Il contributo presenta una lettura “femminile” della Guida di Hans Barth (1921), primo esemplare del genere guida enogastronomica e mira a enucleare le strategie formali attraverso cui viene restituita l’immagine della donna e gli stereotipi sociali e linguistici a essa associati. Il richiamo a figure di vari àmbiti e alcuni riscontri linguistici intendono mostrare come l’interesse degli stranieri per l’osteria romana e per il suo ambiente tipico fosse collegato alle esperienze diffuse dai viaggiatori e dagli artisti e letterati che avevano soggiornato a Roma, ma anche alla rappresentazione letteraria di questi ambienti prodotta dagli stessi autori italiani. L’analisi segue due direttrici: da un lato una disamina del materiale lessicale e retorico mediante il quale viene rappresentata (stereotipicamente) la figura dell’ostessa romana; dall’altro un primo commento circa l’impiego della varietà locale con riferimento al tale figura femminile e ai contesti a essa associati.
Rubiconda, corpulenta e nerboruta. La rappresentazione (linguistica) dell’ostessa in una guida enogastronomica di primo Novecento / Cantoni, Paola; Fresu, Rita. - (2022), pp. 35-60. - LUOGHI.
Rubiconda, corpulenta e nerboruta. La rappresentazione (linguistica) dell’ostessa in una guida enogastronomica di primo Novecento
Cantoni, Paola;Fresu, Rita
2022
Abstract
Il contributo presenta una lettura “femminile” della Guida di Hans Barth (1921), primo esemplare del genere guida enogastronomica e mira a enucleare le strategie formali attraverso cui viene restituita l’immagine della donna e gli stereotipi sociali e linguistici a essa associati. Il richiamo a figure di vari àmbiti e alcuni riscontri linguistici intendono mostrare come l’interesse degli stranieri per l’osteria romana e per il suo ambiente tipico fosse collegato alle esperienze diffuse dai viaggiatori e dagli artisti e letterati che avevano soggiornato a Roma, ma anche alla rappresentazione letteraria di questi ambienti prodotta dagli stessi autori italiani. L’analisi segue due direttrici: da un lato una disamina del materiale lessicale e retorico mediante il quale viene rappresentata (stereotipicamente) la figura dell’ostessa romana; dall’altro un primo commento circa l’impiego della varietà locale con riferimento al tale figura femminile e ai contesti a essa associati.File | Dimensione | Formato | |
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