Lo spostamento del baricentro strategico degli Stati Uniti – ma più in generale degli equilibri internazionali – verso l’Indo-Pacifico è principalmente il risultato dell’ascesa economica, politica e militare della Repubblica Popolare Cinese (RPC), vero game-changer delle relazioni internazionali contemporanee . La ritrovata centralità sul palcoscenico internazionale di Pechino, difatti, sembra aver innescato il tradizionale trend di competizione che le teorie sulle transizioni di potere prevedono quando una potenza emergente si affaccia prepotentemente sul palcoscenico internazionale e una potenza consolidata, invece, guarda dall’alto con apprensione il proprio vantaggio ridursi . A partire dagli anni Dieci, ciò ha indotto gli Stati Uniti ad un ripensamento delle proprie priorità strategiche, con immediate ricadute anche sulla NATO . Rispetto a questa monumentale evoluzione il dibattito accademico e politico si è interrogato frequentemente su quale ruolo possa giocare l’Alleanza Atlantica che, per storia e per missione, non ha mai guardato con interesse a Pechino. Quali sono le prospettive di questa evoluzione? Per rispondere a tale interrogativo, si procederà analizzando quali siano attualmente i driver che spingerebbero verso il re-orientamento della NATO verso la Cina e, invece, quali gli ostacoli che tale processo incontra. Prima di addentrarci nell’analisi, è importante notare che l’Alleanza ha virtualmente l’elasticità istituzionale e organizzativa sufficiente per intraprendere una simile evoluzione. La fine della Guerra fredda, seguita dalla Guerra globale al terrore e, infine, il ritorno a un mondo contraddistinto dalla rinnovata aggressività russa sul fianco orientale, dimostrano che l’Organizzazione ha la capacità trasformativa per far fronte ad una nuova missione. La partita, quindi, si gioca sugli interessi – convergenti o divergenti – dei Paesi membri.
La Repubblica Popolare Cinese / Termine, Lorenzo. - (2022), pp. 133-146.
La Repubblica Popolare Cinese
Termine, Lorenzo
2022
Abstract
Lo spostamento del baricentro strategico degli Stati Uniti – ma più in generale degli equilibri internazionali – verso l’Indo-Pacifico è principalmente il risultato dell’ascesa economica, politica e militare della Repubblica Popolare Cinese (RPC), vero game-changer delle relazioni internazionali contemporanee . La ritrovata centralità sul palcoscenico internazionale di Pechino, difatti, sembra aver innescato il tradizionale trend di competizione che le teorie sulle transizioni di potere prevedono quando una potenza emergente si affaccia prepotentemente sul palcoscenico internazionale e una potenza consolidata, invece, guarda dall’alto con apprensione il proprio vantaggio ridursi . A partire dagli anni Dieci, ciò ha indotto gli Stati Uniti ad un ripensamento delle proprie priorità strategiche, con immediate ricadute anche sulla NATO . Rispetto a questa monumentale evoluzione il dibattito accademico e politico si è interrogato frequentemente su quale ruolo possa giocare l’Alleanza Atlantica che, per storia e per missione, non ha mai guardato con interesse a Pechino. Quali sono le prospettive di questa evoluzione? Per rispondere a tale interrogativo, si procederà analizzando quali siano attualmente i driver che spingerebbero verso il re-orientamento della NATO verso la Cina e, invece, quali gli ostacoli che tale processo incontra. Prima di addentrarci nell’analisi, è importante notare che l’Alleanza ha virtualmente l’elasticità istituzionale e organizzativa sufficiente per intraprendere una simile evoluzione. La fine della Guerra fredda, seguita dalla Guerra globale al terrore e, infine, il ritorno a un mondo contraddistinto dalla rinnovata aggressività russa sul fianco orientale, dimostrano che l’Organizzazione ha la capacità trasformativa per far fronte ad una nuova missione. La partita, quindi, si gioca sugli interessi – convergenti o divergenti – dei Paesi membri.File | Dimensione | Formato | |
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