Ivan Goll è un autore che può essere senza alcun dubbio considerato uno “straniero straordinario”. Nato in una famiglia ebreo-alsaziana come Isaac Lang, viene naturalizzato tedesco all’età di sei anni, quando si trasferisce a Metz. Kurt Pinthus scrive di lui: «Ivan Goll non aveva alcuna patria: ebreo per destino, nato in Francia per caso, definito tedesco da una carta bollata». Tutta la sua produzione letteraria riflette questa ambiguità identitaria e linguistica e si presta a diverse interpretazioni . Da un lato l’autore utilizza più di 15 pseudonimi diversi, dall’altro gli stessi personaggi delle sue opere possono essere visti come degli alter ego dell’autore che rivela sé stesso nell’atto della scrittura – da Ahasver in Jean sans terre al flâneur berlinese, decadente e mistico, Odemar Muller, protagonista di Sodoma e Berlino. Se la sua opera letteraria è stata spesso suddivisa in “espressionismo tedesco” e “surrealismo francese”, in realtà c’è una continua interferenza tra i due registri letterari: nella sua fase “tedesca”, Ivan Goll interpreta infatti la cultura tedesca attraverso la lente della cultura francese e dei suoi riferimenti letterari (in particolare Baudelaire e Apollinaire) e viceversa il suo periodo francese si arricchisce di forti elementi della storia culturale e filosofica tedesca (dai poeti romantici a Nietzsche). A partire da questa premessa il contributo tenta di tracciare un “percorso” topografico-letterario attraverso alcune opere “metropolitane” di Ivan Goll. L’analisi e la traduzione di due poemi parigini Paris brennt (Parigi brucia, 1921) e Der Neue Orpheus/Der Eiffelturm (‘Il nuovo Orfeo’, poi ‘La torre Eiffel’, 1924), dei romanzi Die Eurokokke (‘L’eurococco’, 1927), e Sodome et Berlin (Sodoma e Berlino, 1930) e infine di due poemi della raccolta di Jean sans terre (“Giovanni Senzaterra”, scritti durante il suo esilio americano), ci permette di tracciare i contorni della figura del nuovo flâneur novecentesco, erede del suo antenato della Parigi haussmanniana, ma allo stesso tempo portavoce di nuove tendenze culturali.
Immagini d'Europa al tramonto. Ivan Goll / Padularosa, Daniela Paola. - (2022), pp. 15-64.
Immagini d'Europa al tramonto. Ivan Goll
Daniela Padularosa
2022
Abstract
Ivan Goll è un autore che può essere senza alcun dubbio considerato uno “straniero straordinario”. Nato in una famiglia ebreo-alsaziana come Isaac Lang, viene naturalizzato tedesco all’età di sei anni, quando si trasferisce a Metz. Kurt Pinthus scrive di lui: «Ivan Goll non aveva alcuna patria: ebreo per destino, nato in Francia per caso, definito tedesco da una carta bollata». Tutta la sua produzione letteraria riflette questa ambiguità identitaria e linguistica e si presta a diverse interpretazioni . Da un lato l’autore utilizza più di 15 pseudonimi diversi, dall’altro gli stessi personaggi delle sue opere possono essere visti come degli alter ego dell’autore che rivela sé stesso nell’atto della scrittura – da Ahasver in Jean sans terre al flâneur berlinese, decadente e mistico, Odemar Muller, protagonista di Sodoma e Berlino. Se la sua opera letteraria è stata spesso suddivisa in “espressionismo tedesco” e “surrealismo francese”, in realtà c’è una continua interferenza tra i due registri letterari: nella sua fase “tedesca”, Ivan Goll interpreta infatti la cultura tedesca attraverso la lente della cultura francese e dei suoi riferimenti letterari (in particolare Baudelaire e Apollinaire) e viceversa il suo periodo francese si arricchisce di forti elementi della storia culturale e filosofica tedesca (dai poeti romantici a Nietzsche). A partire da questa premessa il contributo tenta di tracciare un “percorso” topografico-letterario attraverso alcune opere “metropolitane” di Ivan Goll. L’analisi e la traduzione di due poemi parigini Paris brennt (Parigi brucia, 1921) e Der Neue Orpheus/Der Eiffelturm (‘Il nuovo Orfeo’, poi ‘La torre Eiffel’, 1924), dei romanzi Die Eurokokke (‘L’eurococco’, 1927), e Sodome et Berlin (Sodoma e Berlino, 1930) e infine di due poemi della raccolta di Jean sans terre (“Giovanni Senzaterra”, scritti durante il suo esilio americano), ci permette di tracciare i contorni della figura del nuovo flâneur novecentesco, erede del suo antenato della Parigi haussmanniana, ma allo stesso tempo portavoce di nuove tendenze culturali.File | Dimensione | Formato | |
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