Il contributo analizza la sperimentazione filmica di Laura Grisi, compresa tra il 1968 e il 1972, alla luce del contesto artistico della seconda metà degli anni Sessanta, delle opere ambientali e sonore realizzate all’epoca dall’artista e soprattutto della sua precedente e poco nota ricerca fotografica, avviata alla fine degli anni Cinquanta con il libro fotografico Pasos por Buenos Aires (1959), firmato con il nome da sposata, Laura Quilici. L’intervento intende rileggere i lavori della serie Natural Elements e Variations, a cui appartengono quattro film in 16 mm ‒ Wind Speed. 40 Knots (1968), The Measuring of Time (1969), Whirpool (1971) e From One to Four Pebbles (1972) ‒ in relazione agli interessi antropologici e naturalistici maturati da Grisi, grazie alla lettura dei saggi di Claude Lévi-Strauss, durante l’attività documentaristica svolta insieme a Folco Quilici in varie zone del mondo, dal Sud America, all’Africa, alla Polinesia. Nei film e negli ambienti di Grisi l’uso di elementi naturali, affine ad alcuni coevi lavori di Arte Povera e Land Art, si coniuga con una peculiare attenzione nei confronti della forza generatrice e distruttrice della natura (vortici d’acqua, tempeste di sabbia e vento) e con l’esplorazione di aree geografiche, tradizioni e riti non occidentali. Il contatto con territori incontaminati e culture tribali, reso possibile dai lunghi e frequenti viaggi, è infatti cruciale per lo sviluppo dell’interesse per i processi naturali presente in tutte le sue opere filmiche. I tentativi dell’artista di misurare con l’anemometro la velocità dei venti in Wind Speed. 40 Knots o di contare manualmente i granelli di sabbia nel deserto in The Measuring of Time si presentano come gesti paradossali, dove l’attitudine alla reiterazione e alla catalogazione tipica di molte opere dell’arte concettuale va di pari passo con una rappresentazione della natura intesa come forza primordiale, capace di ridimensionare il controllo dell’uomo sul mondo. Da questa prospettiva l’opera di Grisi presenta interessanti affinità con l’esperienza di altre artiste della sua generazione, impegnate a esplorare gli aspetti ancestrali della natura e a riscoprire riti e iconografie legati al culto della Madre Terra con una più esplicita coscienza ecologica e femminista.
La misura del tempo: i film di Laura Grisi / Perna, Raffaella. - (2021), pp. 51-60.
La misura del tempo: i film di Laura Grisi
Raffaella Perna
2021
Abstract
Il contributo analizza la sperimentazione filmica di Laura Grisi, compresa tra il 1968 e il 1972, alla luce del contesto artistico della seconda metà degli anni Sessanta, delle opere ambientali e sonore realizzate all’epoca dall’artista e soprattutto della sua precedente e poco nota ricerca fotografica, avviata alla fine degli anni Cinquanta con il libro fotografico Pasos por Buenos Aires (1959), firmato con il nome da sposata, Laura Quilici. L’intervento intende rileggere i lavori della serie Natural Elements e Variations, a cui appartengono quattro film in 16 mm ‒ Wind Speed. 40 Knots (1968), The Measuring of Time (1969), Whirpool (1971) e From One to Four Pebbles (1972) ‒ in relazione agli interessi antropologici e naturalistici maturati da Grisi, grazie alla lettura dei saggi di Claude Lévi-Strauss, durante l’attività documentaristica svolta insieme a Folco Quilici in varie zone del mondo, dal Sud America, all’Africa, alla Polinesia. Nei film e negli ambienti di Grisi l’uso di elementi naturali, affine ad alcuni coevi lavori di Arte Povera e Land Art, si coniuga con una peculiare attenzione nei confronti della forza generatrice e distruttrice della natura (vortici d’acqua, tempeste di sabbia e vento) e con l’esplorazione di aree geografiche, tradizioni e riti non occidentali. Il contatto con territori incontaminati e culture tribali, reso possibile dai lunghi e frequenti viaggi, è infatti cruciale per lo sviluppo dell’interesse per i processi naturali presente in tutte le sue opere filmiche. I tentativi dell’artista di misurare con l’anemometro la velocità dei venti in Wind Speed. 40 Knots o di contare manualmente i granelli di sabbia nel deserto in The Measuring of Time si presentano come gesti paradossali, dove l’attitudine alla reiterazione e alla catalogazione tipica di molte opere dell’arte concettuale va di pari passo con una rappresentazione della natura intesa come forza primordiale, capace di ridimensionare il controllo dell’uomo sul mondo. Da questa prospettiva l’opera di Grisi presenta interessanti affinità con l’esperienza di altre artiste della sua generazione, impegnate a esplorare gli aspetti ancestrali della natura e a riscoprire riti e iconografie legati al culto della Madre Terra con una più esplicita coscienza ecologica e femminista.File | Dimensione | Formato | |
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