Negli anni Cinquanta del Novecento molti scrittori e giornalisti italiani, su invito delle autorità o inviati da quotidiani e periodici, ebbero l’ambita occasione di trascorrere alcune settimane in Unione Sovietica. Dagli anni Venti, la nuova Russia nata dalla rivoluzione era diventata una meta usuale dei viaggi politico-culturali di intellettuali occidentali (da Andrè Gide a H. D. Wells fino a Walter Benjamin), ma assai limitata era stata durante il Ventennio la presenza degli italiani che, invece, dopo la fine della seconda guerra mondiale furono protagonisti di frequenti e (non di rado) ripetuti viaggi, vivendo nei difficili anni della guerra fredda un’esperienza complessa e contraddittoria, che alcuni percepirono e descrissero come intrigante e ricca di emozioni, altri come inquietante e costrittiva. I viaggi nell’URSS di quei viaggiatori si tradussero, con poche eccezioni, in lunghi reportage e articoli pubblicati su quotidiani o settimanali, divorati con avida curiosità da un pubblico che nei resoconti d’autore cercava conferme e convalide della propria visione, negativa o positiva, del “pianeta Russia”. L'articolo è dedicato ai reportage, scritti per <> e per il <>, di Italo Calvino e Alberto Moravia, che compirono un viaggio nella Russia negli anni Cinquanta.
Diari di viaggi degli anni Cinquanta. La Russia di Calvino e Moravia fra esotismo e ideologia / Mondello, Elisabetta. - (2022), pp. 385-395.
Diari di viaggi degli anni Cinquanta. La Russia di Calvino e Moravia fra esotismo e ideologia
ELISABETTA MONDELLO
Primo
2022
Abstract
Negli anni Cinquanta del Novecento molti scrittori e giornalisti italiani, su invito delle autorità o inviati da quotidiani e periodici, ebbero l’ambita occasione di trascorrere alcune settimane in Unione Sovietica. Dagli anni Venti, la nuova Russia nata dalla rivoluzione era diventata una meta usuale dei viaggi politico-culturali di intellettuali occidentali (da Andrè Gide a H. D. Wells fino a Walter Benjamin), ma assai limitata era stata durante il Ventennio la presenza degli italiani che, invece, dopo la fine della seconda guerra mondiale furono protagonisti di frequenti e (non di rado) ripetuti viaggi, vivendo nei difficili anni della guerra fredda un’esperienza complessa e contraddittoria, che alcuni percepirono e descrissero come intrigante e ricca di emozioni, altri come inquietante e costrittiva. I viaggi nell’URSS di quei viaggiatori si tradussero, con poche eccezioni, in lunghi reportage e articoli pubblicati su quotidiani o settimanali, divorati con avida curiosità da un pubblico che nei resoconti d’autore cercava conferme e convalide della propria visione, negativa o positiva, del “pianeta Russia”. L'articolo è dedicato ai reportage, scritti per <> e per il <>, di Italo Calvino e Alberto Moravia, che compirono un viaggio nella Russia negli anni Cinquanta.File | Dimensione | Formato | |
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