L’intervento è volto a presentare le tracce astrali e temporali individuate all’interno dei principali documenti e fonti di prima mano per lo studio di Francesco Maria II della Rovere, ovvero: il Diario del Duca (1682-1623 [ed. 1989]) e gli inventari dei suoi beni relativi ai Palazzi Ducali di Urbino (1582-1631 [ed. 1976]) e di Casteldurante (1631 [ed. 2005]), oggi Urbania. Nell’ambito della ricerca circolare promossa – che ha come oggetto lo studio dell’immaginario celeste dell’ultimo duca di Urbino per mezzo delle sue collezioni e della sua Libraria, con particolare riferimento alla cosiddetta ‘Scansia 44 o delle Scienze’ (cfr. BUA Ms. 50) – tali indicazioni assumono infatti particolare rilevanza. Dall’analisi puntuale di questi documenti emerge in modo inequivocabile l’ossessione, a tratti maniacale, che il Duca nutre per il tempo in ogni sua manifestazione. Registra costantemente l’ora e la durata di qualunque spostamento, possiede una ricca collezione di orologi e strumenti scientifico-matematici e dimostra costanti attenzioni nei confronti dei fenomeni celesti. Del resto, a cavallo tra Cinque e Seicento vive gli anni di maggior fermento della rivoluzione scientifica, dall’introduzione del calendario gregoriano alle scoperte di Galileo Galilei.
"PONDERIBUS LIBRATA SUIS". Tracce astrali e temporali nelle raccolte di Francesco Maria II della Rovere / Principi, Patrizia. - (2022). (Intervento presentato al convegno In Corso d'Opera 5: Giornate di studio dei dottorandi di ricerca della Sapienza Università di Roma tenutosi a Roma; Sapienza Università di Roma).
"PONDERIBUS LIBRATA SUIS". Tracce astrali e temporali nelle raccolte di Francesco Maria II della Rovere
Patrizia Principi
Primo
2022
Abstract
L’intervento è volto a presentare le tracce astrali e temporali individuate all’interno dei principali documenti e fonti di prima mano per lo studio di Francesco Maria II della Rovere, ovvero: il Diario del Duca (1682-1623 [ed. 1989]) e gli inventari dei suoi beni relativi ai Palazzi Ducali di Urbino (1582-1631 [ed. 1976]) e di Casteldurante (1631 [ed. 2005]), oggi Urbania. Nell’ambito della ricerca circolare promossa – che ha come oggetto lo studio dell’immaginario celeste dell’ultimo duca di Urbino per mezzo delle sue collezioni e della sua Libraria, con particolare riferimento alla cosiddetta ‘Scansia 44 o delle Scienze’ (cfr. BUA Ms. 50) – tali indicazioni assumono infatti particolare rilevanza. Dall’analisi puntuale di questi documenti emerge in modo inequivocabile l’ossessione, a tratti maniacale, che il Duca nutre per il tempo in ogni sua manifestazione. Registra costantemente l’ora e la durata di qualunque spostamento, possiede una ricca collezione di orologi e strumenti scientifico-matematici e dimostra costanti attenzioni nei confronti dei fenomeni celesti. Del resto, a cavallo tra Cinque e Seicento vive gli anni di maggior fermento della rivoluzione scientifica, dall’introduzione del calendario gregoriano alle scoperte di Galileo Galilei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.