Il termine “restauro” assume spesso un’ampiezza di senso che contiene anche la definizione di “consolidamento” normalmente accettata. Consolidare ha il significato di dare solidità ovvero, nel caso degli edifici, stabilità strutturale e sicurezza. Ciò non necessariamente può ottenersi in una logica strettamente conservativa; anzi, nell’attività pratica, si registra una tendenza generale che consiste nella integrazione e nella sovrapposizione di nuove strutture a quelle esistenti o, spesso, nella integrale sostituzione di elementi strutturali per garantire la conservazione del complesso e, talvolta, della sola immagine dell’edificio. L’attività consolidatoria viene, perciò, spesso relegata ad un ambito strettamente tecnico. Se, tuttavia, si esplica su manufatti portatori di riconosciuti valori artistici e documentari, analogamente a quanto accade per la più complessa operazione di restauro, anche per il consolidamento – che è esso stesso restauro anche se con finalità specificamente strutturali – deve riconoscersi una sostanziale differenziazione dal semplice atto tecnico. Consegue che è possibile attribuire all’ambito del consolidamento, quale disciplina protesa verso uno scopo più ampio del puro intento strutturale che può riconoscersi nelle finalità stesse del restauro e informata ai principi della conservazione Visita: San Clemente a Roma Il convento di San Clemente affianca la celebre basilica ed è costituito da alcuni articolati edifici che, con i giardini circostanti, protetti dall'antico muro di cinta, appaiono come una sorta di isola incastonata nel moderno e incombente tessuto urbano. In questo contesto, gli ininterrotti studi archeologici hanno recentemente consentito, in una zona adiacente alla basilica inferiore, la scoperta di una sala battesimale decorata con opus sectile, parzialmente conservata, che accoglie una fonte battesimale a vasca polilobata. La scoperta del reperto paleocristiano ha indotto la necessità di rimuovere una porzione di muratura per liberare l'antica vasca battesimale e l'ambiente circostante. L'intervento risolve in chiave progettuale e strutturale il conflitto tra le preesistenze antiche e le murature ad esse sovrapposte successivamente. Il progetto, adottando tecniche durevoli, compatibili col contesto e reversibili, ha adottato l’arco come chiave risolutiva, interpretando il tema con tecniche moderne relativamente a materiali e modalità esecutive. Scheda 11. Restauri e consolidamenti nelle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, del portico d'Ottavia e del Sepolcro degli Scipioni a Roma. Lo studio approfondito del sito, consistente, sia per le Catacombe ebraiche che per il Sepolcro degli Scipioni, dal punto di vista meramente tecnico in un ambiente ipogeo nella stratificazione tufacea in stato di degrado avanzato, fortemente manomesso nella storia e sistemato dagli archeologi tra le due guerre mondiali, ha consentito di escogitare e sperimentare progettualmente alcune soluzioni migliorative e capaci di restituire sicurezza ai luoghi con minimo impatto e caratteristiche di elevata durabilità, anche nell’ambiente reso aggressivo dalla localizzazione sotterranea. Nel sito del Portico, invece, sono state realizzate strutture murarie di sostegno dei bordi dello scavo archeologico e un ponte pedonale che si inserisce funzionalmente per risolvere problemi di accessibilità delle costruzioni adiacenti.
L’intervento di consolidamento statico quale scelta progettuale tra necessità tecniche ed esigenze conservative - Visita ad alcuni restauri eseguiti in fabbriche annesse alla basilica di San Clemente a Roma -Scheda 11. Restauri e consolidamenti nelle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, del portico d'Ottavia e del Sepolcro degli Scipioni a Roma / DE CESARIS, Fabrizio; F., Iacobelli. - STAMPA. - (2005), p. 95-99; 100; 154-155.
L’intervento di consolidamento statico quale scelta progettuale tra necessità tecniche ed esigenze conservative - Visita ad alcuni restauri eseguiti in fabbriche annesse alla basilica di San Clemente a Roma -Scheda 11. Restauri e consolidamenti nelle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, del portico d'Ottavia e del Sepolcro degli Scipioni a Roma
DE CESARIS, FABRIZIO;
2005
Abstract
Il termine “restauro” assume spesso un’ampiezza di senso che contiene anche la definizione di “consolidamento” normalmente accettata. Consolidare ha il significato di dare solidità ovvero, nel caso degli edifici, stabilità strutturale e sicurezza. Ciò non necessariamente può ottenersi in una logica strettamente conservativa; anzi, nell’attività pratica, si registra una tendenza generale che consiste nella integrazione e nella sovrapposizione di nuove strutture a quelle esistenti o, spesso, nella integrale sostituzione di elementi strutturali per garantire la conservazione del complesso e, talvolta, della sola immagine dell’edificio. L’attività consolidatoria viene, perciò, spesso relegata ad un ambito strettamente tecnico. Se, tuttavia, si esplica su manufatti portatori di riconosciuti valori artistici e documentari, analogamente a quanto accade per la più complessa operazione di restauro, anche per il consolidamento – che è esso stesso restauro anche se con finalità specificamente strutturali – deve riconoscersi una sostanziale differenziazione dal semplice atto tecnico. Consegue che è possibile attribuire all’ambito del consolidamento, quale disciplina protesa verso uno scopo più ampio del puro intento strutturale che può riconoscersi nelle finalità stesse del restauro e informata ai principi della conservazione Visita: San Clemente a Roma Il convento di San Clemente affianca la celebre basilica ed è costituito da alcuni articolati edifici che, con i giardini circostanti, protetti dall'antico muro di cinta, appaiono come una sorta di isola incastonata nel moderno e incombente tessuto urbano. In questo contesto, gli ininterrotti studi archeologici hanno recentemente consentito, in una zona adiacente alla basilica inferiore, la scoperta di una sala battesimale decorata con opus sectile, parzialmente conservata, che accoglie una fonte battesimale a vasca polilobata. La scoperta del reperto paleocristiano ha indotto la necessità di rimuovere una porzione di muratura per liberare l'antica vasca battesimale e l'ambiente circostante. L'intervento risolve in chiave progettuale e strutturale il conflitto tra le preesistenze antiche e le murature ad esse sovrapposte successivamente. Il progetto, adottando tecniche durevoli, compatibili col contesto e reversibili, ha adottato l’arco come chiave risolutiva, interpretando il tema con tecniche moderne relativamente a materiali e modalità esecutive. Scheda 11. Restauri e consolidamenti nelle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, del portico d'Ottavia e del Sepolcro degli Scipioni a Roma. Lo studio approfondito del sito, consistente, sia per le Catacombe ebraiche che per il Sepolcro degli Scipioni, dal punto di vista meramente tecnico in un ambiente ipogeo nella stratificazione tufacea in stato di degrado avanzato, fortemente manomesso nella storia e sistemato dagli archeologi tra le due guerre mondiali, ha consentito di escogitare e sperimentare progettualmente alcune soluzioni migliorative e capaci di restituire sicurezza ai luoghi con minimo impatto e caratteristiche di elevata durabilità, anche nell’ambiente reso aggressivo dalla localizzazione sotterranea. Nel sito del Portico, invece, sono state realizzate strutture murarie di sostegno dei bordi dello scavo archeologico e un ponte pedonale che si inserisce funzionalmente per risolvere problemi di accessibilità delle costruzioni adiacenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.