Le polarità della ricerca sono individuabili nel proposito di evidenziare i riferimenti che connettono principi dottrinari e operatività. Ciò che può essere garantito entro un sistema conoscitivo articolato nel quale individuare i vari livelli di approccio e affinamento del processo interpretativo; una procedura complessa, insita nel percorso storico, capace di distinguere le fasi, gli interventi, i momenti significativi. Peraltro, se è innegabile che siano i dati di partenza – materiali e tematici – a condizionare gli esiti conoscitivi, risulta oggi largamente consolidata la convinzione che sia proprio questo patrimonio ad indicare «i modi dell’intervento» e suggerirne «i principî» che lo sostanziano. Ciò significa definire i ‘mezzi’ della “conoscenza oggettiva” e quelli della “conoscenza critica” indispensabili a delineare tanto più correttamente il passaggio tra le due azioni: da una parte i campi d’indagine e di comprensione, dall’altra le aree propositive della sintesi operativa. Di fatto, in ambito architettonico, i principî filologici trovano maggiore difficoltà di applicazione; essi presentano caratteri particolarmente complessi, resi più complicati dall’interdisciplinarietà che domina tutto il campo d’azione, dove la filologia – strumento indispensabile della critica – di volta in volta, insegue esiti di ‘pieno, intendimento’ dell’opera. Risulta quindi evidente come l’accostamento conoscenza-storia-restauro determini una pluralità di proposizioni che si estrinsecano nelle imprese più disparate. In questo senso, se l’obiettivo è la ricerca del “testo autentico”, si tratta di rendere accettabili, i modi dell’”innovazione” con i limiti della “permanenza”; ciò, attraverso il massimo rispetto delle consistenze ereditate, senza escludere azioni nuove, comunque finalizzate agli interessi dell’opera.
A proposito di filologia e restauro: quale mediazione? / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - (2005), pp. 224-238.
A proposito di filologia e restauro: quale mediazione?
SETTE, Maria Piera
2005
Abstract
Le polarità della ricerca sono individuabili nel proposito di evidenziare i riferimenti che connettono principi dottrinari e operatività. Ciò che può essere garantito entro un sistema conoscitivo articolato nel quale individuare i vari livelli di approccio e affinamento del processo interpretativo; una procedura complessa, insita nel percorso storico, capace di distinguere le fasi, gli interventi, i momenti significativi. Peraltro, se è innegabile che siano i dati di partenza – materiali e tematici – a condizionare gli esiti conoscitivi, risulta oggi largamente consolidata la convinzione che sia proprio questo patrimonio ad indicare «i modi dell’intervento» e suggerirne «i principî» che lo sostanziano. Ciò significa definire i ‘mezzi’ della “conoscenza oggettiva” e quelli della “conoscenza critica” indispensabili a delineare tanto più correttamente il passaggio tra le due azioni: da una parte i campi d’indagine e di comprensione, dall’altra le aree propositive della sintesi operativa. Di fatto, in ambito architettonico, i principî filologici trovano maggiore difficoltà di applicazione; essi presentano caratteri particolarmente complessi, resi più complicati dall’interdisciplinarietà che domina tutto il campo d’azione, dove la filologia – strumento indispensabile della critica – di volta in volta, insegue esiti di ‘pieno, intendimento’ dell’opera. Risulta quindi evidente come l’accostamento conoscenza-storia-restauro determini una pluralità di proposizioni che si estrinsecano nelle imprese più disparate. In questo senso, se l’obiettivo è la ricerca del “testo autentico”, si tratta di rendere accettabili, i modi dell’”innovazione” con i limiti della “permanenza”; ciò, attraverso il massimo rispetto delle consistenze ereditate, senza escludere azioni nuove, comunque finalizzate agli interessi dell’opera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.