Il contributo analizza il rapporto tra esposizioni, archivi e teoria femminista a partire dallo studio di quattro recenti mostre, tenutesi tra il 2019 e il 2021, accomunate dalla ripresa del pensiero di Carla Lonzi: Il soggetto imprevisto (Frigoriferi Milanesi, 4 aprile 2019), Doing Deculturalization (Museion, 13 aprile 2019), Io dico io (La Galleria Nazionale, 22 marzo 2021) e Vai pure. Reading Room of Art and Feminism (Beijing Today Art Museum, 4 luglio 2021). Benché sviluppate secondo prospettive critiche e scelte curatoriali diverse, queste mostre si sono poste in dialogo con gli scritti di Lonzi e con la sua eredità nel campo dell’arte contemporanea, mediante l’esposizione e la riattivazione creativa dei materiali appartenenti al suo archivio (nel caso della mostra alla Galleria Nazionale) o ad archivi legati all’esperienza del neofemminismo. Il contributo propone l’analisi delle diverse modalità con cui, nell’ambito di queste mostre, sono stati messi in relazione l’archivio e il display espositivo, alla luce del rinnovato interesse critico nei confronti del pensiero lonziano emerso negli ultimi anni, quando, con l’acuirsi della crisi del neoliberismo, i limiti delle teorie di empowerment femminile si sono resi più evidenti e per molte artiste e curatrici il confronto con il femminismo radicale degli anni Settanta si è fatto più urgente
Quattro mostre, Carla Lonzi, l’archivio / Perna, Raffaella. - (2022), pp. 57-63.
Quattro mostre, Carla Lonzi, l’archivio
Raffaella Perna
2022
Abstract
Il contributo analizza il rapporto tra esposizioni, archivi e teoria femminista a partire dallo studio di quattro recenti mostre, tenutesi tra il 2019 e il 2021, accomunate dalla ripresa del pensiero di Carla Lonzi: Il soggetto imprevisto (Frigoriferi Milanesi, 4 aprile 2019), Doing Deculturalization (Museion, 13 aprile 2019), Io dico io (La Galleria Nazionale, 22 marzo 2021) e Vai pure. Reading Room of Art and Feminism (Beijing Today Art Museum, 4 luglio 2021). Benché sviluppate secondo prospettive critiche e scelte curatoriali diverse, queste mostre si sono poste in dialogo con gli scritti di Lonzi e con la sua eredità nel campo dell’arte contemporanea, mediante l’esposizione e la riattivazione creativa dei materiali appartenenti al suo archivio (nel caso della mostra alla Galleria Nazionale) o ad archivi legati all’esperienza del neofemminismo. Il contributo propone l’analisi delle diverse modalità con cui, nell’ambito di queste mostre, sono stati messi in relazione l’archivio e il display espositivo, alla luce del rinnovato interesse critico nei confronti del pensiero lonziano emerso negli ultimi anni, quando, con l’acuirsi della crisi del neoliberismo, i limiti delle teorie di empowerment femminile si sono resi più evidenti e per molte artiste e curatrici il confronto con il femminismo radicale degli anni Settanta si è fatto più urgenteFile | Dimensione | Formato | |
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