare i propri stati emotivi presenti nei dipendenti da gioco d’azzardo dovrebbero essere tenute in considerazione ai fini della prevenzione e dell’intervento.
Dal gioco alla ludopatia: aspetti psicologici / Pazzagli, C.. - (2019), pp. 87-99.
Dal gioco alla ludopatia: aspetti psicologici
Pazzagli, C.
2019
Abstract
Partendo dal significato ampio della parola ludopatia, che non si ritrova in testi specialistici di tipo psichiatrico e psicologico, al fine di delineare alcune dinamiche psicologiche di questa patologia, ne verrà dapprima descritta la classificazione diagnostica psichiatrica, che ha recentemente visto importanti cambiamenti, per tracciarne poi alcuni aspetti del funzionamento psicologico. Il DSM 5 (APA; 2013) ha infatti attuato importanti cambiamenti nella concettualizzazione del disturbo, inserendo la classificazione del Disturbo da gioco d’azzardo (già Gioco da azzardo patologico) tra i “Disturbi correlati a sostanze e Disturbi da addiction”, accostandolo così agli altri disturbi di tipo dipendente. Se il DSM aiuta a fare una fotografia del giocatore (diagnosi descrittiva), non ci fornisce però una spiegazione del funzionamento psicologico, che è complesso e non riducibile solo a comportamenti manifesti. Verranno delineate alcune caratteristiche peculiari del funzionamento dei giocatori d’azzardo, considerando la dinamica sottostante all’innescarsi del circolo vizioso della dipendenza come strettamente connessa agli stati affettivi, spesso vissuti dai giocatori come fonti di disturbo, tanto da dover essere espulsi attraverso l’azione (il gioco). Partendo da queste premesse, la ludopatia verrà compresa come un fallimento nella creazione della capacità di giocare, intesa come uno spazio intermedio in cui comunicano mondo interno ed esterno. La dipendenza da gioco d’azzardo è così concettualizzata come espressione del fallimento di regolare e vivere con soddisfazione nel mondo reale il proprio mondo interno. Le difficoltà nella capacità di riconoscere, contenere ed elaborare i propri stati emotivi presenti nei dipendenti da gioco d’azzardo dovrebbero essere tenute in considerazione ai fini della prevenzione e dell’intervento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.