Scelte ambientali e trasferimenti intergenerazionali tra efficienza ed equità

Il recente rallentamento delle attività economiche, insieme all’ampliarsi delle disuguaglianze e all’accelerazione dei problemi ambientali hanno consentito di riflettere sulle maggiori criticità che affliggono il nostro modello di sviluppo. In questo contesto, il lavoro affronta tre questioni, tenute comunemente distinte, ma che sono strettamente interconnesse e che rappresentano vincoli esterni all’azione di policy interna. Ambiente, migrazioni e globalizzazione dei mercati sono sia dimensioni del modo in cui gli operatori oligopolistici operano in mercati globalizzati, sia rappresentazioni di squilibri globali frutto del modello produttivo in essere, dell’associata distribuzione del reddito e della concentrazione dell’accumulazione favorita dal progresso tecnico. A queste questioni di fondo si è aggiunta una recente minaccia sanitaria che ha restituito centralità agli organismi collettivi e alle istituzioni pubbliche, per ripristinare condizioni compatibili con uno sviluppo economico e sociale capace di realizzare la doppia transizione, verde e digitale. Gli stessi organismi e le stesse istituzioni devono disegnare la loro policy accettando che i problemi da affrontare sono strutturali e in parte esterni al controllo dei singoli governi nazionali, anche perché il progresso tecnico e la forma assunta dai mercati internazionali concentrano l’accumulazione in diverse aree del mondo. Conseguentemente, le politiche necessarie per affrontarli non possono basarsi su singoli strumenti di breve periodo, ma devono prevedere strategie ampie e di ampio respiro. Queste strategie non possono evitare di attribuire alle generazioni più giovani maggiori trasferimenti e maggiori poteri per gestire la rivoluzione tecnologica in atto e l’invitabile rientro dal debito pubblico.