Affrontare in un numero relativamente ristretto di cartelle un argomento come l’architettura romana di età imperiale , soprattutto in un momento in cui è ancora relativamente recente la grande sintesi di J. B. Ward-Perkins e sono appena comparsi gli enciclopedici saggi tipologici di P. Gros, poteva condurre ad una mera sintesi di questi e di altri lavori ugualmente meritevoli. Pertanto l’a. ha optato per una chiave di lettura non ancora utilizzata in saggi di analogo argomento, ovvero una strettissima correlazione dei fenomeni architettonici agli avvenimenti storici ed alle politiche degli imperatori regnanti, e di come ciò influenzasse il rapporto centro\periferia che non in tutti i momenti è risultato centrifugo. La creazione di un’architettura romana, che si ritiene codificata nel foro di Augusto e la definizione dell’ordine corinzio (che praticamente soppianterà gli altri nei quattro secoli successivi) sono i primi fenomeni esportati da Roma nelle province, e da qui prende le mosse la trattazione illustrando volta per volta i monumenti più significativi o le tendenze formali più evidenti. Tra queste si ritiene significativa la rivalutazione dell’architettura trilitica (con copertura a carpenterie lignee) di età imperiale, troppo spesso svalutata in confronto all’architettura delle volte e delle cupole in cementizio, che, secondo l’a., si diffonde veramente solo da età adrianea in avanti. Ciò permette di sistematizzare decine di ottimi studi recentemente consacrati alla decorazione architettonica di età romana, non ancora filtrati nella manualistica, e di rendere giustizia alla produzione architettonica di quelle regioni dell’Impero in cui i materiali da costruzione disponibili scoraggiavano o impedivano la messa in opera di coperture voltate o cupolate. Questo senza sottovalutare il filone dell’architettura cementizia, di cui si segue lo sviluppo dei sistemi di volte o cupole costolonate, fino alla loro piena affermazione nel c.d. Ninfeo degli Horti Liciniani, ed al passaggio all’architettura di Costantinopoli.
L'architettura romana / Viscogliosi, Alessandro. - STAMPA. - 1(2006), pp. 219-370.
L'architettura romana
VISCOGLIOSI, Alessandro
2006
Abstract
Affrontare in un numero relativamente ristretto di cartelle un argomento come l’architettura romana di età imperiale , soprattutto in un momento in cui è ancora relativamente recente la grande sintesi di J. B. Ward-Perkins e sono appena comparsi gli enciclopedici saggi tipologici di P. Gros, poteva condurre ad una mera sintesi di questi e di altri lavori ugualmente meritevoli. Pertanto l’a. ha optato per una chiave di lettura non ancora utilizzata in saggi di analogo argomento, ovvero una strettissima correlazione dei fenomeni architettonici agli avvenimenti storici ed alle politiche degli imperatori regnanti, e di come ciò influenzasse il rapporto centro\periferia che non in tutti i momenti è risultato centrifugo. La creazione di un’architettura romana, che si ritiene codificata nel foro di Augusto e la definizione dell’ordine corinzio (che praticamente soppianterà gli altri nei quattro secoli successivi) sono i primi fenomeni esportati da Roma nelle province, e da qui prende le mosse la trattazione illustrando volta per volta i monumenti più significativi o le tendenze formali più evidenti. Tra queste si ritiene significativa la rivalutazione dell’architettura trilitica (con copertura a carpenterie lignee) di età imperiale, troppo spesso svalutata in confronto all’architettura delle volte e delle cupole in cementizio, che, secondo l’a., si diffonde veramente solo da età adrianea in avanti. Ciò permette di sistematizzare decine di ottimi studi recentemente consacrati alla decorazione architettonica di età romana, non ancora filtrati nella manualistica, e di rendere giustizia alla produzione architettonica di quelle regioni dell’Impero in cui i materiali da costruzione disponibili scoraggiavano o impedivano la messa in opera di coperture voltate o cupolate. Questo senza sottovalutare il filone dell’architettura cementizia, di cui si segue lo sviluppo dei sistemi di volte o cupole costolonate, fino alla loro piena affermazione nel c.d. Ninfeo degli Horti Liciniani, ed al passaggio all’architettura di Costantinopoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.