“La città è un insediamento compatto e così ampio che manca quella specifica e personale conoscenza reciproca degli abitanti fra loro, che è specifica nel gruppo di vicinato”. Questa affermazione di Max Weber permette di iniziare una riflessione sul tema “città e criminalità”. Il fenomeno nasce proprio da una questione di tipo sociologico: la spersonalizzazione degli abitanti di un nucleo urbano, che non possono contare gli uni sugli altri al fine di godere un reciproco controllo del territorio quale primario deterrente verso la criminalità. Il quadro va completato con un’ulteriore riflessione: c’è una concreta correlazione tra crimini ed errori architettonici. Si pensi a quale coacervo di delinquenza è comune in corrispondenza di luoghi isolati, bui o nascosti, quali sottopassaggi, autorimesse, pilotis. Non c’è dubbio che la criminalità è legata al comportamento deviante dell’uomo, rispetto alle regole che la società locale si è data, devianza che riguarda molto spesso la lesione del diritto di proprietà, accompagnata sovente da un comportamento aggressivo verso terzi. È in questo contesto che emerge l’importanza del ruolo dell’architettura e dell’urbanistica ai fini della prevenzione della criminalità. Spetta alle due discipline individuare linee guida applicative necessarie ad assicurare omogeneità e razionalità ad interventi finora affidati ad iniziative individuali.
LA SICUREZZA NELL'AMBIENTE URBANO / Cutini, Alessandro. - STAMPA. - (2005), pp. 207-216.
LA SICUREZZA NELL'AMBIENTE URBANO
CUTINI, Alessandro
2005
Abstract
“La città è un insediamento compatto e così ampio che manca quella specifica e personale conoscenza reciproca degli abitanti fra loro, che è specifica nel gruppo di vicinato”. Questa affermazione di Max Weber permette di iniziare una riflessione sul tema “città e criminalità”. Il fenomeno nasce proprio da una questione di tipo sociologico: la spersonalizzazione degli abitanti di un nucleo urbano, che non possono contare gli uni sugli altri al fine di godere un reciproco controllo del territorio quale primario deterrente verso la criminalità. Il quadro va completato con un’ulteriore riflessione: c’è una concreta correlazione tra crimini ed errori architettonici. Si pensi a quale coacervo di delinquenza è comune in corrispondenza di luoghi isolati, bui o nascosti, quali sottopassaggi, autorimesse, pilotis. Non c’è dubbio che la criminalità è legata al comportamento deviante dell’uomo, rispetto alle regole che la società locale si è data, devianza che riguarda molto spesso la lesione del diritto di proprietà, accompagnata sovente da un comportamento aggressivo verso terzi. È in questo contesto che emerge l’importanza del ruolo dell’architettura e dell’urbanistica ai fini della prevenzione della criminalità. Spetta alle due discipline individuare linee guida applicative necessarie ad assicurare omogeneità e razionalità ad interventi finora affidati ad iniziative individuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.