Open House Roma 2022 Mostra "Semenzaio" (via Casilina, 216, Roma) a cura di Bada Architettura e Paesaggio con la collaborazione di Cantiere Galli Roma è la città degli obelischi. Ne detiene il maggior numero al mondo. Dall’incrocio tra Via delle Quattro Fontane e via del Quirinale è possibile vederne addirittura tre. Nel numero 5 della rivista Les Lèvres nues (1972), Marcel Mariën si domandava quale eetto avrebbe fatto vedere tutte le statue equestri delle città riunite, alla rinfusa, in una sola desertica pianura. Un’operazione surreale, che avrebbe però oerto ai passanti lo spettacolo impareggiabile di una carica di cavalleria sintetica, con tutto il suo patrimonio di simbolismi e signifcati. Perchè non provare con gli obelischi? L’immagine che state guardando si propone come un atto di insubordinazione alle “sollecitazioni abituali” delle immagini turistiche-monumentali della Capitale, ovvero come un “semplice spostamento degli elementi di decoro che siamo abituati a trovare su posizioni preparate in anticipo”, per dirla con le parole di Debord.
Obelisks' field / DI COSMO, Federico; Panerai, Daniele. - (2022).
Obelisks' field
Di Cosmo Federico;
2022
Abstract
Open House Roma 2022 Mostra "Semenzaio" (via Casilina, 216, Roma) a cura di Bada Architettura e Paesaggio con la collaborazione di Cantiere Galli Roma è la città degli obelischi. Ne detiene il maggior numero al mondo. Dall’incrocio tra Via delle Quattro Fontane e via del Quirinale è possibile vederne addirittura tre. Nel numero 5 della rivista Les Lèvres nues (1972), Marcel Mariën si domandava quale eetto avrebbe fatto vedere tutte le statue equestri delle città riunite, alla rinfusa, in una sola desertica pianura. Un’operazione surreale, che avrebbe però oerto ai passanti lo spettacolo impareggiabile di una carica di cavalleria sintetica, con tutto il suo patrimonio di simbolismi e signifcati. Perchè non provare con gli obelischi? L’immagine che state guardando si propone come un atto di insubordinazione alle “sollecitazioni abituali” delle immagini turistiche-monumentali della Capitale, ovvero come un “semplice spostamento degli elementi di decoro che siamo abituati a trovare su posizioni preparate in anticipo”, per dirla con le parole di Debord.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.