Se volessimo per un attimo invertire la concezione con cui è solitamente pensata l’architettura, ovvero considerando l’involucro esterno non più come fine ultimo, accumulazione di significati rappresentativi dell’opera, equilibrio e mediazio- ne tra organismi interni e città, bensì come scrigno, astuccio, mantello, come mezzo volto alla protezione di qualcosa di più importante che avviene all’interno, più celato e segreto, in- timo e privato, ricercato e curato nei più minuziosi dettagli, ecco che lo spazio interno, visto sia come entità volumetrica in negativo che come summa di oggetti, invenzioni, elementi di design, assumerebbe nell’opera architettonica un ruolo pri- mario, nonché massima manifestazione materica dello spirito compositivo del progettista.
Tracce di una modernità alternativa. Interni romani 1920-1940 / Lelo, Arda; Schiavo, Antonio. - In: AR MAGAZINE. - 122:(2020), pp. 170-179.
Tracce di una modernità alternativa. Interni romani 1920-1940
Antonio Schiavo
2020
Abstract
Se volessimo per un attimo invertire la concezione con cui è solitamente pensata l’architettura, ovvero considerando l’involucro esterno non più come fine ultimo, accumulazione di significati rappresentativi dell’opera, equilibrio e mediazio- ne tra organismi interni e città, bensì come scrigno, astuccio, mantello, come mezzo volto alla protezione di qualcosa di più importante che avviene all’interno, più celato e segreto, in- timo e privato, ricercato e curato nei più minuziosi dettagli, ecco che lo spazio interno, visto sia come entità volumetrica in negativo che come summa di oggetti, invenzioni, elementi di design, assumerebbe nell’opera architettonica un ruolo pri- mario, nonché massima manifestazione materica dello spirito compositivo del progettista.File | Dimensione | Formato | |
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