Il prigioniero (1998) di Anna Laura Braghetti, scritto con la collaborazione di Paola Tavella, e Compagna luna (1998) di Barbara Balzerani appartengono alla ben nota “letteratura delle Brigate Rosse” che ha determinato l’affermarsi di un sottogenere letterario. Le ex-terroriste raccontano con uno stile originale il proprio vissuto: dal sequestro e omicidio di Aldo Moro alla detenzione carceraria. La violenza ineludibile si esprime non solo mediante immagini metaforiche ma anche attraverso il «taglio percettivo insistendo sui particolari irrelati» (Simonetti, 2018). Non si tratta di scritture di testimonianza, volte a redimere l’io narrante, ma di opere poliedriche che muovono dalla volontà di oltrepassare i confini del memoir, nelle quali la figuralità letteraria si alterna a segmenti saggistici. Emerge una contronarrazione del potere che si articola nel conflitto tra pubblico e privato, disvelando paure e contraddizioni del vivere “dalla parte sbagliata”. L’intervento intende quindi rileggere il topos della lotta armata indagando la convergenza tra immaginario e responsabilità civile.
Scritture di distanza, perdita e negazione: le BR di Braghetti e Balzerani / Marziali, Giulia. - (2021). (Intervento presentato al convegno Contronarrazioni. Il racconto del potere nella modernità letteraria tenutosi a Rome; Italy).
Scritture di distanza, perdita e negazione: le BR di Braghetti e Balzerani
Giulia Marziali
Primo
2021
Abstract
Il prigioniero (1998) di Anna Laura Braghetti, scritto con la collaborazione di Paola Tavella, e Compagna luna (1998) di Barbara Balzerani appartengono alla ben nota “letteratura delle Brigate Rosse” che ha determinato l’affermarsi di un sottogenere letterario. Le ex-terroriste raccontano con uno stile originale il proprio vissuto: dal sequestro e omicidio di Aldo Moro alla detenzione carceraria. La violenza ineludibile si esprime non solo mediante immagini metaforiche ma anche attraverso il «taglio percettivo insistendo sui particolari irrelati» (Simonetti, 2018). Non si tratta di scritture di testimonianza, volte a redimere l’io narrante, ma di opere poliedriche che muovono dalla volontà di oltrepassare i confini del memoir, nelle quali la figuralità letteraria si alterna a segmenti saggistici. Emerge una contronarrazione del potere che si articola nel conflitto tra pubblico e privato, disvelando paure e contraddizioni del vivere “dalla parte sbagliata”. L’intervento intende quindi rileggere il topos della lotta armata indagando la convergenza tra immaginario e responsabilità civile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.