L'8 novembre 1906, con 'Spettri' di Henrik Ibsen, l'attore e regista austriaco Max Reinhardt inaugurava l'attività dei Kammerspiele annessi al suo Deutsches Theater: un palcoscenico 'intimista', destinato alla drammaturgia contemporanea e alla sperimentazione degli artisti scenografi suoi collaboratori. I bozzetti per le scene dell'opera ibseniana, che nelle mani di Otto Brahm (sotto cui Reinhardt si era formato) era stata il vessillo della poetica Naturalista, furono realizzati da Edvard Munch: l'autore dell'Urlo famoso, con cui il pittore aveva visivamente tradotto l'esistenzialismo di ascendenza kierkegaardiana e anticipato le tematiche espressioniste. Convinto che l'interno rappresentasse una quota essenziale di quel 'molto' che in Ibsen sta 'tra' e 'dietro' le parole, e che fosse in grado di simboleggiare l'azione intera, con l'aiuto del pittore norvegese Reinhardt costruì l'intera impalcatura dello spettacolo a partire da spazio, oggetto, colori, luci e loro interrelazioni; superando, senza rinnegarla, la lucida oggettività della regia naturalista, grazie alla coloritura espressiva e simbolica. Rendendo giustizia alla visione di un Ibsen - figlia dell'Impressionismo austriaco, di cui Reinhardt era e resterà uno dei primi esponenti - capace di utilizzare la forma naturalista non per ritrarre la realtà esterna, ma per porla al servizio di un concetto maturato in ambito romantico: la tensione tra Leben e Willen, vita e volontà.

La Stanza degli 'Spettri'. L'opera di Ibsen ai Kammerspiele di Max Reinhardt / Bellavia, Sonia. - (2022), pp. 212-219.

La Stanza degli 'Spettri'. L'opera di Ibsen ai Kammerspiele di Max Reinhardt

Sonia Bellavia
2022

Abstract

L'8 novembre 1906, con 'Spettri' di Henrik Ibsen, l'attore e regista austriaco Max Reinhardt inaugurava l'attività dei Kammerspiele annessi al suo Deutsches Theater: un palcoscenico 'intimista', destinato alla drammaturgia contemporanea e alla sperimentazione degli artisti scenografi suoi collaboratori. I bozzetti per le scene dell'opera ibseniana, che nelle mani di Otto Brahm (sotto cui Reinhardt si era formato) era stata il vessillo della poetica Naturalista, furono realizzati da Edvard Munch: l'autore dell'Urlo famoso, con cui il pittore aveva visivamente tradotto l'esistenzialismo di ascendenza kierkegaardiana e anticipato le tematiche espressioniste. Convinto che l'interno rappresentasse una quota essenziale di quel 'molto' che in Ibsen sta 'tra' e 'dietro' le parole, e che fosse in grado di simboleggiare l'azione intera, con l'aiuto del pittore norvegese Reinhardt costruì l'intera impalcatura dello spettacolo a partire da spazio, oggetto, colori, luci e loro interrelazioni; superando, senza rinnegarla, la lucida oggettività della regia naturalista, grazie alla coloritura espressiva e simbolica. Rendendo giustizia alla visione di un Ibsen - figlia dell'Impressionismo austriaco, di cui Reinhardt era e resterà uno dei primi esponenti - capace di utilizzare la forma naturalista non per ritrarre la realtà esterna, ma per porla al servizio di un concetto maturato in ambito romantico: la tensione tra Leben e Willen, vita e volontà.
2022
Vi metto fra le mani il testo affinché ne possiate diventare voi gli autori. Scritti per Franco Perrelli
978 88 7470 869 7
teatro; regia; Europa
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La Stanza degli 'Spettri'. L'opera di Ibsen ai Kammerspiele di Max Reinhardt / Bellavia, Sonia. - (2022), pp. 212-219.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1603665
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