Il saggio evidenzia i diversi orientamenti culturali che hanno guidato, nell’età moderna e contemporanea, lo studio e gli interventi di conservazione e di valorizzazione delle vestigia del Foro Romano e dei Fori Imperiali a Roma. Gli interventi per la salvaguardia di questa importante zona archeologica centrale nella città sono influenzati dalla conoscenza progressivamente approfondita dei singoli edifici antichi e sono coerenti con l’evoluzione del pensiero conservativo riferito al concetto stesso di monumento. La storia ‘moderna’ del Foro Romano, dopo secoli d’abbandono, ha inizio per il rinnovato interesse verso l’Antico da parte degli intellettuali e degli artisti rinascimentali, che non impedisce, comunque, di utilizzarlo, fino al XVII secolo, come una sorta di ‘cava a cielo aperto’ da cui trarre materiale da costruzione o preziosi elementi ornamentali per i palazzi della nuova Roma. Una maggiore sensibilità per le antiche rovine, riflesso della moda del Grand Tour e delle nuove scoperte archeologiche della prima metà del Settecento, porta il Governo pontificio a varare leggi e provvedimenti innovativi per la salvaguardia del patrimonio archeologico romano (Chirografo di Pio VII, 1802). Il governo francese a Roma d’inizio Ottocento promuove la valorizzazione delle vestigia dell’antica grandezza di Roma nell’ambito di un programma urbanistico avente come obiettivo l’abbellimento della città, “seconda capitale dell’Impero”. Il Foro Romano è così incluso nel grande parco archeologico - mai realizzato - denominato Jardin du Capitole e anche i Fori Imperiali iniziano da allora ad essere oggetto di scavi archeologici. Contemporaneamente si intraprendono iniziative dirette al restauro dei maggiori edifici monumentali delle due zone forensi, affidate ad alcuni tra i più valenti architetti ed archeologi del periodo (XIX-metà XX secolo). L’assetto dei Fori Imperiali subisce un’ulteriore, radicale trasformazione a causa dell’apertura della nuova Via dell’Impero (1932), alla quale viene sacrificato il popoloso quartiere rinascimentale di via Bonella e via Alessandrina. Le più recenti indagini archeologiche, avviate in occasione del Giubileo del 2000, consentendo di acquisire nuove, rivoluzionarie conoscenze sui Fori romani hanno reso necessaria una revisione critica della storia archeologica e architettonica dell’area.
L'area dei Fori nella storia moderna di Roma / Mannino, Natalina. - STAMPA. - (2005), pp. 147-150.
L'area dei Fori nella storia moderna di Roma
MANNINO, Natalina
2005
Abstract
Il saggio evidenzia i diversi orientamenti culturali che hanno guidato, nell’età moderna e contemporanea, lo studio e gli interventi di conservazione e di valorizzazione delle vestigia del Foro Romano e dei Fori Imperiali a Roma. Gli interventi per la salvaguardia di questa importante zona archeologica centrale nella città sono influenzati dalla conoscenza progressivamente approfondita dei singoli edifici antichi e sono coerenti con l’evoluzione del pensiero conservativo riferito al concetto stesso di monumento. La storia ‘moderna’ del Foro Romano, dopo secoli d’abbandono, ha inizio per il rinnovato interesse verso l’Antico da parte degli intellettuali e degli artisti rinascimentali, che non impedisce, comunque, di utilizzarlo, fino al XVII secolo, come una sorta di ‘cava a cielo aperto’ da cui trarre materiale da costruzione o preziosi elementi ornamentali per i palazzi della nuova Roma. Una maggiore sensibilità per le antiche rovine, riflesso della moda del Grand Tour e delle nuove scoperte archeologiche della prima metà del Settecento, porta il Governo pontificio a varare leggi e provvedimenti innovativi per la salvaguardia del patrimonio archeologico romano (Chirografo di Pio VII, 1802). Il governo francese a Roma d’inizio Ottocento promuove la valorizzazione delle vestigia dell’antica grandezza di Roma nell’ambito di un programma urbanistico avente come obiettivo l’abbellimento della città, “seconda capitale dell’Impero”. Il Foro Romano è così incluso nel grande parco archeologico - mai realizzato - denominato Jardin du Capitole e anche i Fori Imperiali iniziano da allora ad essere oggetto di scavi archeologici. Contemporaneamente si intraprendono iniziative dirette al restauro dei maggiori edifici monumentali delle due zone forensi, affidate ad alcuni tra i più valenti architetti ed archeologi del periodo (XIX-metà XX secolo). L’assetto dei Fori Imperiali subisce un’ulteriore, radicale trasformazione a causa dell’apertura della nuova Via dell’Impero (1932), alla quale viene sacrificato il popoloso quartiere rinascimentale di via Bonella e via Alessandrina. Le più recenti indagini archeologiche, avviate in occasione del Giubileo del 2000, consentendo di acquisire nuove, rivoluzionarie conoscenze sui Fori romani hanno reso necessaria una revisione critica della storia archeologica e architettonica dell’area.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.