Il periodo attuale è caratterizzato da cambiamenti climatici, ambientali e antropici che condizionano da un lato la salvaguardia di territori, paesaggi e contesti urbani fragili, dall’altro usi, prestazioni ed efficienza di manufatti architettonici e oggetti di uso quotidiano, costituendo un tema fondamentale nel dibattito urbanistico e architettonico. I processi di governo delle trasformazioni urbane sostanziano una complessità della città nella sua conformazione di sistema strutturato in una relazione di reti interconnesse, che assumono un «ruolo determinante per la sopravvivenza del sistema urbano, non solo nella loro accezione fisica di lifelines, portati energetiche o canali di mobilità, ma anche di complesse strutture relazionali multi-funzionali» (Fistola, La Rocca, 2015). La città pubblica, deve, quindi, costituirsi quale quadro delle coerenze delle scelte strutturanti di un processo complessivo e compensativo di rigenerazione delle città e dei territori contemporanei, finalizzato alla realizzazione di un nuovo welfare urbano costituito da una “rete di reti” materiali e immateriali (Ricci, Iacomoni, 2021). Di fronte a tali questioni, che sempre più prendono spazio nell’attualità della nostra vita, ci poniamo la domanda di come rendere le città più resilienti e in grado di contrastare e mitigare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, sia a breve che a medio termine. Una possibile prospettiva è quella di dotare le città di piani che indirizzino lo sviluppo sostenibile e orientino la direzione verso “città verdi”, con una continua connessione e funzionalità di carattere ecologico-ambientale, con una politica di adattamento alla crisi climatica che genera la necessità di individuare ambienti resilienti, la cui messa in rete determina un efficace sistema, con le infrastrutture verdi e blu che possono essere un efficace strumento di pianificazione in grado di contrastare e mitigare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze a breve e medio termine. Tale atteggiamento deve prevedere l’incentivazione delle reti verdi e blu, come opportunità di arricchimento per la stessa cultura del progetto urbanistico, superando la stagione dell’ecologismo immaturo (Agrilli, 2002), ma allo stesso tempo precisando il ruolo che assumono natura e paesaggio nel processo di riconversione dell’urbano, con i vuoti che diventano risorsa preziosa, suoli permeabili in grado di partecipare alla gestione della risorsa idrica e risolvere criticità idrogeologiche.
Reti infrastrutturali e rigenerazione urbana / Iacomoni, Andrea. - (2022), pp. 58-66.
Reti infrastrutturali e rigenerazione urbana
Iacomoni Andrea
2022
Abstract
Il periodo attuale è caratterizzato da cambiamenti climatici, ambientali e antropici che condizionano da un lato la salvaguardia di territori, paesaggi e contesti urbani fragili, dall’altro usi, prestazioni ed efficienza di manufatti architettonici e oggetti di uso quotidiano, costituendo un tema fondamentale nel dibattito urbanistico e architettonico. I processi di governo delle trasformazioni urbane sostanziano una complessità della città nella sua conformazione di sistema strutturato in una relazione di reti interconnesse, che assumono un «ruolo determinante per la sopravvivenza del sistema urbano, non solo nella loro accezione fisica di lifelines, portati energetiche o canali di mobilità, ma anche di complesse strutture relazionali multi-funzionali» (Fistola, La Rocca, 2015). La città pubblica, deve, quindi, costituirsi quale quadro delle coerenze delle scelte strutturanti di un processo complessivo e compensativo di rigenerazione delle città e dei territori contemporanei, finalizzato alla realizzazione di un nuovo welfare urbano costituito da una “rete di reti” materiali e immateriali (Ricci, Iacomoni, 2021). Di fronte a tali questioni, che sempre più prendono spazio nell’attualità della nostra vita, ci poniamo la domanda di come rendere le città più resilienti e in grado di contrastare e mitigare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, sia a breve che a medio termine. Una possibile prospettiva è quella di dotare le città di piani che indirizzino lo sviluppo sostenibile e orientino la direzione verso “città verdi”, con una continua connessione e funzionalità di carattere ecologico-ambientale, con una politica di adattamento alla crisi climatica che genera la necessità di individuare ambienti resilienti, la cui messa in rete determina un efficace sistema, con le infrastrutture verdi e blu che possono essere un efficace strumento di pianificazione in grado di contrastare e mitigare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze a breve e medio termine. Tale atteggiamento deve prevedere l’incentivazione delle reti verdi e blu, come opportunità di arricchimento per la stessa cultura del progetto urbanistico, superando la stagione dell’ecologismo immaturo (Agrilli, 2002), ma allo stesso tempo precisando il ruolo che assumono natura e paesaggio nel processo di riconversione dell’urbano, con i vuoti che diventano risorsa preziosa, suoli permeabili in grado di partecipare alla gestione della risorsa idrica e risolvere criticità idrogeologiche.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Iacomoni_Reti_2022.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
8.77 MB
Formato
Adobe PDF
|
8.77 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.