Il volume raccoglie e discute le interpretazioni dei principali risultati di una ricerca sociologica – a cui hanno partecipato, nella fase del lockdown, quasi quindicimila persone – su come l’emergenza Covid-19 abbia trasformato gli stili di vita, le relazioni sociali e le aspettative degli italiani. La pandemia ha plasticamente reso evidente come l’origine e la produzione dei rischi, a differenza che nel passato, non sono imputabili a cause esterne, ma rimangono interni alla società stessa; e che gli stati di emergenza sono ormai la norma piuttosto che l’eccezione. La comparsa “regolare” di malattie a tendenza epidemica – dalla Sars all’influenza aviaria alle febbri emorragiche tipo Ebola – così come la regolarità di incidenti da sostanze chimiche tossiche fino ai disastri ambientali e ai cambiamenti climatici, rimettono al centro dello spazio e del dibattito pubblico la riflessione sociologica sulle conseguenze inaspettate dell’azione, soprattutto quelle prodotte da attori collettivi come le aziende multinazionali. La moltiplicazione industriale dei rischi costruiti, se da un lato mette in questione l’idea stessa che i rischi si possano controllare attraverso procedure tecnico-scientifiche, dall’altro indebolisce le nozioni tipicamente moderne di previsione e di sapere esperto. Nella società catastrofica, di cui l’emergenza Covid-19 rappresenta una forma simbolica, l’imprevisto torna ad occupare il centro della scena pubblica, contribuendo ad una ridefinizione sia dell’expertise, sia della decisione politica. Nello spazio globale sospeso, creato dalla pandemia, sia la società che la socialità escono stravolte e sollevano questioni che interrogano gli scienziati sociali.
La società catastrofica. Vita e relazioni sociali ai tempi dell'emergenza Covid-19 / Mauceri, Sergio; Lombardo, Carmelo. - (2020), pp. 1-264.
La società catastrofica. Vita e relazioni sociali ai tempi dell'emergenza Covid-19
Mauceri Sergio;Lombardo Carmelo
2020
Abstract
Il volume raccoglie e discute le interpretazioni dei principali risultati di una ricerca sociologica – a cui hanno partecipato, nella fase del lockdown, quasi quindicimila persone – su come l’emergenza Covid-19 abbia trasformato gli stili di vita, le relazioni sociali e le aspettative degli italiani. La pandemia ha plasticamente reso evidente come l’origine e la produzione dei rischi, a differenza che nel passato, non sono imputabili a cause esterne, ma rimangono interni alla società stessa; e che gli stati di emergenza sono ormai la norma piuttosto che l’eccezione. La comparsa “regolare” di malattie a tendenza epidemica – dalla Sars all’influenza aviaria alle febbri emorragiche tipo Ebola – così come la regolarità di incidenti da sostanze chimiche tossiche fino ai disastri ambientali e ai cambiamenti climatici, rimettono al centro dello spazio e del dibattito pubblico la riflessione sociologica sulle conseguenze inaspettate dell’azione, soprattutto quelle prodotte da attori collettivi come le aziende multinazionali. La moltiplicazione industriale dei rischi costruiti, se da un lato mette in questione l’idea stessa che i rischi si possano controllare attraverso procedure tecnico-scientifiche, dall’altro indebolisce le nozioni tipicamente moderne di previsione e di sapere esperto. Nella società catastrofica, di cui l’emergenza Covid-19 rappresenta una forma simbolica, l’imprevisto torna ad occupare il centro della scena pubblica, contribuendo ad una ridefinizione sia dell’expertise, sia della decisione politica. Nello spazio globale sospeso, creato dalla pandemia, sia la società che la socialità escono stravolte e sollevano questioni che interrogano gli scienziati sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.