Grazie alla Giornata della Terra (1970) la parola “ecologia”, fino ad allora praticamente ignota alla stampa, riempì ben 86 colonne del “New York Times Index” del 1970. Gli anni della missione spaziale Apollo videro infatti un generale eco-rinascimento: sebbene l’attenzione per l’ambiente fosse da sempre un elemento caratteristico della cultura americana, il nuovo movimento ecologista mostrava una sensibilità diversa. I movimenti ambientalisti degli anni settanta non si rivolgevano alla wilderness o alla natura in senso tradizionale (che immaginava l’ambiente naturale come un luogo vergine, intoccabile e intoccato dagli uomini), ma si concentravano su un nuovo concetto di ambiente, un ambiente nel quale gli esseri umani erano ben presenti e interconnessi (Manco 2011). Fu dunque una rivoluzione delle coscienze ad aprire la strada alla rivoluzione culturale dell’ambientalismo. Misura di tale cambiamento si trova anche nella pratica progettuale che si sviluppa a partire dagli anni sessanta. La sua evoluzione non riguarda, dunque, il se l’ecologia e l’ambientalismo vi abbiano influito, ma solo il come e il quanto lo abbiano fatto. Pertanto i termini chiave del nostro ragionamento saranno l’idea di natura (Berleant 2007) – dalla wilderness alle sue ibridazioni successive – e l’evoluzione della coscienza ambientale. Con questi elementi cercheremo di orientarci per capire come come e quanto l’evoluzione dell’idea di natura e la coscienza ambientale abbiano influito sul progetto e sulla sua dimensione espressiva.
Introduzione / DI DONATO, Benedetta. - (2014), pp. 51-53.
Introduzione
Benedetta Di Donato
2014
Abstract
Grazie alla Giornata della Terra (1970) la parola “ecologia”, fino ad allora praticamente ignota alla stampa, riempì ben 86 colonne del “New York Times Index” del 1970. Gli anni della missione spaziale Apollo videro infatti un generale eco-rinascimento: sebbene l’attenzione per l’ambiente fosse da sempre un elemento caratteristico della cultura americana, il nuovo movimento ecologista mostrava una sensibilità diversa. I movimenti ambientalisti degli anni settanta non si rivolgevano alla wilderness o alla natura in senso tradizionale (che immaginava l’ambiente naturale come un luogo vergine, intoccabile e intoccato dagli uomini), ma si concentravano su un nuovo concetto di ambiente, un ambiente nel quale gli esseri umani erano ben presenti e interconnessi (Manco 2011). Fu dunque una rivoluzione delle coscienze ad aprire la strada alla rivoluzione culturale dell’ambientalismo. Misura di tale cambiamento si trova anche nella pratica progettuale che si sviluppa a partire dagli anni sessanta. La sua evoluzione non riguarda, dunque, il se l’ecologia e l’ambientalismo vi abbiano influito, ma solo il come e il quanto lo abbiano fatto. Pertanto i termini chiave del nostro ragionamento saranno l’idea di natura (Berleant 2007) – dalla wilderness alle sue ibridazioni successive – e l’evoluzione della coscienza ambientale. Con questi elementi cercheremo di orientarci per capire come come e quanto l’evoluzione dell’idea di natura e la coscienza ambientale abbiano influito sul progetto e sulla sua dimensione espressiva.File | Dimensione | Formato | |
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