Questo contributo nasce da una ricerca che ha come oggetto l’impatto transnazionale della rivolta cilena iniziata nell’ottobre 2019, con un’attenzione particolare al contesto italiano (Messineo, in corso di pubblicazione). Tra i diversi risultati di questa ricerca, è nostro interessare mettere in luce due elementi. Da una parte, l’impostazione metodologica di una ricerca etnografica e militante (Boni et al., 2020) che ha come oggetto un fenomeno intrinsecamente multi-locale che, anche a causa della crisi pandemica, si è sviluppato ed è stato indagato prevalentemente attraverso forme di interazione digitali. Dall’altra, discutere nel dettaglio l’impatto transnazionale dei femminismi cileni e, più in generale, latinoamericani. Il focus sul movimento femminista ci permette di evidenziare con particolare chiarezza come alcune idee e pratiche nate all’interno del movimento cileno siano state incorporate e rielaborate dai movimenti sociali di tutto il mondo, basti pensare al flash mob “un violador en tu camino”. In questo modo è possibile riflettere empiricamente sul complesso rapporto che intercorre tra processi di comunicazione transnazionali (che non dipendono direttamente dalle relazioni interpersonali dei migranti) e reti sociali transnazionali che si sviluppano a partire da relazioni intersoggettive (Glick Schiller, 2004). In breve, l’influenza reciproca e la forza cumulativa di questi due elementi ci permette di affermare che non sono solo le esperienze locali e le relazioni interpersonali a facilitare l’identificazione di istanze comuni trasversali e ‘globali’. Infatti, la condivisone in un contesto digitale e il conseguente emergere di identità politiche transnazionali sempre più forti (eg. la lotta contro i femminicidi) sono essi stessi fattori che favoriscono le interazioni dirette tra attiviste e donne inserite in contesti diversi (Gago et al. 2020). La riflessione sull’impatto trasformativo delle pratiche femministe latinoamericane in Italia ci ha portato a interrogarci sul potenziale delle immagini e della pratica artistica come strumento di condivisione, ricerca e cura collettiva. Verrà quindi presentato il caso del collettivo femminista Ayun, il quale ripropone una tradizionale arte di tessitura, l’arpilleria, al fine di favorire il dialogo interculturale e il sostegno reciproco tra donne con esperienze molto diverse tra loro. Riscoperta dalle attiviste negli ultimi anni, l’arpilleria combina l’uso di stoffe di scarto con il ricamo su tela di yuta, ed è stata praticata illegalmente dalle donne cilene all’epoca della dittatura militare. Attraverso la collaborazione con questo progetto collettivo, le autrici intendono portare avanti una ricerca partecipativa, in cui la pratica artistica sia complementare alla riflessione auto-etnografica sui temi del femminismo da parte delle partecipanti.
Intrecciare sguardi ed esperienze di vita. Un caso di studio a partire dalle pratiche transnazionali dei movimenti femministi latinoamericani / Messineo, Francesca; Marzullo, Emilia; Ahumada, Carolina. - (2021). (Intervento presentato al convegno IX Convegno SIAA - Società Italiana di Antropologia Applicata tenutosi a Roma, Università La Sapienza).
Intrecciare sguardi ed esperienze di vita. Un caso di studio a partire dalle pratiche transnazionali dei movimenti femministi latinoamericani.
FRANCESCA MESSINEO
Primo
;
2021
Abstract
Questo contributo nasce da una ricerca che ha come oggetto l’impatto transnazionale della rivolta cilena iniziata nell’ottobre 2019, con un’attenzione particolare al contesto italiano (Messineo, in corso di pubblicazione). Tra i diversi risultati di questa ricerca, è nostro interessare mettere in luce due elementi. Da una parte, l’impostazione metodologica di una ricerca etnografica e militante (Boni et al., 2020) che ha come oggetto un fenomeno intrinsecamente multi-locale che, anche a causa della crisi pandemica, si è sviluppato ed è stato indagato prevalentemente attraverso forme di interazione digitali. Dall’altra, discutere nel dettaglio l’impatto transnazionale dei femminismi cileni e, più in generale, latinoamericani. Il focus sul movimento femminista ci permette di evidenziare con particolare chiarezza come alcune idee e pratiche nate all’interno del movimento cileno siano state incorporate e rielaborate dai movimenti sociali di tutto il mondo, basti pensare al flash mob “un violador en tu camino”. In questo modo è possibile riflettere empiricamente sul complesso rapporto che intercorre tra processi di comunicazione transnazionali (che non dipendono direttamente dalle relazioni interpersonali dei migranti) e reti sociali transnazionali che si sviluppano a partire da relazioni intersoggettive (Glick Schiller, 2004). In breve, l’influenza reciproca e la forza cumulativa di questi due elementi ci permette di affermare che non sono solo le esperienze locali e le relazioni interpersonali a facilitare l’identificazione di istanze comuni trasversali e ‘globali’. Infatti, la condivisone in un contesto digitale e il conseguente emergere di identità politiche transnazionali sempre più forti (eg. la lotta contro i femminicidi) sono essi stessi fattori che favoriscono le interazioni dirette tra attiviste e donne inserite in contesti diversi (Gago et al. 2020). La riflessione sull’impatto trasformativo delle pratiche femministe latinoamericane in Italia ci ha portato a interrogarci sul potenziale delle immagini e della pratica artistica come strumento di condivisione, ricerca e cura collettiva. Verrà quindi presentato il caso del collettivo femminista Ayun, il quale ripropone una tradizionale arte di tessitura, l’arpilleria, al fine di favorire il dialogo interculturale e il sostegno reciproco tra donne con esperienze molto diverse tra loro. Riscoperta dalle attiviste negli ultimi anni, l’arpilleria combina l’uso di stoffe di scarto con il ricamo su tela di yuta, ed è stata praticata illegalmente dalle donne cilene all’epoca della dittatura militare. Attraverso la collaborazione con questo progetto collettivo, le autrici intendono portare avanti una ricerca partecipativa, in cui la pratica artistica sia complementare alla riflessione auto-etnografica sui temi del femminismo da parte delle partecipanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.