Gli impatti diseguali della pandemia di Covid-19: società del rischio e sociabilità coloniale

La pandemia di COVID-19, per il suo impatto globale in termini di conseguenze socio-economiche e sanitarie, attivazione di sistemi esperti, produzione di politiche e retoriche pubbliche, costituisce un oggetto di analisi privilegiato per la sociologia, con particolare riferimento alla comprensione delle trasformazioni sociali legate al processo di modernizzazione. Il dibattito sulla seconda modernità e sulla società del rischio offre senza dubbio chiavi di lettura efficaci per l'analisi sociologica della pandemia. Il saggio, alla luce di alcuni dati sulla diffusione del contagio e sulle morti per causa di COVID-19, con riferimento a contesti specifici come il Brasile, gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea, offre una lettura critica della tesi della società del rischio a partire dal dibattito post- e decoloniale. In particolare, all'interno di una prospettiva di scienza sociale globale, vengono messi a fuoco gli elementi di disuguaglianza ed esclusione che operano come fattori decisivi per la comprensione sociologica del fenomeno pandemico. A tal fine, vengono proposte riflessioni sulle forme di disuguaglianza a livello dell'economia-mondo capitalista (Wallerstein), sulla permanenza di strutture di egemonia e subalternità basate sulla "colonialità del potere" (Quijano) e sull'azione di forme di "sociabilità coloniale" (Santos) sia nelle aree periferiche e semiperiferiche, sia nei centri del sistema-mondo, al fine di analizzare e comprendere le conseguenze diseguali della pandemia.