A distanza di qualche anno dalla sua prima apparizione, gli scienziati continuano a discutere della possibilità o meno di definire l’Antropocene, non solo dal punto di vista geologico, come “periodo” o “età” storica, o ancora realtà e passaggio epocale caratterizzato da un importante impatto sull’ambiente fisico e biologico da parte dell’uomo. Se proviamo ad osservare questo “spazio temporale” attraverso le discipline moderne non possiamo che confermare l’effettiva esistenza di caratteri peculiari profondamente riconducibili alla capacità dell’uomo nel trasformare chimicamente elementi naturali in energia, produrre attraverso la tecnica nuovi materiali e scarti industriali. Pensiamo alle concentrazioni di polveri di carbone stratificate nelle profondità dei ghiacci al Polo Nord risalenti all’800, al materiale plastico ritrovato nelle rocce di recente formazione vulcanica o ad elementi radioattivi dispersi in atmosfera e risalenti ai primi test nucleari. È sufficiente tutto questo per definire una nuova “età” geologica soprattutto alla luce del lasso di tempo infinitamente sproporzionato fra la breve, seppur intensa, incidenza umana (ultimi 300 anni) e i tempi della Terra misurati in milioni di anni? In effetti, osservando unicamente la scala dei periodi geologici, il tutto farebbe pensare più ad un tentativo di affermazione e consacrazione dell’arroganza della società moderna che una vera e propria nuova “età”.

Cosa possiamo imparare dall'Antropocene? / Senatore, Gianluca. - (2022), pp. 59-85.

Cosa possiamo imparare dall'Antropocene?

Senatore, Gianluca
2022

Abstract

A distanza di qualche anno dalla sua prima apparizione, gli scienziati continuano a discutere della possibilità o meno di definire l’Antropocene, non solo dal punto di vista geologico, come “periodo” o “età” storica, o ancora realtà e passaggio epocale caratterizzato da un importante impatto sull’ambiente fisico e biologico da parte dell’uomo. Se proviamo ad osservare questo “spazio temporale” attraverso le discipline moderne non possiamo che confermare l’effettiva esistenza di caratteri peculiari profondamente riconducibili alla capacità dell’uomo nel trasformare chimicamente elementi naturali in energia, produrre attraverso la tecnica nuovi materiali e scarti industriali. Pensiamo alle concentrazioni di polveri di carbone stratificate nelle profondità dei ghiacci al Polo Nord risalenti all’800, al materiale plastico ritrovato nelle rocce di recente formazione vulcanica o ad elementi radioattivi dispersi in atmosfera e risalenti ai primi test nucleari. È sufficiente tutto questo per definire una nuova “età” geologica soprattutto alla luce del lasso di tempo infinitamente sproporzionato fra la breve, seppur intensa, incidenza umana (ultimi 300 anni) e i tempi della Terra misurati in milioni di anni? In effetti, osservando unicamente la scala dei periodi geologici, il tutto farebbe pensare più ad un tentativo di affermazione e consacrazione dell’arroganza della società moderna che una vera e propria nuova “età”.
2022
Antropocene. Un museo
9788849240931
antropocene; modernità; sostenibilità; IPCC; movimenti; cambiamenti climatici
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Cosa possiamo imparare dall'Antropocene? / Senatore, Gianluca. - (2022), pp. 59-85.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Senatore_Cosa-possiamo_2022.pdf

solo gestori archivio

Note: frontespizio, indice, capitolo
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 4.37 MB
Formato Adobe PDF
4.37 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1625087
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact