Lo studio della sequenza dinamica come metodo compositivo è oggetto in questi anni di un rinnovato interesse nell’ambito del progetto urbano per la sua capacità di restituire in modo semplice e diretto la natura tridimensionale ed esperienziale della città. “Progettare per sequenze” significa infatti far emergere le relazioni sottese che esistono tra i volumi costruiti e gli spazi aperti, abilitando una lettura della città concepita come concatenamento di situazioni esperibili attraverso il movimento. Sotto questa lente vengono analizzati i due quartieri residenziali realizzati da Luigi Moretti a Roma tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta: il Villaggio Olimpico e Decima. Si tratta di due progetti schiettamente moderni in cui l’autore, reduce dall’avventura editoriale di “Spazio” e dall’importante serie di proposte per l’Appia Antica, si impegna nella definizione di un metodo per la costruzione della città. L’approccio cinematografico di Moretti, qui traslato dalla scala architettonica a quella urbana e del paesaggio, consente di rintracciare una serie di operazioni progettuali ricorrenti che si tenta di decifrare. Attraverso uno sguardo “in prima persona” e con l’ausilio del mezzo fotografico, i due quartieri vengono ripercorsi con l’obiettivo di portarne alla luce alcuni caratteri originali e inediti: il suolo come dispositivo di percezione, la quota urbana come spazio fluido e da esplorare liberamente, la vegetazione che interviene a ritagliare ambiti più domestici e introversi.
Luigi Moretti e le sequenze dinamiche del Villaggio Olimpico e Decima / Frediani, Daniele. - (2021), pp. 82-95. - ET PAESAGGIO E AMBIENTE.
Luigi Moretti e le sequenze dinamiche del Villaggio Olimpico e Decima
Daniele Frediani
Primo
2021
Abstract
Lo studio della sequenza dinamica come metodo compositivo è oggetto in questi anni di un rinnovato interesse nell’ambito del progetto urbano per la sua capacità di restituire in modo semplice e diretto la natura tridimensionale ed esperienziale della città. “Progettare per sequenze” significa infatti far emergere le relazioni sottese che esistono tra i volumi costruiti e gli spazi aperti, abilitando una lettura della città concepita come concatenamento di situazioni esperibili attraverso il movimento. Sotto questa lente vengono analizzati i due quartieri residenziali realizzati da Luigi Moretti a Roma tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta: il Villaggio Olimpico e Decima. Si tratta di due progetti schiettamente moderni in cui l’autore, reduce dall’avventura editoriale di “Spazio” e dall’importante serie di proposte per l’Appia Antica, si impegna nella definizione di un metodo per la costruzione della città. L’approccio cinematografico di Moretti, qui traslato dalla scala architettonica a quella urbana e del paesaggio, consente di rintracciare una serie di operazioni progettuali ricorrenti che si tenta di decifrare. Attraverso uno sguardo “in prima persona” e con l’ausilio del mezzo fotografico, i due quartieri vengono ripercorsi con l’obiettivo di portarne alla luce alcuni caratteri originali e inediti: il suolo come dispositivo di percezione, la quota urbana come spazio fluido e da esplorare liberamente, la vegetazione che interviene a ritagliare ambiti più domestici e introversi.File | Dimensione | Formato | |
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