Il Bios del patriarca costantinopolitano Ignazio, composto dall'agiografo bizantino Niceta David Paflagone, è un'opera che presenta molteplici motivi di interesse, sia sotto il profilo storiografico, sia sotto quello del genere letterario di appartenenza, con la commistione tra dati evenemenziali e motivi agiografici che la caratterizza e che in qualche caso rende non del tutto agevole distinguere gli elementi storicamente accertabili dalle finzioni topiche peculiari del genere, gli uni e le altre essendo spesso mescolati dall'autore al fine di perseguire i suoi propositi ideologici. Nel presente studio sono esaminati i riferimenti che vengono fatti nell'opera alla Sicilia, patria del vescovo siracusano Gregorio Asbesta, uno dei più strenui oppositori di Ignazio. L'attenzione viene focalizzata, in particolare, su due passi della Vita Ignatii che rivestono un ruolo rimarchevole nell'economia del racconto di Niceta: il miraculum post mortem che ha come protagonista lo "stratego" siculo Musilice (posto in posizione centrale, e dunque rilevante, nell'elenco dei miracoli) e la chiusa dell'ultima, atipica, sezione del Bios, nella quale viene stabilito un rapporto di causa-effetto tra le scelleratezze di Fozio e dei suoi sodali e le sciagure patite dall'impero bizantino, tra cui la conquista araba di Siracusa e la completa perdita della Sicilia: un'attenta lettura di quest'ultimo passo permette anche di desumere, a parere di chi scrive, un elemento in favore della datazione "tradizionale" (in rapporto alla querelle tetragamica e dunque nei primi anni del secolo X) della Vita Ignatii.
La Sicilia in un’opera agiografica orientale sui generis. La Vita Ignatii di Niceta David Paflagone / Luzzi, Andrea. - (2022), pp. 285-302.
La Sicilia in un’opera agiografica orientale sui generis. La Vita Ignatii di Niceta David Paflagone
Andrea Luzzi
2022
Abstract
Il Bios del patriarca costantinopolitano Ignazio, composto dall'agiografo bizantino Niceta David Paflagone, è un'opera che presenta molteplici motivi di interesse, sia sotto il profilo storiografico, sia sotto quello del genere letterario di appartenenza, con la commistione tra dati evenemenziali e motivi agiografici che la caratterizza e che in qualche caso rende non del tutto agevole distinguere gli elementi storicamente accertabili dalle finzioni topiche peculiari del genere, gli uni e le altre essendo spesso mescolati dall'autore al fine di perseguire i suoi propositi ideologici. Nel presente studio sono esaminati i riferimenti che vengono fatti nell'opera alla Sicilia, patria del vescovo siracusano Gregorio Asbesta, uno dei più strenui oppositori di Ignazio. L'attenzione viene focalizzata, in particolare, su due passi della Vita Ignatii che rivestono un ruolo rimarchevole nell'economia del racconto di Niceta: il miraculum post mortem che ha come protagonista lo "stratego" siculo Musilice (posto in posizione centrale, e dunque rilevante, nell'elenco dei miracoli) e la chiusa dell'ultima, atipica, sezione del Bios, nella quale viene stabilito un rapporto di causa-effetto tra le scelleratezze di Fozio e dei suoi sodali e le sciagure patite dall'impero bizantino, tra cui la conquista araba di Siracusa e la completa perdita della Sicilia: un'attenta lettura di quest'ultimo passo permette anche di desumere, a parere di chi scrive, un elemento in favore della datazione "tradizionale" (in rapporto alla querelle tetragamica e dunque nei primi anni del secolo X) della Vita Ignatii.File | Dimensione | Formato | |
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