La laguna di Venezia nell’ultimo secolo ha perso metà del suo patrimonio barenale (le isole basse semiemerse tipiche dell’ecosistema lagunare). Dal 1993 esiste un piano di riqualificazione morfologica che spende ogni anno diverse milioni di euro per la ricostruzione artificiale di barene. Tra le principali cause della dispersione di sedimenti in mare c’è la pratica diffusa della pesca selvaggia con mezzi meccanici. Tale pratica non solo ha impoverito l’habitat lagunare ma ha anche messo in crisi l’economia ittica. Il progetto tenta di integrare su più registri scalari la fattibilità economica e sociale di un programma di recupero ambientale alla scala territoriale con la predisposizione di geometrie di colonizzazione alla scala prototipica. La scelta del sistema materiale delle palafitte - tecnologia povera e di bio-ingegneria adatta agli ambienti umidi variabili, adoperata per la costruzione di opere infrastrutturali ma anche per architetture di servizio ai pescatori - ha permesso di ideare un paesaggio artificiale di pali di legno che, in funzione della propria densità, si comportano come sistema di difesa dell’ecosistema lagunare dall’erosione e, allo stesso tempo, costituiscono le radici strutturali per lo sviluppo di attività ricreative e di un turismo ecologico. A partire da questo apparato di conoscenze, si sono così potute definire le strategie ambientali, le logiche di insediamento e soprattutto il fasaggio spazio-temporale dell’intera operazione.

LAGOONAL FOREST, ROOTS OF ECOTOURISM. Tesi di Master of Arts in Landscape Urbanism, Architectural Association School of Architecture, Londra / PADOA SCHIOPPA, C. - (2003).

LAGOONAL FOREST, ROOTS OF ECOTOURISM. Tesi di Master of Arts in Landscape Urbanism, Architectural Association School of Architecture, Londra

PADOA SCHIOPPA C
2003

Abstract

La laguna di Venezia nell’ultimo secolo ha perso metà del suo patrimonio barenale (le isole basse semiemerse tipiche dell’ecosistema lagunare). Dal 1993 esiste un piano di riqualificazione morfologica che spende ogni anno diverse milioni di euro per la ricostruzione artificiale di barene. Tra le principali cause della dispersione di sedimenti in mare c’è la pratica diffusa della pesca selvaggia con mezzi meccanici. Tale pratica non solo ha impoverito l’habitat lagunare ma ha anche messo in crisi l’economia ittica. Il progetto tenta di integrare su più registri scalari la fattibilità economica e sociale di un programma di recupero ambientale alla scala territoriale con la predisposizione di geometrie di colonizzazione alla scala prototipica. La scelta del sistema materiale delle palafitte - tecnologia povera e di bio-ingegneria adatta agli ambienti umidi variabili, adoperata per la costruzione di opere infrastrutturali ma anche per architetture di servizio ai pescatori - ha permesso di ideare un paesaggio artificiale di pali di legno che, in funzione della propria densità, si comportano come sistema di difesa dell’ecosistema lagunare dall’erosione e, allo stesso tempo, costituiscono le radici strutturali per lo sviluppo di attività ricreative e di un turismo ecologico. A partire da questo apparato di conoscenze, si sono così potute definire le strategie ambientali, le logiche di insediamento e soprattutto il fasaggio spazio-temporale dell’intera operazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1652747
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