Il saggio descrive brevemente i principali caratteri architettonici di Palazzo Panichi, attuale sede del Museo Archeologico Statale, che prospetta su una delle piazze principali della citta’ di Ascoli Piceno, Piazza Arringo, di fronte al Palazzo dell’Episcopio e a Palazzo Roverella, tra Palazzo de Angelis e Palazzo gia’ de Laurentis e Mazzoni. La conformazione dello stato attuale e’ in gran parte riferibile alla sistemazione cinquecentesca, quando la necessita’ di dotare le principali famiglie ascolane di una dimora adeguata al loro nuovo ruolo porto’ al rimaneggiamento e all’accorpamento degli edifici medievali seriali della citta’. In tutta la citta’ il processo di rifusione non fu quasi mai sostanziale, strutturale, ma si limito’ alla ridefinizione del sistema distributivo e al rifacimento, attraverso un impaginato classico, delle facciate, non cancellando le tracce delle preesistenze. Questo e’ quanto capito’ pure nel caso di Palazzo Panichi: ancora oggi anche il turista piu’ distratto che si trovasse ad osservare il Palazzo non potrebbe non notare le tracce degli edifici risalenti al XIII secolo, sia negli elementi di stile e sia, soprattutto, nella differente volumetria e altezza dei diversi corpi ancora facilmente distinguibili
Palazzo Panichi: la sistemazione cinquecentesca / Ippoliti, Elena. - STAMPA. - (2002), pp. 11-13.
Palazzo Panichi: la sistemazione cinquecentesca
IPPOLITI, ELENA
2002
Abstract
Il saggio descrive brevemente i principali caratteri architettonici di Palazzo Panichi, attuale sede del Museo Archeologico Statale, che prospetta su una delle piazze principali della citta’ di Ascoli Piceno, Piazza Arringo, di fronte al Palazzo dell’Episcopio e a Palazzo Roverella, tra Palazzo de Angelis e Palazzo gia’ de Laurentis e Mazzoni. La conformazione dello stato attuale e’ in gran parte riferibile alla sistemazione cinquecentesca, quando la necessita’ di dotare le principali famiglie ascolane di una dimora adeguata al loro nuovo ruolo porto’ al rimaneggiamento e all’accorpamento degli edifici medievali seriali della citta’. In tutta la citta’ il processo di rifusione non fu quasi mai sostanziale, strutturale, ma si limito’ alla ridefinizione del sistema distributivo e al rifacimento, attraverso un impaginato classico, delle facciate, non cancellando le tracce delle preesistenze. Questo e’ quanto capito’ pure nel caso di Palazzo Panichi: ancora oggi anche il turista piu’ distratto che si trovasse ad osservare il Palazzo non potrebbe non notare le tracce degli edifici risalenti al XIII secolo, sia negli elementi di stile e sia, soprattutto, nella differente volumetria e altezza dei diversi corpi ancora facilmente distinguibiliI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.