Roma, nella sua stratificazione storica, racchiude importanti architetture di un recente passato che sono state e sono tutt'ora oggetto di un interesse particolare da parte di studiosi che hanno esplorato Ia prima metà del Novecento, ed in particolare gli anni '30, riproponendo all'attenzione opere e protagonisti della vicenda architettonica italiana, alcuni poco noti rna degni di approfondimenti conoscitivi, altri già collocati da tempo nella storia dell'architettura italiana ed internazionale. Tra questi ultimi è collocato Luigi Moretti, di cui nel 2007 ricorre il centenario dalla nascita. Molte le pubblicazioni che in anni recenti sono state edite sulle architetture del Novecento, molti sono gli studi tuttora in atto e indirizzati a descrivere Ia vicenda architettonica del Razionalismo Italiano mettendo in evidenza Ia peculiarità di quel fenomeno, e con essa Ia negazione dell'antistoricismo tipico delle coeve architetture europee, cuie attribuibile l'originalità della proposta tipologica e costruttiva nella continuità con Ia storia e Ia cultura italiana. Sergio Poretti, attento osservatore e profondo conoscitore delle vicende architettoniche e costruttive del Novecento in ltalia, a questo proposito osserva «Riguardo all'architettura moderna e contemporanea, le ampie sintesi storico-critiche hanno preceduto Ia ricostruzione degli eventi e l'analisi delle opere. E tuttora, a fronte della insistita e talvolta ripetitiva ricognizione dei più sofisticati risvolti culturali, Ia semplice storia materiale resta pressoché inesplorata. Non fa eccezione Ia vicenda italiana che, dopo essere stata a lungo ignorata, ha polarizzato, e vero, l'attenzione degli storici, rna quasi esclusivamente per le vicissitudini e le controversie che hanno contrassegnato i rapporti tra Ia cultura architettonica e Ia politica del fascismo. Tant'è che, nonostante Ia proliferazione degli studi, il vasto patrimonio realizzato nel periodo tra le due guerre e poco conosciuto nei suoi caratteri intrinseci, come inequivocabilmente emerge ad ogni occasione d'intervento per Ia conservazione e il riutilizzo delle opere. Facile dunque prevedere, ed è anche auspicabile, lo sviluppo di una nuova fase nella storicizzazione dell'architettura contemporanea nella quale, come accade per i periodi di più consolidata tradizione storiografica, Ia ricostruzione storica, pur non rinunciando a interpretazioni del quadro globale, assuma tuttavia Ia forma di un processo di accumulazione di conoscenze continuo, collettivo, plurale, articolato, che venga man mano arricchendosi anche con l'apporto di competenze specialistiche diversificate. Tra le architetture romane del Novecento di Moretti, spicca tra le altre, Ia Casa del Balilla (poi Casa della Gioventù ltaliana del Littorio); opera importante per l'innovazione tipologica che Ia connotava, per l'eleganza della composizione d'insieme, per Ia raffinatezza di alcune soluzioni costruttive e i materiali adottati; opera fortemente compromessa, dal momento della cessazione della sua funzione istituzionale con Ia caduta del regime fascista, da un frazionamento di proprietà e di funzioni che hanno occu­ pato l'edificio stravolgendone i caratteri generali e materiali. l'edificio, ancor oggi fortemente disomogeneo e dissonante nell'insieme, è interessato da un primo processo di recupero e valorizzazione che agisce sulla parte di proprietà della Regione Lazio. Questo primo parziale restauro, voluto daii'Assessorato alia Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, non può che essere l'inizio di un'operazione di più vasta portata che dovrebbe poter ricollocare pienamente l'edificio nel tessuto del centro storico di Roma, a svolgere una funzione di servizio alia cultura, allo sport ed alla formazione, nuova e più adeguata al mutato contesto politico, sociale, ed economico. La consegna, all'editore, dei testi che compongono questa pubblicazione avviene mentre sono in corso lavori di recupero e restauro di alcune importanti parti dell'edificio di Luigi Moretti destinate ad essere, dal 1933, Ia Casa del Balilla nel rione Trastevere a Roma. L'uscita dellibro coincide con l'allestimento di una mostra dei disegni di progetto per Ia Casa della ONB conservati presso I'ACS. La mostra, voluta dalla Regione Lazio e dall'ACS, costituisce uno degli eventi connessi alle celebrazioni del centenario della nascita dell'architetto. I saggi raccolti in questo volume, pensati e sviluppati quando ancora le condizioni di alcuni spettacolari spazi interni all'edificio erano fortemente compromesse per Ia presenza di occlusioni che mortificavano Ia percezione della interdipendenza e il fluire di uno spazio nell'altro, vogliono costituire altrettanti momenti di riflessione su alcune proprietà, o valori, posseduti da quell'architettura e che possono essere in grado di innescare e guidare le successive auspicate fasi di un compiuto restauro generale. Lo scopo del lavoro, inserito in un più generale ambito di ricerche incentrate sulle architetture del Novecento in Roma condotte, già da tempo, da gran parte degli autori dei saggi, non è stato tanto quello di descrivere analiticamente e compiutamente l'edificio nei suoi caratteri specifici, operazione già condotta in monografie di altri autori, quanto piuttosto di ripresentare, quasi in forma metodologicamente generalizzabile, alcuni punti fermi che possono costituire principi cui ancorare le scelte progettuali. Se uno dei valori generali di un'architettura risiede nel modo in cui le sue spazialità sono interpretate e risolte dal progettista, per renderle adeguate a chi in quell'architettura dovrà vivere, e doveroso porre l'accento sul fatto che quelle spazialità, qualora risultino compromesse da una sconsiderata utilizzazione meramente quantitativa degli spazi, comprensibile ma non altrettanto giustificabile se non all'interno di uno "stato di necessità" possono essere reinterpretate e ricondotte al valore iniziale solo attraverso un progetto/processo di recupero che affronti globalmente e strutturalmente i termini della questione dell'intervento di restauro. In questa senso, affrontare strutturalmente un progetto di restauro non significa risolvere problemi di stabilità quanto piuttosto comprendere i nessi, le relazioni tra gli spazi, le loro gerarchie e i ruoli protagonisti o subordinati che ad essi sono stati attribuiti dal progettista. Saper scorgere in un'architettura Ia forza delle connessioni che trasformano una molteplicità di ambienti in un insieme organico, in cui ogni elemento è subordinato all'altro e trova nell'altro Ia sua giustificazione ad esistere; saper ugualmente individuare le forze delle connessioni fisiche tra gli elementi della costruzione ed il senso della loro presenza, indubbiamente determinate dalle tecniche e materiali disponibili all'atto della realizzazione, non può che fornire adatti strumenti conoscitivi per procedere correttamente al reinserimento di un'architettura in un nuovo circuito d'uso e di funzioni, che possono anche essere ovviamente non più coincidenti con quelle originali, ma che devono essere compatibili e sostenibili dall'organismo senza tradirne l'identità. Molti i saggi che compongono questa volume: dal segnale dell'interesse delle istituzioni regionali apportato da Luigi Prisco e Federica Galloni, all'elegante contributo di Antonella Greco a quello metodologicamente incisivo di Giovanni Carbonara; dalle riflessioni su alcuni caratteri generali dell'edificio di Trastevere, condotte oltre che da chi scrive, da Cesira Paolini e da Edoardo Currà; dalle note su alcuni aspetti e ruoli dei percorsi verticali stilate da Marina Pugnaletto alle indagini per l'individuazione dell'opera di Mafai eseguite da Cecilia Bernardini e alla presentazione di Nicoletta Cardano sulla scultura di Marcello Mondazzi, collocata all'interno proprio in questi giorni. Conclude il volume un interessantissimo e originale contributo sulla documentazione di foto e progetti giacenti preso I'Archivio Centrale della Stato, reso possibile dalla disponibilità del Soprintendente Aldo G. Ricci e curato da Flavia Lorello in forma di agile catalogo dei disegni di progetto di Luigi Moretti. (F. Storelli)

Note sui percorsi verticali / Pugnaletto, Marina. - STAMPA. - 1(2007), pp. 88-103.

Note sui percorsi verticali

PUGNALETTO, Marina
2007

Abstract

Roma, nella sua stratificazione storica, racchiude importanti architetture di un recente passato che sono state e sono tutt'ora oggetto di un interesse particolare da parte di studiosi che hanno esplorato Ia prima metà del Novecento, ed in particolare gli anni '30, riproponendo all'attenzione opere e protagonisti della vicenda architettonica italiana, alcuni poco noti rna degni di approfondimenti conoscitivi, altri già collocati da tempo nella storia dell'architettura italiana ed internazionale. Tra questi ultimi è collocato Luigi Moretti, di cui nel 2007 ricorre il centenario dalla nascita. Molte le pubblicazioni che in anni recenti sono state edite sulle architetture del Novecento, molti sono gli studi tuttora in atto e indirizzati a descrivere Ia vicenda architettonica del Razionalismo Italiano mettendo in evidenza Ia peculiarità di quel fenomeno, e con essa Ia negazione dell'antistoricismo tipico delle coeve architetture europee, cuie attribuibile l'originalità della proposta tipologica e costruttiva nella continuità con Ia storia e Ia cultura italiana. Sergio Poretti, attento osservatore e profondo conoscitore delle vicende architettoniche e costruttive del Novecento in ltalia, a questo proposito osserva «Riguardo all'architettura moderna e contemporanea, le ampie sintesi storico-critiche hanno preceduto Ia ricostruzione degli eventi e l'analisi delle opere. E tuttora, a fronte della insistita e talvolta ripetitiva ricognizione dei più sofisticati risvolti culturali, Ia semplice storia materiale resta pressoché inesplorata. Non fa eccezione Ia vicenda italiana che, dopo essere stata a lungo ignorata, ha polarizzato, e vero, l'attenzione degli storici, rna quasi esclusivamente per le vicissitudini e le controversie che hanno contrassegnato i rapporti tra Ia cultura architettonica e Ia politica del fascismo. Tant'è che, nonostante Ia proliferazione degli studi, il vasto patrimonio realizzato nel periodo tra le due guerre e poco conosciuto nei suoi caratteri intrinseci, come inequivocabilmente emerge ad ogni occasione d'intervento per Ia conservazione e il riutilizzo delle opere. Facile dunque prevedere, ed è anche auspicabile, lo sviluppo di una nuova fase nella storicizzazione dell'architettura contemporanea nella quale, come accade per i periodi di più consolidata tradizione storiografica, Ia ricostruzione storica, pur non rinunciando a interpretazioni del quadro globale, assuma tuttavia Ia forma di un processo di accumulazione di conoscenze continuo, collettivo, plurale, articolato, che venga man mano arricchendosi anche con l'apporto di competenze specialistiche diversificate. Tra le architetture romane del Novecento di Moretti, spicca tra le altre, Ia Casa del Balilla (poi Casa della Gioventù ltaliana del Littorio); opera importante per l'innovazione tipologica che Ia connotava, per l'eleganza della composizione d'insieme, per Ia raffinatezza di alcune soluzioni costruttive e i materiali adottati; opera fortemente compromessa, dal momento della cessazione della sua funzione istituzionale con Ia caduta del regime fascista, da un frazionamento di proprietà e di funzioni che hanno occu­ pato l'edificio stravolgendone i caratteri generali e materiali. l'edificio, ancor oggi fortemente disomogeneo e dissonante nell'insieme, è interessato da un primo processo di recupero e valorizzazione che agisce sulla parte di proprietà della Regione Lazio. Questo primo parziale restauro, voluto daii'Assessorato alia Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, non può che essere l'inizio di un'operazione di più vasta portata che dovrebbe poter ricollocare pienamente l'edificio nel tessuto del centro storico di Roma, a svolgere una funzione di servizio alia cultura, allo sport ed alla formazione, nuova e più adeguata al mutato contesto politico, sociale, ed economico. La consegna, all'editore, dei testi che compongono questa pubblicazione avviene mentre sono in corso lavori di recupero e restauro di alcune importanti parti dell'edificio di Luigi Moretti destinate ad essere, dal 1933, Ia Casa del Balilla nel rione Trastevere a Roma. L'uscita dellibro coincide con l'allestimento di una mostra dei disegni di progetto per Ia Casa della ONB conservati presso I'ACS. La mostra, voluta dalla Regione Lazio e dall'ACS, costituisce uno degli eventi connessi alle celebrazioni del centenario della nascita dell'architetto. I saggi raccolti in questo volume, pensati e sviluppati quando ancora le condizioni di alcuni spettacolari spazi interni all'edificio erano fortemente compromesse per Ia presenza di occlusioni che mortificavano Ia percezione della interdipendenza e il fluire di uno spazio nell'altro, vogliono costituire altrettanti momenti di riflessione su alcune proprietà, o valori, posseduti da quell'architettura e che possono essere in grado di innescare e guidare le successive auspicate fasi di un compiuto restauro generale. Lo scopo del lavoro, inserito in un più generale ambito di ricerche incentrate sulle architetture del Novecento in Roma condotte, già da tempo, da gran parte degli autori dei saggi, non è stato tanto quello di descrivere analiticamente e compiutamente l'edificio nei suoi caratteri specifici, operazione già condotta in monografie di altri autori, quanto piuttosto di ripresentare, quasi in forma metodologicamente generalizzabile, alcuni punti fermi che possono costituire principi cui ancorare le scelte progettuali. Se uno dei valori generali di un'architettura risiede nel modo in cui le sue spazialità sono interpretate e risolte dal progettista, per renderle adeguate a chi in quell'architettura dovrà vivere, e doveroso porre l'accento sul fatto che quelle spazialità, qualora risultino compromesse da una sconsiderata utilizzazione meramente quantitativa degli spazi, comprensibile ma non altrettanto giustificabile se non all'interno di uno "stato di necessità" possono essere reinterpretate e ricondotte al valore iniziale solo attraverso un progetto/processo di recupero che affronti globalmente e strutturalmente i termini della questione dell'intervento di restauro. In questa senso, affrontare strutturalmente un progetto di restauro non significa risolvere problemi di stabilità quanto piuttosto comprendere i nessi, le relazioni tra gli spazi, le loro gerarchie e i ruoli protagonisti o subordinati che ad essi sono stati attribuiti dal progettista. Saper scorgere in un'architettura Ia forza delle connessioni che trasformano una molteplicità di ambienti in un insieme organico, in cui ogni elemento è subordinato all'altro e trova nell'altro Ia sua giustificazione ad esistere; saper ugualmente individuare le forze delle connessioni fisiche tra gli elementi della costruzione ed il senso della loro presenza, indubbiamente determinate dalle tecniche e materiali disponibili all'atto della realizzazione, non può che fornire adatti strumenti conoscitivi per procedere correttamente al reinserimento di un'architettura in un nuovo circuito d'uso e di funzioni, che possono anche essere ovviamente non più coincidenti con quelle originali, ma che devono essere compatibili e sostenibili dall'organismo senza tradirne l'identità. Molti i saggi che compongono questa volume: dal segnale dell'interesse delle istituzioni regionali apportato da Luigi Prisco e Federica Galloni, all'elegante contributo di Antonella Greco a quello metodologicamente incisivo di Giovanni Carbonara; dalle riflessioni su alcuni caratteri generali dell'edificio di Trastevere, condotte oltre che da chi scrive, da Cesira Paolini e da Edoardo Currà; dalle note su alcuni aspetti e ruoli dei percorsi verticali stilate da Marina Pugnaletto alle indagini per l'individuazione dell'opera di Mafai eseguite da Cecilia Bernardini e alla presentazione di Nicoletta Cardano sulla scultura di Marcello Mondazzi, collocata all'interno proprio in questi giorni. Conclude il volume un interessantissimo e originale contributo sulla documentazione di foto e progetti giacenti preso I'Archivio Centrale della Stato, reso possibile dalla disponibilità del Soprintendente Aldo G. Ricci e curato da Flavia Lorello in forma di agile catalogo dei disegni di progetto di Luigi Moretti. (F. Storelli)
2007
Le architetture del Novecento a Roma - La Casa della GIL di Luigi Moretti - Contributi per un restauro
9788860600776
architettura; recupero; costruzione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Note sui percorsi verticali / Pugnaletto, Marina. - STAMPA. - 1(2007), pp. 88-103.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/159768
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact