Fra i curatori scientifici della mostra “La Roma di Leon Battista Alberti”, l’a. si occupa dello stato dei monumenti antichi nel medioevo e nel primo rinascimento, arrivando a interessanti puntualizzazioni, come il reimpiego di alcuni archi di trionfo nell’architettura (spesso nelle facciate) delle chiese medioevali, da cui la tipologia albertiana della facciata ad arco di trionfo, o come la riscoperta dell’ordine con cariatidi. Ma, dopo una panoramica sulla città antica come si presentava in realtà e come era vista dagli umanisti, si affronta un argomento cruciale: se l’immensa erudizione antiquaria di Alberti fosse finalizzata ad uno scopo e quale fosse la destinazione finale della “descriptio urbis Romae”, praticamente abbandonata a livello di enunciato. La tesi proposta dall’a. è che Alberti avesse già configurato la ricostruzione di Roma Antica come vagheggiata in seguito da Raffaello, predisponendo anche lo strumento tecnico per la sua esecuzione (il metodo di rilievo impiegato nella “descriptio”), ma che abbandonasse l’impresa scoraggiato dal non ritrovare nei monumenti della città nessuna delle caratteristiche descritte da Vitruvio: egli giudicava infatti medievali le mura Aureliane e i percorsi sterrati (che spesso però ricalcavano percorsi antichi), e lo stesso Vitruvio scriveva prima della rivoluzione apportata nell’architettura romana dal mattone cotto.
‘Roma riconosciuta. Dallo studio delle rovine all’idea di Roma Antica’ / Viscogliosi, Alessandro. - STAMPA. - (2005), pp. 69-79.
‘Roma riconosciuta. Dallo studio delle rovine all’idea di Roma Antica’
VISCOGLIOSI, Alessandro
2005
Abstract
Fra i curatori scientifici della mostra “La Roma di Leon Battista Alberti”, l’a. si occupa dello stato dei monumenti antichi nel medioevo e nel primo rinascimento, arrivando a interessanti puntualizzazioni, come il reimpiego di alcuni archi di trionfo nell’architettura (spesso nelle facciate) delle chiese medioevali, da cui la tipologia albertiana della facciata ad arco di trionfo, o come la riscoperta dell’ordine con cariatidi. Ma, dopo una panoramica sulla città antica come si presentava in realtà e come era vista dagli umanisti, si affronta un argomento cruciale: se l’immensa erudizione antiquaria di Alberti fosse finalizzata ad uno scopo e quale fosse la destinazione finale della “descriptio urbis Romae”, praticamente abbandonata a livello di enunciato. La tesi proposta dall’a. è che Alberti avesse già configurato la ricostruzione di Roma Antica come vagheggiata in seguito da Raffaello, predisponendo anche lo strumento tecnico per la sua esecuzione (il metodo di rilievo impiegato nella “descriptio”), ma che abbandonasse l’impresa scoraggiato dal non ritrovare nei monumenti della città nessuna delle caratteristiche descritte da Vitruvio: egli giudicava infatti medievali le mura Aureliane e i percorsi sterrati (che spesso però ricalcavano percorsi antichi), e lo stesso Vitruvio scriveva prima della rivoluzione apportata nell’architettura romana dal mattone cotto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.