. La domanda sulla quale il testo intende riflettere è la seguente: che tipo di critica della ragione è quella che viene sviluppata in Dialettica dell’illuminismo? È nota la risposta che Habermas ha dato a questa domanda, nel suo libro Il discorso filosofico della modernità: l’errore di Horkheimer e Adorno è quello di avere semplicemente equiparato la ragione moderna con uno strumento di dominio, occultando i contenuti emancipativi che pure in essa sono presenti. L’obiezione di Habermas è nella sostanza molto chiara: Horkheimer e Adorno cadono, nel loro libro più famoso, nell’aporia che si determina quando per un verso si pretende di sviluppare una critica usando lo strumento della ragione, mentre per altro verso ciò che si sottopone a critica è la ragione stessa, che Horkheimer e Adorno, secondo Habermas, identificherebbero sic et simpliciter con uno strumento di dominio. Se le cose stessero così la critica non farebbe altro che tagliare il ramo sul quale è seduta; gli autori metterebbero capo, in buona sostanza, a una critica totale della ragione che distrugge anche se stessa. Ma l’interpretazione habermasiana è corretta e adeguata? Nell’articolo si propone una visione un po’ differente.
Adorno, Horkheimer e la critica della ragione moderna / Petrucciani, Stefano. - (2022), pp. 69-83.
Adorno, Horkheimer e la critica della ragione moderna
Stefano Petrucciani
2022
Abstract
. La domanda sulla quale il testo intende riflettere è la seguente: che tipo di critica della ragione è quella che viene sviluppata in Dialettica dell’illuminismo? È nota la risposta che Habermas ha dato a questa domanda, nel suo libro Il discorso filosofico della modernità: l’errore di Horkheimer e Adorno è quello di avere semplicemente equiparato la ragione moderna con uno strumento di dominio, occultando i contenuti emancipativi che pure in essa sono presenti. L’obiezione di Habermas è nella sostanza molto chiara: Horkheimer e Adorno cadono, nel loro libro più famoso, nell’aporia che si determina quando per un verso si pretende di sviluppare una critica usando lo strumento della ragione, mentre per altro verso ciò che si sottopone a critica è la ragione stessa, che Horkheimer e Adorno, secondo Habermas, identificherebbero sic et simpliciter con uno strumento di dominio. Se le cose stessero così la critica non farebbe altro che tagliare il ramo sul quale è seduta; gli autori metterebbero capo, in buona sostanza, a una critica totale della ragione che distrugge anche se stessa. Ma l’interpretazione habermasiana è corretta e adeguata? Nell’articolo si propone una visione un po’ differente.File | Dimensione | Formato | |
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