Oggi assistiamo ad una normalizzazione a livello mondiale dello spazio dell’abitare offerto dal mercato edilizio, priva di quella spinta ideale che muoveva gli architetti moderni a cercare le forme migliori e più economiche della “casa per tutti”. I processi della globalizzazione hanno fatto perdere la complessità e la ricchezza dei modi di vivere legati ai luoghi e alle culture locali. Dall’altra parte, osservando gli insediamenti informali urbani e periurbani contemporanei, appare chiaro che la cultura spontanea dell’abitare e del convivere ha perso quel filo evolutivo e quel rapporto con il luogo che caratterizzavano gli sviluppi premoderni. Tuttavia, molti caratteri della cultura ereditata si ritrovano sotto traccia nelle abitazioni contemporanee, sia nella conformazione della casa autocostruita dall’abitante per la sua famiglia, sia nell’uso che esso fa dello spazio domestico imposto dal mercato edilizio corrente e negli adattamenti che vi opera. Ci chiediamo come si possano preservare taluni caratteri delle diverse culture abitative e costruttive, come possano essere reinterpretati mettendone in valore alcuni aspetti insuperati (sostenibilità e integrazione ambientale, senso di appartenenza, usi condivisi), e come possano essere innovati introducendo fattori migliorativi e adeguati ai modi di vita, alle esigenze e allo spirito della società contemporanea. Individuando nei contesti marginali e di frontiera, storicamente sottoposti a colonizzazioni socio-economiche e culturali, condizioni maggiormente assimilabili alla situazione globalizzata contemporanea, il caso albanese, pur nella sua limitata estensione geografica, appare particolarmente significativo. Nel contesto più ampio della regione balcanica, l’Albania presenta una cultura dell’abitare molto ricca e consolidata nei secoli, ma che ha subito trasformazioni, cesure, brusche interruzioni, soprattutto in epoca moderna. Si cerca di seguire un filo di continuità, estraendo dalla tradizione passata e più recente, temi compositivi e spaziali idonei all’abitare contemporaneo in Albania. L’indagine su questo caso specifico offre l’occasione per riflettere sul ruolo che può ricoprire la cultura ereditata dell’abitare nel declinare e rendere più articolati i modelli globalizzati che oggi ci vengono imposti dal mercato edilizio, e in cui la gente si riconosce a fatica.
The house next door. Impressions on the history of the Albanian dwelling / Menghini, ANNA BRUNA; Korbi, Marson. - (2021), pp. 379-384.
The house next door. Impressions on the history of the Albanian dwelling
Anna Bruna Menghini;
2021
Abstract
Oggi assistiamo ad una normalizzazione a livello mondiale dello spazio dell’abitare offerto dal mercato edilizio, priva di quella spinta ideale che muoveva gli architetti moderni a cercare le forme migliori e più economiche della “casa per tutti”. I processi della globalizzazione hanno fatto perdere la complessità e la ricchezza dei modi di vivere legati ai luoghi e alle culture locali. Dall’altra parte, osservando gli insediamenti informali urbani e periurbani contemporanei, appare chiaro che la cultura spontanea dell’abitare e del convivere ha perso quel filo evolutivo e quel rapporto con il luogo che caratterizzavano gli sviluppi premoderni. Tuttavia, molti caratteri della cultura ereditata si ritrovano sotto traccia nelle abitazioni contemporanee, sia nella conformazione della casa autocostruita dall’abitante per la sua famiglia, sia nell’uso che esso fa dello spazio domestico imposto dal mercato edilizio corrente e negli adattamenti che vi opera. Ci chiediamo come si possano preservare taluni caratteri delle diverse culture abitative e costruttive, come possano essere reinterpretati mettendone in valore alcuni aspetti insuperati (sostenibilità e integrazione ambientale, senso di appartenenza, usi condivisi), e come possano essere innovati introducendo fattori migliorativi e adeguati ai modi di vita, alle esigenze e allo spirito della società contemporanea. Individuando nei contesti marginali e di frontiera, storicamente sottoposti a colonizzazioni socio-economiche e culturali, condizioni maggiormente assimilabili alla situazione globalizzata contemporanea, il caso albanese, pur nella sua limitata estensione geografica, appare particolarmente significativo. Nel contesto più ampio della regione balcanica, l’Albania presenta una cultura dell’abitare molto ricca e consolidata nei secoli, ma che ha subito trasformazioni, cesure, brusche interruzioni, soprattutto in epoca moderna. Si cerca di seguire un filo di continuità, estraendo dalla tradizione passata e più recente, temi compositivi e spaziali idonei all’abitare contemporaneo in Albania. L’indagine su questo caso specifico offre l’occasione per riflettere sul ruolo che può ricoprire la cultura ereditata dell’abitare nel declinare e rendere più articolati i modelli globalizzati che oggi ci vengono imposti dal mercato edilizio, e in cui la gente si riconosce a fatica.File | Dimensione | Formato | |
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