La prospettiva entro la quale si configura la narrazione post-apocalittica è spesso ridotta ad un’ottica limitatamente antropocentrica: è soprattutto l’essere umano a subire le conseguenze della fine del mondo, ad ottenere rilievo semantico in qualità di sopravvissuto, mentre il mondo fisico che lo circonda si appiattisce a mero scenario funzionale alla rappresentazione. Quest’intervento, che si inserisce concettualmente nella scuola teorica della Thing Theory, ha come obiettivo quello di sovvertire tale gerarchia offrendo attenzione all’oggetto post-apocalittico piuttosto che al soggetto. Si indagherà perciò una precisa categoria tematica, quella dell’“oggetto distrutto”: entità antinomica alla merce, essa veicola precise declinazioni contenutistiche e strategie formali su cui è importante lavorare al fine di illustrare un’antilogica rispetto alla ragione capitalistica, raffigurando il capovolgimento assiologico conseguente al crollo del nostro mondo e degli epistemi di mercato che lo alimentano. Per far ciò, si procederà alla lettura di alcuni brani esemplari tratti da In the Country of Last Things di Paul Auster, un testo in cui è proprio l’oggetto distrutto, la merce sopravvissuta alla distruzione della realtà capitalistica, ad ottenere il ruolo di protagonista, attribuendo al romanzo interessanti coniugazioni tematiche quali il feticismo, il rapporto tra parole e cose, la corporalità, la dialettica tra funzionalità e non-funzionalità, tutte traslate nel prospetto di una narrazione post- apocalittica e postumana.
L'apocalisse della merce. L'oggetto distrutto in In the Country of Last Things / Baratta, Aldo. - (2021). (Intervento presentato al convegno La fine del mondo, il mo(n)do della fine tenutosi a Siena, Italy).
L'apocalisse della merce. L'oggetto distrutto in In the Country of Last Things
Aldo Baratta
2021
Abstract
La prospettiva entro la quale si configura la narrazione post-apocalittica è spesso ridotta ad un’ottica limitatamente antropocentrica: è soprattutto l’essere umano a subire le conseguenze della fine del mondo, ad ottenere rilievo semantico in qualità di sopravvissuto, mentre il mondo fisico che lo circonda si appiattisce a mero scenario funzionale alla rappresentazione. Quest’intervento, che si inserisce concettualmente nella scuola teorica della Thing Theory, ha come obiettivo quello di sovvertire tale gerarchia offrendo attenzione all’oggetto post-apocalittico piuttosto che al soggetto. Si indagherà perciò una precisa categoria tematica, quella dell’“oggetto distrutto”: entità antinomica alla merce, essa veicola precise declinazioni contenutistiche e strategie formali su cui è importante lavorare al fine di illustrare un’antilogica rispetto alla ragione capitalistica, raffigurando il capovolgimento assiologico conseguente al crollo del nostro mondo e degli epistemi di mercato che lo alimentano. Per far ciò, si procederà alla lettura di alcuni brani esemplari tratti da In the Country of Last Things di Paul Auster, un testo in cui è proprio l’oggetto distrutto, la merce sopravvissuta alla distruzione della realtà capitalistica, ad ottenere il ruolo di protagonista, attribuendo al romanzo interessanti coniugazioni tematiche quali il feticismo, il rapporto tra parole e cose, la corporalità, la dialettica tra funzionalità e non-funzionalità, tutte traslate nel prospetto di una narrazione post- apocalittica e postumana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


