The paper presents the results obtained by the research conducted by the author in research PRIN 2002 on "Global Movements, multilevel institutions and public policies," which examined the relationship between globalization movements and the public sphere. The analysis allowed us to answer a few questions about the cultural processes in the global movement alter that guide his actions towards political power and about the emergence of strategies and ways of relating to politics and policies. An examination of the characteristics assumed by the relationships between the movement and the policy has allowed us to answer some general questions and to place the results of this analysis within the context of theories (resouece mobilization

Il saggio presenta i risultati conseguiti dall’unità di ricerca diretta dall’autore nell’ambito della ricerca biennale PRIN 2002 su «Movimenti globali, istituzioni multilivello e politiche pubbliche», che ha esaminato i rapporti fra movimenti sulla globalizzazione e sfera pubblica. L'analisi ha permesso di dare risposta ad alcuni interrogativi circa i processi culturali nel movimento alter global che orientano le sue azioni verso il potere politico e circa l'emergere di strategie e modalità di relazione con la politica e con le politiche. L'esame delle caratteristiche assunte dalle relazioni fra il movimento e la politica ha permesso di rispondere ad alcuni interrogativi generali e di collocare i risultati di questa analisi all'interno del contesto delle teorie (resouece mobilization; Sociologia azionalista; analisi neo-marxista) e delle ricerca sui movimenti contro la globalizzazione. Le diverse “culture politiche” all'interno del movimento sono all'origine di differenze nelle iniziative e nelle strategie, ma non impediscono una convergenza nelle azioni, anche se significati e forme rimangono spesso diversi. L'eterogeneità delle culture introduce non solo tensioni fra gli attori, ma anche la ricerca intenzionale di meccanismi per gestirle, favoriti dall'esistenza di denominatori comuni in parte preesistenti e in parte prodotti da processi di ibridazione prodotti nell’interazione. L’analisi ha focalizzato due casi italiani: i Disobbedienti e la Rete Lilliput. esponenti rispettivamente delle visioni “anticapitalista” e “antiliberista”. Le differenze evidenziano le distanze fra le basi cognitive e normative di queste due culture politiche. La convergenza intorno a un denominatore comune è favorita dalla presenza di interpretazioni preesistenti all'interazione nel movimento circa la priorità assegnata alla dimensione transnazionale dei processi economici, sociali, culturali e politici. Essendo portatori di principled issues più che di interessi, le loro relazioni con il potere politico e il policy making non possono essere spiegate attraverso gli idealtipi dell'“attore utilitarista” e del lobbying. La principale questione strategica riguarda l'appropriatezza di concentrare o localizzare il conflitto, dilemma che dipende dal modo in cui gli attori percepiscono e rappresentano il potere politico e le istituzioni. I contenuti delle azioni del sono caratterizzati in misura crescente tanto dalla protesta, quanto dalla proposta. All'interno di ogni iniziativa, però, l'equilibrio fra di esse può essere diverso, esprimendo un orientamento strategico differente. A seconda dei contenuti di ciascuna delle azioni, delle corrispondenti strategie, delle reazioni delle istituzioni e delle fasi del ciclo delle politiche, le relazioni che si stabiliscono fra gli attori del MA e il potere politico possono assumere specifiche modalità, sintetizzate in un modello che considera tre diverse tipologie: collisione, confronto e partnership. Collisione: Contenuti dell'azione: protesta Strategia: resistenza, concentrazione Reazioni istituzionali: chiusura, repressione Fasi del policy making: decisione politica, implementazione Confronto: Contenuti dell'azione: protesta, proposte alternative Strategia: advocacy, concentrazione e localizzazione Reazioni istituzionali: apertura, con bassa formalizzazione Fasi del policy making: agenda setting Partnership: Contenuti dell'azione: intervento diretto Strategia: cooperazione, localizzazione Reazioni istituzionali: apertura, con elevata formalizzazione Fasi del policy making: implementazione Nel movimento le dimensioni culturali e politiche delle azioni sono entrambe importanti. Particolarmente significativi sono quegli atteggiamenti verso il potere politico e le istituzioni che si differenziano da quelli dei movimenti sociali delle decadi passate. Le interazioni, infatti, sono guidate da propositi che sono tanto densi di contenuti radicali (contro la globalizzazione neoliberista), quanto di obiettivi pragmatici.

Alterglobal: la politica e le politiche / D'Albergo, Ernesto. - STAMPA. - (2006), pp. 245-271.

Alterglobal: la politica e le politiche

D'ALBERGO, Ernesto
2006

Abstract

The paper presents the results obtained by the research conducted by the author in research PRIN 2002 on "Global Movements, multilevel institutions and public policies," which examined the relationship between globalization movements and the public sphere. The analysis allowed us to answer a few questions about the cultural processes in the global movement alter that guide his actions towards political power and about the emergence of strategies and ways of relating to politics and policies. An examination of the characteristics assumed by the relationships between the movement and the policy has allowed us to answer some general questions and to place the results of this analysis within the context of theories (resouece mobilization
2006
Italia Alterglobal. Movimento, culture e spazi di vita di altre globalizzazioni
9788846469724
Il saggio presenta i risultati conseguiti dall’unità di ricerca diretta dall’autore nell’ambito della ricerca biennale PRIN 2002 su «Movimenti globali, istituzioni multilivello e politiche pubbliche», che ha esaminato i rapporti fra movimenti sulla globalizzazione e sfera pubblica. L'analisi ha permesso di dare risposta ad alcuni interrogativi circa i processi culturali nel movimento alter global che orientano le sue azioni verso il potere politico e circa l'emergere di strategie e modalità di relazione con la politica e con le politiche. L'esame delle caratteristiche assunte dalle relazioni fra il movimento e la politica ha permesso di rispondere ad alcuni interrogativi generali e di collocare i risultati di questa analisi all'interno del contesto delle teorie (resouece mobilization; Sociologia azionalista; analisi neo-marxista) e delle ricerca sui movimenti contro la globalizzazione. Le diverse “culture politiche” all'interno del movimento sono all'origine di differenze nelle iniziative e nelle strategie, ma non impediscono una convergenza nelle azioni, anche se significati e forme rimangono spesso diversi. L'eterogeneità delle culture introduce non solo tensioni fra gli attori, ma anche la ricerca intenzionale di meccanismi per gestirle, favoriti dall'esistenza di denominatori comuni in parte preesistenti e in parte prodotti da processi di ibridazione prodotti nell’interazione. L’analisi ha focalizzato due casi italiani: i Disobbedienti e la Rete Lilliput. esponenti rispettivamente delle visioni “anticapitalista” e “antiliberista”. Le differenze evidenziano le distanze fra le basi cognitive e normative di queste due culture politiche. La convergenza intorno a un denominatore comune è favorita dalla presenza di interpretazioni preesistenti all'interazione nel movimento circa la priorità assegnata alla dimensione transnazionale dei processi economici, sociali, culturali e politici. Essendo portatori di principled issues più che di interessi, le loro relazioni con il potere politico e il policy making non possono essere spiegate attraverso gli idealtipi dell'“attore utilitarista” e del lobbying. La principale questione strategica riguarda l'appropriatezza di concentrare o localizzare il conflitto, dilemma che dipende dal modo in cui gli attori percepiscono e rappresentano il potere politico e le istituzioni. I contenuti delle azioni del sono caratterizzati in misura crescente tanto dalla protesta, quanto dalla proposta. All'interno di ogni iniziativa, però, l'equilibrio fra di esse può essere diverso, esprimendo un orientamento strategico differente. A seconda dei contenuti di ciascuna delle azioni, delle corrispondenti strategie, delle reazioni delle istituzioni e delle fasi del ciclo delle politiche, le relazioni che si stabiliscono fra gli attori del MA e il potere politico possono assumere specifiche modalità, sintetizzate in un modello che considera tre diverse tipologie: collisione, confronto e partnership. Collisione: Contenuti dell'azione: protesta Strategia: resistenza, concentrazione Reazioni istituzionali: chiusura, repressione Fasi del policy making: decisione politica, implementazione Confronto: Contenuti dell'azione: protesta, proposte alternative Strategia: advocacy, concentrazione e localizzazione Reazioni istituzionali: apertura, con bassa formalizzazione Fasi del policy making: agenda setting Partnership: Contenuti dell'azione: intervento diretto Strategia: cooperazione, localizzazione Reazioni istituzionali: apertura, con elevata formalizzazione Fasi del policy making: implementazione Nel movimento le dimensioni culturali e politiche delle azioni sono entrambe importanti. Particolarmente significativi sono quegli atteggiamenti verso il potere politico e le istituzioni che si differenziano da quelli dei movimenti sociali delle decadi passate. Le interazioni, infatti, sono guidate da propositi che sono tanto densi di contenuti radicali (contro la globalizzazione neoliberista), quanto di obiettivi pragmatici.
movimenti sociali; politica; politiche pubbliche
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Alterglobal: la politica e le politiche / D'Albergo, Ernesto. - STAMPA. - (2006), pp. 245-271.
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