Nel corso degli ultimi trent’anni, le società occidentali hanno assistito a una forte crescita della disuguaglianza dei redditi. Piketty47, nel suo libro «Il capitale nel XXI secolo» sostiene che la crescita della quota del capitale sul prodotto nazionale e la contestuale diminuzione della quota dei salari hanno contribuito fortemente all’aggravarsi delle disuguaglianze. Infatti, poiché i redditi da capitale tendono a concentrarsi nelle mani di pochi e dei più ricchi, il cambiamento avvenuto nella distribuzione funzionale del reddito è andato a influire sulla distribuzione personale, portando ad accrescere il livello di disuguaglianza. I redditi che percepiscono individui e famiglie hanno la loro fonte nel lavoro – sia dipendente sia autonomo – e nel capitale. Queste due fonti vanno ad alimentare i cosiddetti redditi di mercato, il primo anello di una catena seguito poi dai redditi lordi che comprendono anche i trasferimenti (sussidi di disoccupazione, pensioni e altre tipologie di trasferimento pubblico), per arrivare infine ai redditi disponibili, ossia redditi calcolati al lordo dei trasferimenti e al netto delle imposte. Sempre più studi hanno mostrato come a contribuire all’andamento della disuguaglianza registrato negli ultimi decenni non sia stato solo il ruolo del capitale – la cui importanza è aumentata peraltro anche tra i percettori di redditi da lavoro e non solo nella coda alta della distribuzione – ma anche la crescita dei compensi dei cosiddetti working super-rich, ossia individui che traggono la loro ricchezza non dai rendimenti del capitale ma da compensi da lavoro stellari48. Il mercato, dunque, è un luogo dove si sono formate e si formano disuguaglianze che lo Stato fatica sempre più a stemperare tramite la sua azione redistributiva49. Nelle prossime sezioni si riporteranno le evidenze empiriche relative all’andamento della disuguaglianza in 5 paesi dell’Unione Europea, a partire dal 2007. Verrà comparata l’evoluzione di alcuni indici di disuguaglianza calcolati prima sui redditi lordi e poi sui redditi disponibili, così da poter valutare anche le differenze nell’azione redistributiva operata dall’intervento pubblico in ciascun paese.
La dinamica delle diseguaglianze nei e tra i paesi dell’UE / Barbieri, Teresa; Bloise, Francesco. - (2019).
La dinamica delle diseguaglianze nei e tra i paesi dell’UE
Teresa Barbieri
;Francesco Bloise
2019
Abstract
Nel corso degli ultimi trent’anni, le società occidentali hanno assistito a una forte crescita della disuguaglianza dei redditi. Piketty47, nel suo libro «Il capitale nel XXI secolo» sostiene che la crescita della quota del capitale sul prodotto nazionale e la contestuale diminuzione della quota dei salari hanno contribuito fortemente all’aggravarsi delle disuguaglianze. Infatti, poiché i redditi da capitale tendono a concentrarsi nelle mani di pochi e dei più ricchi, il cambiamento avvenuto nella distribuzione funzionale del reddito è andato a influire sulla distribuzione personale, portando ad accrescere il livello di disuguaglianza. I redditi che percepiscono individui e famiglie hanno la loro fonte nel lavoro – sia dipendente sia autonomo – e nel capitale. Queste due fonti vanno ad alimentare i cosiddetti redditi di mercato, il primo anello di una catena seguito poi dai redditi lordi che comprendono anche i trasferimenti (sussidi di disoccupazione, pensioni e altre tipologie di trasferimento pubblico), per arrivare infine ai redditi disponibili, ossia redditi calcolati al lordo dei trasferimenti e al netto delle imposte. Sempre più studi hanno mostrato come a contribuire all’andamento della disuguaglianza registrato negli ultimi decenni non sia stato solo il ruolo del capitale – la cui importanza è aumentata peraltro anche tra i percettori di redditi da lavoro e non solo nella coda alta della distribuzione – ma anche la crescita dei compensi dei cosiddetti working super-rich, ossia individui che traggono la loro ricchezza non dai rendimenti del capitale ma da compensi da lavoro stellari48. Il mercato, dunque, è un luogo dove si sono formate e si formano disuguaglianze che lo Stato fatica sempre più a stemperare tramite la sua azione redistributiva49. Nelle prossime sezioni si riporteranno le evidenze empiriche relative all’andamento della disuguaglianza in 5 paesi dell’Unione Europea, a partire dal 2007. Verrà comparata l’evoluzione di alcuni indici di disuguaglianza calcolati prima sui redditi lordi e poi sui redditi disponibili, così da poter valutare anche le differenze nell’azione redistributiva operata dall’intervento pubblico in ciascun paese.File | Dimensione | Formato | |
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