Nel primo Rinascimento, l’invenzione della prospettiva, o la sua riscoperta, si accompagna di pari passo alla codifica dell’Ordine architettonico. Ed è stato da più parti osservato come la prospettiva e la sintassi dell’ordine si siano composte insieme a formare quello che fu il senso dello spazio nell’umanesimo. Questa stretta familiarità tra due argomenti, a prima vista eterogenei, ha fatto sì che essi siano stati accomunati sin dalle origini nei trattati di prospettiva, prima, e poi di geometria descrittiva, e che il disegno degli Ordini sia diventato banco di prova per l’efficacia di teorie e procedimenti della prospettiva centrale e della prospettiva parallela. Infatti, la rappresentazione di elementi complessi, come ad esempio il capitello corinzio, o anche semplici, come la base attica, ma sfuggenti nell’alternarsi di superfici concave e convesse, pone non pochi problemi teorici e pratici. Per questi motivi, ci accingiamo a illustrare in che modo gli Ordini classici dell’architettura possano essere rappresentati in prospettiva, illustrando le tecniche del passato e quelle che possono oggi essere adottate anche ibridando disegno analogico e digitale. Nei prossimi paragrafi si analizzeranno i procedimenti descritti da tre illustri trattatisti del passato, Piero della Francesca, Jacopo Barozzi da Vignola, Girard Desargues e Andrea Pozzo, i cui contributi teorici, nei quali non mancano estesi riferimenti alla rappresentazione dell’ordine architettonico, hanno trovato notevole riscontro nella produzione artistica e ampia diffusione.
Prospettiva degli ordini / Romor, Jessica. - (2022), pp. 251-270.
Prospettiva degli ordini
Jessica Romor
2022
Abstract
Nel primo Rinascimento, l’invenzione della prospettiva, o la sua riscoperta, si accompagna di pari passo alla codifica dell’Ordine architettonico. Ed è stato da più parti osservato come la prospettiva e la sintassi dell’ordine si siano composte insieme a formare quello che fu il senso dello spazio nell’umanesimo. Questa stretta familiarità tra due argomenti, a prima vista eterogenei, ha fatto sì che essi siano stati accomunati sin dalle origini nei trattati di prospettiva, prima, e poi di geometria descrittiva, e che il disegno degli Ordini sia diventato banco di prova per l’efficacia di teorie e procedimenti della prospettiva centrale e della prospettiva parallela. Infatti, la rappresentazione di elementi complessi, come ad esempio il capitello corinzio, o anche semplici, come la base attica, ma sfuggenti nell’alternarsi di superfici concave e convesse, pone non pochi problemi teorici e pratici. Per questi motivi, ci accingiamo a illustrare in che modo gli Ordini classici dell’architettura possano essere rappresentati in prospettiva, illustrando le tecniche del passato e quelle che possono oggi essere adottate anche ibridando disegno analogico e digitale. Nei prossimi paragrafi si analizzeranno i procedimenti descritti da tre illustri trattatisti del passato, Piero della Francesca, Jacopo Barozzi da Vignola, Girard Desargues e Andrea Pozzo, i cui contributi teorici, nei quali non mancano estesi riferimenti alla rappresentazione dell’ordine architettonico, hanno trovato notevole riscontro nella produzione artistica e ampia diffusione.| File | Dimensione | Formato | |
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