Il lavoro esplorativo condotto negli anni nell’area del Ludus Magnus ha restituito alla città un organismo archeologico trasfigurato, compromesso dall’azione di sovrascrittura intercorsa nei secoli e dalla fisiologica sedimentazione delle quote urbane. L’immagine che ne deriva assume i connotati di un testo in attesa di una traduzione, di una vicenda sì nota agli ambiti scientifici interessati, ma incapace di diffondersi per divenire memoria nell’ immaginario collettivo. L’ “uso pubblico della storia” è questione assai complessa e largamente affrontata all’interno del dibattito tra archeologia e città, non è questa la sede per argomentare le questioni che fanno da premessa a questa ricerca , ma è bene sottolineare che la diffusione dei risultati dell’indagine storico-archeologica, oltre ad essere obiettivo essenziale, è strumento imprescindibile per indurre una consapevolezza collettiva del patrimonio storico-culturale al quale apparteniamo. Renderne leggibili i valori sottrae la rovina al mondo della materia (intesa come elemento costitutivo della costruzione) e la proietta in un immaginario parallelo fatto di vita, di memorie imprigionate nei lacerti di murature, di storie in attesa di essere trascritte. La conoscenza altresì genera senso di appartenenza alla storia e la comprensione di ciò che ci ha preceduto ci proietta inequivocabilmente nel futuro, garantendo la memoria e la trasmissibilità di quei valori che riconosciamo essere atto fondativo della nostra società. In tal senso, il lavoro svolto in questa ricerca mira a stabilire un quadro strategico d’intervento nell’ambito della città dei Fori e Colosseo, utilizzando il progetto per l’archeologia (nel senso più inclusivo lo si intenda) come strumento unico d’indagine e come atto generoso di restituzione delle permanenze storiche alla realtà urbana. È proprio nello scarto che si genera tra l’archeologia e la città contemporanea che il progetto trova il suo spazio di riflessione, assimila il contributo specifico dell’indagine archeologica e tenta di stabilire un rapporto di coesistenza tra il nuovo e l’antico.
Il museo multimediale del Ludus Magnus. Racconti di archeologia / Parisella, Andrea. - (2021), pp. 139-143.
Il museo multimediale del Ludus Magnus. Racconti di archeologia
Andrea Parisella
Primo
2021
Abstract
Il lavoro esplorativo condotto negli anni nell’area del Ludus Magnus ha restituito alla città un organismo archeologico trasfigurato, compromesso dall’azione di sovrascrittura intercorsa nei secoli e dalla fisiologica sedimentazione delle quote urbane. L’immagine che ne deriva assume i connotati di un testo in attesa di una traduzione, di una vicenda sì nota agli ambiti scientifici interessati, ma incapace di diffondersi per divenire memoria nell’ immaginario collettivo. L’ “uso pubblico della storia” è questione assai complessa e largamente affrontata all’interno del dibattito tra archeologia e città, non è questa la sede per argomentare le questioni che fanno da premessa a questa ricerca , ma è bene sottolineare che la diffusione dei risultati dell’indagine storico-archeologica, oltre ad essere obiettivo essenziale, è strumento imprescindibile per indurre una consapevolezza collettiva del patrimonio storico-culturale al quale apparteniamo. Renderne leggibili i valori sottrae la rovina al mondo della materia (intesa come elemento costitutivo della costruzione) e la proietta in un immaginario parallelo fatto di vita, di memorie imprigionate nei lacerti di murature, di storie in attesa di essere trascritte. La conoscenza altresì genera senso di appartenenza alla storia e la comprensione di ciò che ci ha preceduto ci proietta inequivocabilmente nel futuro, garantendo la memoria e la trasmissibilità di quei valori che riconosciamo essere atto fondativo della nostra società. In tal senso, il lavoro svolto in questa ricerca mira a stabilire un quadro strategico d’intervento nell’ambito della città dei Fori e Colosseo, utilizzando il progetto per l’archeologia (nel senso più inclusivo lo si intenda) come strumento unico d’indagine e come atto generoso di restituzione delle permanenze storiche alla realtà urbana. È proprio nello scarto che si genera tra l’archeologia e la città contemporanea che il progetto trova il suo spazio di riflessione, assimila il contributo specifico dell’indagine archeologica e tenta di stabilire un rapporto di coesistenza tra il nuovo e l’antico.File | Dimensione | Formato | |
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