Il lavoro in questione ha l'obiettivo di esplorare il complesso fenomeno dell'economia delle piattaforme su scala globale con attenzione al diversificato sviluppo dello stesso modello economico nei contesti locali. Come si evince dal titolo del progetto è stata ripresa la teoria della glocalizzazione per riflettere sullo sviluppo locale del capitalismo delle piattaforme digitali contemporaneo (Bauman, 2005). Per sintetizzare e studiare tale fenomeno è apparso necessario prendere in considerazione due principali categorie concettuali: il platform capitalism (Srnicek, 2017) e la platform society (Van Dijk & De Wall & Poell, 2018). Per ciò che riguarda l'evoluzione del capitalismo delle piattaforme digitali, la prima risorsa teorica presa in considerazione aiuta a ricostruire lo sviluppo di tale particolare forma di accumulazione. Infatti, successivamente alla crisi finanziaria del 2008 emergono nuove startup digitali che negli anni diverranno importanti società multinazionali. Nasce in tale contesto una nuova forma di capitalismo digitale in cui emergenti piattaforme attraverso inediti modelli e algoritmi riescono a estrarre valore dalle risorse cognitive e materiali della propria comunità di utenti esternalizzando costi e rischi del loro business e mettendo in atto retoriche e politiche di marketing che inneggiano alla riscoperta della condivisione e all'esaltazione dell'autoimprenditorializzazione (Scholz, 2017; Huws, 2014). La portata economica delle piattaforme assume sempre più rilevanza permeando ogni sfera sociale e riconfigurando l'agire dell'individuo contemporaneo. Si può infatti parlare di società delle piattaforme. La seconda categoria che è stata presa in esame per ricostruire il frame teorico di riferimento per ciò che concerne questo ambizioso progetto aiuta a ricostruire la geopolitica delle piattaforme su scala globale. In tale configurazione emergono due principali ecosistemi: quello cinese e quello americano. Lo studio si è concentrato nell'approfondimento del secondo dei due: nell'ecosistema statunitense dominato dalle big five dell’high tech, le companies digitali riescono ad agire economicamente svincolate da particolari regolamentazioni da parte della legislazione nazionale sviluppando pubblic value che rimangono impliciti. Lo stesso modello esportato nel continente europeo incontra resistenze da parte delle istituzioni pubbliche, società civile e particolari stakeholder producendo in scala locale particolari ed eterogenee configurazioni di questa forma di economia. Per analizzare tale dinamica sono stati presi come casi di studio le multinazionali Uber e Airbnb e il loro sviluppo nella città di Roma. In un primo momento sono stati osservati e analizzati i siti web di riferimento per studiare le strategie comunicative che le stesse mettono in atto nell'interfaccia con utenti, partner e comunità online. Infatti, entrambe nate subito dopo la crisi economica del 2008 hanno promesso sin dalla rispettiva origine possibilità di profitto e condivisione per i propri partner e costumer producendo dieci anni più tardi nuove forme di sfruttamento del lavoro e potenti modelli di accumulazione. in un secondo momento è stata analizzata l'evoluzione dei due casi di studio nella capitale italiana attraverso l'analisi di contributi della letteratura di riferimento, lo studio dei decreti legislativi di regolamentazione di esse e gli impatti economici che hanno prodotto in tale contesto. Per ciò che riguarda Uber, compagnia californiana che fornisce una piattaforma di intermediazione tra domanda e offerta di trasporto privato, nel contesto romano non ha avuto successo. Infatti, sin dagli esordi, ha subito l'influenza negativa della mobilitazione della lobby dei tassisti romani che attraverso numerose contestazioni ha spinto la legislazione nazionale e comunale a limitare fortemente i servizi di trasporto offerti dalla compagnia californiana. Rispetto ai servizi che la multinazionale promette di offrire, volti cioè ad offrire corse a prezzi vantaggiosi per i propri utenti e la possibilità di offrire ai propri partner possibilità di autoimprenditorializzazione svincolati da particolari regolamentazioni in questo contesto Uber mette a disposizione un servizio disponibile per pochi e trova scarso consolidamento nel mercato del trasporto pubblico non di linea. Per quanto riguarda Airbnb, compagnia che offre una piattaforma di intermediazione digitale tra domanda e offerta di affitto short term, ha avuto un rilevante successo. Infatti, per impatto economico prodotto dalla multinazionale dell'affitto a breve termine Roma è la terza città in Europa dopo Londra e Parigi. Anche in questo caso, l'associazione di categoria degli albergatori Federalberghi ha sferrato notevoli azioni legali nei confronti del colosso californiano affermando che l'attività di ricezione turistica che la piattaforma mette in pratica produce una forma di concorrenza sleale nei confronti dei tradizionali imprenditori della sfera dell'alloggio turistico. Nonostante questi tentativi, Airbnb nella città di Roma in particolare nel centro storico ha impattato notevolmente nel campo degli affitti a breve termine. Quindi è emerso che a notevole successo da parte di Airbnb si osserva un complementare fallimento di Uber, dunque il processo di platformization nel contesto romano appare segmentato. In estrema conclusione si può considerare l'ambiente romano molto interessante da un punto di vista analitico soprattutto per studiare il particolare sviluppo del capitalismo delle piattaforme nei contesti locali europei.

L’emergere della società delle piattaforme su scala glocale: i casi di Airbnb e Uber nel peculiare contesto romano / Bei, Gianluca. - (2020). (Intervento presentato al convegno IV Convegno Società Italiana di Sociologia Economica (SISEC) tenutosi a Università degli studi di Torino).

L’emergere della società delle piattaforme su scala glocale: i casi di Airbnb e Uber nel peculiare contesto romano

Gianluca Bei
2020

Abstract

Il lavoro in questione ha l'obiettivo di esplorare il complesso fenomeno dell'economia delle piattaforme su scala globale con attenzione al diversificato sviluppo dello stesso modello economico nei contesti locali. Come si evince dal titolo del progetto è stata ripresa la teoria della glocalizzazione per riflettere sullo sviluppo locale del capitalismo delle piattaforme digitali contemporaneo (Bauman, 2005). Per sintetizzare e studiare tale fenomeno è apparso necessario prendere in considerazione due principali categorie concettuali: il platform capitalism (Srnicek, 2017) e la platform society (Van Dijk & De Wall & Poell, 2018). Per ciò che riguarda l'evoluzione del capitalismo delle piattaforme digitali, la prima risorsa teorica presa in considerazione aiuta a ricostruire lo sviluppo di tale particolare forma di accumulazione. Infatti, successivamente alla crisi finanziaria del 2008 emergono nuove startup digitali che negli anni diverranno importanti società multinazionali. Nasce in tale contesto una nuova forma di capitalismo digitale in cui emergenti piattaforme attraverso inediti modelli e algoritmi riescono a estrarre valore dalle risorse cognitive e materiali della propria comunità di utenti esternalizzando costi e rischi del loro business e mettendo in atto retoriche e politiche di marketing che inneggiano alla riscoperta della condivisione e all'esaltazione dell'autoimprenditorializzazione (Scholz, 2017; Huws, 2014). La portata economica delle piattaforme assume sempre più rilevanza permeando ogni sfera sociale e riconfigurando l'agire dell'individuo contemporaneo. Si può infatti parlare di società delle piattaforme. La seconda categoria che è stata presa in esame per ricostruire il frame teorico di riferimento per ciò che concerne questo ambizioso progetto aiuta a ricostruire la geopolitica delle piattaforme su scala globale. In tale configurazione emergono due principali ecosistemi: quello cinese e quello americano. Lo studio si è concentrato nell'approfondimento del secondo dei due: nell'ecosistema statunitense dominato dalle big five dell’high tech, le companies digitali riescono ad agire economicamente svincolate da particolari regolamentazioni da parte della legislazione nazionale sviluppando pubblic value che rimangono impliciti. Lo stesso modello esportato nel continente europeo incontra resistenze da parte delle istituzioni pubbliche, società civile e particolari stakeholder producendo in scala locale particolari ed eterogenee configurazioni di questa forma di economia. Per analizzare tale dinamica sono stati presi come casi di studio le multinazionali Uber e Airbnb e il loro sviluppo nella città di Roma. In un primo momento sono stati osservati e analizzati i siti web di riferimento per studiare le strategie comunicative che le stesse mettono in atto nell'interfaccia con utenti, partner e comunità online. Infatti, entrambe nate subito dopo la crisi economica del 2008 hanno promesso sin dalla rispettiva origine possibilità di profitto e condivisione per i propri partner e costumer producendo dieci anni più tardi nuove forme di sfruttamento del lavoro e potenti modelli di accumulazione. in un secondo momento è stata analizzata l'evoluzione dei due casi di studio nella capitale italiana attraverso l'analisi di contributi della letteratura di riferimento, lo studio dei decreti legislativi di regolamentazione di esse e gli impatti economici che hanno prodotto in tale contesto. Per ciò che riguarda Uber, compagnia californiana che fornisce una piattaforma di intermediazione tra domanda e offerta di trasporto privato, nel contesto romano non ha avuto successo. Infatti, sin dagli esordi, ha subito l'influenza negativa della mobilitazione della lobby dei tassisti romani che attraverso numerose contestazioni ha spinto la legislazione nazionale e comunale a limitare fortemente i servizi di trasporto offerti dalla compagnia californiana. Rispetto ai servizi che la multinazionale promette di offrire, volti cioè ad offrire corse a prezzi vantaggiosi per i propri utenti e la possibilità di offrire ai propri partner possibilità di autoimprenditorializzazione svincolati da particolari regolamentazioni in questo contesto Uber mette a disposizione un servizio disponibile per pochi e trova scarso consolidamento nel mercato del trasporto pubblico non di linea. Per quanto riguarda Airbnb, compagnia che offre una piattaforma di intermediazione digitale tra domanda e offerta di affitto short term, ha avuto un rilevante successo. Infatti, per impatto economico prodotto dalla multinazionale dell'affitto a breve termine Roma è la terza città in Europa dopo Londra e Parigi. Anche in questo caso, l'associazione di categoria degli albergatori Federalberghi ha sferrato notevoli azioni legali nei confronti del colosso californiano affermando che l'attività di ricezione turistica che la piattaforma mette in pratica produce una forma di concorrenza sleale nei confronti dei tradizionali imprenditori della sfera dell'alloggio turistico. Nonostante questi tentativi, Airbnb nella città di Roma in particolare nel centro storico ha impattato notevolmente nel campo degli affitti a breve termine. Quindi è emerso che a notevole successo da parte di Airbnb si osserva un complementare fallimento di Uber, dunque il processo di platformization nel contesto romano appare segmentato. In estrema conclusione si può considerare l'ambiente romano molto interessante da un punto di vista analitico soprattutto per studiare il particolare sviluppo del capitalismo delle piattaforme nei contesti locali europei.
2020
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