Come è cambiata la nostra percezione dell’ambiente da quando le prime navicelle spaziali ci hanno mostrato le immagini di un piccolo globo, di dimensioni finite, le cui risorse - per quanto estese possano essere - sono a loro volta finite? E’ quanto si domandava intorno alla metà degli anni Sessanta Kenneth Boulding, secondo cui le prime fotografie della Terra scattate dallo spazio contribuirono a mettere definitivamente in crisi l’illusione di vivere in un mondo virtualmente illimitato, senza frontiere - un mondo dove le risorse ambientali sono infinitamente a disposizione degli uomini che non hanno bisogno di preoccuparsi della loro disponibilità futura e degli effetti inquinanti derivati dal loro sfruttamento (Boulding 1966). L’obiettivo di una crescita economica continua, ricercata ossessivamente da tutti i governi fin dalla fine della Seconda guerra mondiale (Kula 1998), e avvalorata dalle analisi degli economisti neoclassici, veniva perciò messo seriamente in discussione: uno sviluppo senza limiti poteva essere davvero desiderabile considerati i possibili disastrosi esiti in termini di inquinamento, guerre per l’accaparramento delle risorse e povertà? Con queste domande in mente, l’obiettivo primario di questo capitolo è passare in rassegna alcuni studi antropologici focalizzati sulla questione dello sfruttamento delle risorse e, in particolare, di quelle minerarie. Il filo conduttore di questa riflessione è l’immagine stessa del nostro globo terrestre.

Capitalismo e risorse minerarie in una prospettiva ‘sferica’ / D'Angelo, L. - (2012), pp. 35-50.

Capitalismo e risorse minerarie in una prospettiva ‘sferica’

D'ANGELO L
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2012

Abstract

Come è cambiata la nostra percezione dell’ambiente da quando le prime navicelle spaziali ci hanno mostrato le immagini di un piccolo globo, di dimensioni finite, le cui risorse - per quanto estese possano essere - sono a loro volta finite? E’ quanto si domandava intorno alla metà degli anni Sessanta Kenneth Boulding, secondo cui le prime fotografie della Terra scattate dallo spazio contribuirono a mettere definitivamente in crisi l’illusione di vivere in un mondo virtualmente illimitato, senza frontiere - un mondo dove le risorse ambientali sono infinitamente a disposizione degli uomini che non hanno bisogno di preoccuparsi della loro disponibilità futura e degli effetti inquinanti derivati dal loro sfruttamento (Boulding 1966). L’obiettivo di una crescita economica continua, ricercata ossessivamente da tutti i governi fin dalla fine della Seconda guerra mondiale (Kula 1998), e avvalorata dalle analisi degli economisti neoclassici, veniva perciò messo seriamente in discussione: uno sviluppo senza limiti poteva essere davvero desiderabile considerati i possibili disastrosi esiti in termini di inquinamento, guerre per l’accaparramento delle risorse e povertà? Con queste domande in mente, l’obiettivo primario di questo capitolo è passare in rassegna alcuni studi antropologici focalizzati sulla questione dello sfruttamento delle risorse e, in particolare, di quelle minerarie. Il filo conduttore di questa riflessione è l’immagine stessa del nostro globo terrestre.
2012
Antropologia, risorse e conflitti ambientali
9788857514253
environmental anthropology; extractive industries; capitalism; spaceship economy; growth; Ingold
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Capitalismo e risorse minerarie in una prospettiva ‘sferica’ / D'Angelo, L. - (2012), pp. 35-50.
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