Many years ago, Adriano Cornoldi outlined a pathway for studies on domestic space, giving them a clear definition. Taken apart, manipulated and interwoven, the spaces of the house are defined through a long history circumscribed by multiple conditions within which the goals were looking for the similar, the dissimilar, and the design. With L’architettura della casa (1988), a landscape of domestic spaces was generated: 100 houses arranged by size with project drawings and compositional considerations demonstrating concretely the manifestation of scientific intentions in the theme of typology and its continuous invention. Starting from the almost vanished discipline experience of Cornoldi, the intentions of this work are placed in a direction of continuity: to determine the act of living in its private and mutable declination through the (re)design of conventional drawings in architectural design (sections, axonometries, exploded views), the planting of an obligatory spatial manifestation (the model) and the tracing of a possible new geography of domesticity. The result is a sort of new Atlas, which testing the “copy” technique, is ultimately original, because able to report interpretations of new spaces always under possible updating, remaining as an open book on the work desk. This attention to domestic space once again highlights what a home can be. A house still as an exercise in reading and rewriting through which measures and declinations are found, a house still as a critical tool in the field of never fully completed dialectics.

Gli studi relativi allo spazio domestico trovano nel percorso delineato ormai molti anni fa da Adriano Cornoldi, una ferma definizione. Scomposizione, manipolazione e tessitura degli spazi della casa sono definiti attraverso una lunga storia circoscritta da molteplici condizioni entro cui cercare il simile, il dissimile e avere per fine il progetto. Con L’architettura della casa (1988), è stato messo in scena un possibile paesaggio dell’abitare domestico: 100 case allineate per scala di rappresentazione, disegni di progetto e considerazioni compositive, hanno reso concreta la manifestazione di intenzioni scientifiche nel tema della tipologia e della sua continua invenzione. A partire dall’esperienza disciplinare quasi scomparsa del Cornoldi, le intenzioni di questo lavoro si pongono in una direzione di continuità: determinare l’atto dell’abitare nella sua declinazione privata e mutabile attraverso il (re)disegno degli elaborati convenzionali nel progetto di Architettura (sezioni, assonometrie, esplosi), l’approdo ad una manifestazione spaziale obbligata (il modello) e il tracciare una possibile nuova geografia della domesticità. Ne nasce così una sorta di nuovo Atlante, che verificando il processo di “copia”, è in definitiva un originale, perché capace di restituire letture di spazi nuovi sempre sotto possibile aggiornamento restando un libro aperto da tenere sul tavolo. Questa attenzione verso lo spazio domestico mette in luce, nuovamente, ciò che una casa può essere. Una casa ancora come esercizio di lettura e riscrittura attraverso cui reperire misure e declinazioni, una casa ancora come strumento critico nel campo di dialettiche mai pienamente concluse.

Hic sunt dracones! Considerazioni sul senso di un Atlante. Hic sunt dracones! Considerations about the Meaning of an Atlas / Mucciolo, Laura. - (2022), pp. 32-37.

Hic sunt dracones! Considerazioni sul senso di un Atlante. Hic sunt dracones! Considerations about the Meaning of an Atlas

Laura Mucciolo
2022

Abstract

Many years ago, Adriano Cornoldi outlined a pathway for studies on domestic space, giving them a clear definition. Taken apart, manipulated and interwoven, the spaces of the house are defined through a long history circumscribed by multiple conditions within which the goals were looking for the similar, the dissimilar, and the design. With L’architettura della casa (1988), a landscape of domestic spaces was generated: 100 houses arranged by size with project drawings and compositional considerations demonstrating concretely the manifestation of scientific intentions in the theme of typology and its continuous invention. Starting from the almost vanished discipline experience of Cornoldi, the intentions of this work are placed in a direction of continuity: to determine the act of living in its private and mutable declination through the (re)design of conventional drawings in architectural design (sections, axonometries, exploded views), the planting of an obligatory spatial manifestation (the model) and the tracing of a possible new geography of domesticity. The result is a sort of new Atlas, which testing the “copy” technique, is ultimately original, because able to report interpretations of new spaces always under possible updating, remaining as an open book on the work desk. This attention to domestic space once again highlights what a home can be. A house still as an exercise in reading and rewriting through which measures and declinations are found, a house still as a critical tool in the field of never fully completed dialectics.
2022
30 Case. Atlante possibile 88/18. 30 Houses. A Plausible Atlas 88/18
9788833381565
Gli studi relativi allo spazio domestico trovano nel percorso delineato ormai molti anni fa da Adriano Cornoldi, una ferma definizione. Scomposizione, manipolazione e tessitura degli spazi della casa sono definiti attraverso una lunga storia circoscritta da molteplici condizioni entro cui cercare il simile, il dissimile e avere per fine il progetto. Con L’architettura della casa (1988), è stato messo in scena un possibile paesaggio dell’abitare domestico: 100 case allineate per scala di rappresentazione, disegni di progetto e considerazioni compositive, hanno reso concreta la manifestazione di intenzioni scientifiche nel tema della tipologia e della sua continua invenzione. A partire dall’esperienza disciplinare quasi scomparsa del Cornoldi, le intenzioni di questo lavoro si pongono in una direzione di continuità: determinare l’atto dell’abitare nella sua declinazione privata e mutabile attraverso il (re)disegno degli elaborati convenzionali nel progetto di Architettura (sezioni, assonometrie, esplosi), l’approdo ad una manifestazione spaziale obbligata (il modello) e il tracciare una possibile nuova geografia della domesticità. Ne nasce così una sorta di nuovo Atlante, che verificando il processo di “copia”, è in definitiva un originale, perché capace di restituire letture di spazi nuovi sempre sotto possibile aggiornamento restando un libro aperto da tenere sul tavolo. Questa attenzione verso lo spazio domestico mette in luce, nuovamente, ciò che una casa può essere. Una casa ancora come esercizio di lettura e riscrittura attraverso cui reperire misure e declinazioni, una casa ancora come strumento critico nel campo di dialettiche mai pienamente concluse.
Case; domestico; Cornoldi; atlante; Houses; Domesticity; Atlas
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Hic sunt dracones! Considerazioni sul senso di un Atlante. Hic sunt dracones! Considerations about the Meaning of an Atlas / Mucciolo, Laura. - (2022), pp. 32-37.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1605590
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