Behaviours. Diagrammatic Behaviour. Diagram without Diagram

The diagram – a wonderful term for its unique quality of being a 'bridge' among disciplines, a reinforcement between doing and thinking – can be understood as a modus vivendi rather than as a modus operandi. I reached this conclusion after reconsidering the multiple and contradictory interpretations of the diagram in the architectural theories of the second half of the twentieth century, but also after wondering about the unexplored potential of a material that shows diagrammatic properties, a material not generated by and with the diagram, but seemingly emerging from its folds with a 'diagrammatic behaviour'. Therefore, I will use the term diagrammatic to define the behaviour of whoever allows those involuntary gestures, those muscular, bodily, and pre-discursive memories typical of primitive formations or, of the embryonic stages of design, emerge in the creative and performative act, regardless of any techniques and aims.

Il diagramma – magnifico termine dotato della singolare qualità di essere un “ponte” tra le discipline, un’armatura tra il fare e il pensare – più che come modus operandi può intendersi come un modus vivendi. A questa singolare conclusione sono arrivata dopo aver riconsiderato le molteplici e contraddittorie interpretazioni del diagramma nelle teorie architettoniche della seconda metà del Novecento, ma anche dopo essermi interrogata sul potenziale inesplorato di un materiale che mostra “proprietà diagrammatiche”, un materiale non generato da e con il diagramma, ma nelle cui pieghe sembra trasparire un “comportamento diagrammatico”. Definirò pertanto diagrammatico il comportamento di chi, nell’atto creativo e per-formativo, a prescindere dalle tecniche e dalle finalità, lascia affiorare i gesti involontari, le memorie muscolari, corporee e pre-discorsive, tipiche delle formazioni primitive o, se vogliamo, degli stadi embrionali del progetto.