L’agricoltura domina da sempre il paesaggio produttivo dell’area romana. Il paesaggio agrario, che fino alla seconda metà del Novecento è stato disegnato dalla coltura estensiva dei seminativi propria delle tenute agricole di proprietà di famiglie aristocratiche e di enti ecclesiastici si è trasformato in tempi molto brevi e continua a seguire traiettorie profondamente eterogenee. Il quadro dei mutamenti che ha investito il territorio di Roma nel corso della modernità pone al centro lo sviluppo insediativo: la città è cresciuta di 2/3 in soli cinquant’anni. Le direttrici dello sviluppo si articolano in tre fasi e secondo diverse modalità: l’espansione nella periferia storica, dagli anni ’20 fino alla metà degli anni ’70, la seconda espansione nella periferia anulare, tra la seconda metà degli anni ’70 e il 1995, infine il ciclo edilizio degli anni ’90, che interessa la prima e seconda corona dei comuni dell’area metropolitana sancendo la definitiva affermazione di un modello urbano regionale. Quest’ultima fase contribuisce alla definitiva riscrittura dei rapporti tra Roma, dove abita il 70% degli abitanti della Regione, e il territorio laziale. Oggi Roma è una metropoli dove le porzioni coltivate rappresentano forme e funzioni diversificate tra agricoltura estensiva, parte della quale ancora connessa a una maglia fondiaria di grandi dimensioni, alcune porzioni di agricoltura intensiva, ambiti a carattere multifunzionale e spazi d’innovazione connessi all’agricoltura sociale e alle forme dell’abitare contemporaneo. Il saggio guarda alla dimensione produttiva della città di Roma e racconta i tratti di paesaggi che oltre ad una dimensione funzionale sono connotati da riconoscibili tratti figurali.
Il paesaggio e la campagna romana / DI DONATO, Benedetta. - (2021), pp. 178-183.
Il paesaggio e la campagna romana
Benedetta Di Donato
2021
Abstract
L’agricoltura domina da sempre il paesaggio produttivo dell’area romana. Il paesaggio agrario, che fino alla seconda metà del Novecento è stato disegnato dalla coltura estensiva dei seminativi propria delle tenute agricole di proprietà di famiglie aristocratiche e di enti ecclesiastici si è trasformato in tempi molto brevi e continua a seguire traiettorie profondamente eterogenee. Il quadro dei mutamenti che ha investito il territorio di Roma nel corso della modernità pone al centro lo sviluppo insediativo: la città è cresciuta di 2/3 in soli cinquant’anni. Le direttrici dello sviluppo si articolano in tre fasi e secondo diverse modalità: l’espansione nella periferia storica, dagli anni ’20 fino alla metà degli anni ’70, la seconda espansione nella periferia anulare, tra la seconda metà degli anni ’70 e il 1995, infine il ciclo edilizio degli anni ’90, che interessa la prima e seconda corona dei comuni dell’area metropolitana sancendo la definitiva affermazione di un modello urbano regionale. Quest’ultima fase contribuisce alla definitiva riscrittura dei rapporti tra Roma, dove abita il 70% degli abitanti della Regione, e il territorio laziale. Oggi Roma è una metropoli dove le porzioni coltivate rappresentano forme e funzioni diversificate tra agricoltura estensiva, parte della quale ancora connessa a una maglia fondiaria di grandi dimensioni, alcune porzioni di agricoltura intensiva, ambiti a carattere multifunzionale e spazi d’innovazione connessi all’agricoltura sociale e alle forme dell’abitare contemporaneo. Il saggio guarda alla dimensione produttiva della città di Roma e racconta i tratti di paesaggi che oltre ad una dimensione funzionale sono connotati da riconoscibili tratti figurali.| File | Dimensione | Formato | |
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