Between 1954 and 1967 Achille and Pier Giacomo Castiglioni created memorable installations that staged all the narrative power of space, doing it with a capacity for synthesis focused on the sensorial relationship with the observer. It is not the objects that speak, but the spatial dimension with the simple and powerful tools through which space becomes a master: scale, time, light. The Castiglioni devise proper compositional paradigms conceived to project the visitor into a total experience leading to transform himself from a simple observer into a traveler of spatial concepts to be experienced physically and sensibly. These rooms constitute for the designers a sort of spatial gym that highlights the constituent parameters of space and the registers enabling perceptive reactions. It is about the control of measure and proportion, also in an illusory and unsettling key, of the sequencing and therefore of the dynamic and temporal dimension of space, of the control of light and its ability to construct and define areas and intensity. The Castiglioni are not interested in the construction of a language, but in the synthesis of its irreducible components with which every project must measure itself. The progress of this synthesis brings about a growing rarefaction of the elements at stake, up to the absolute protagonism of the void, of the Montedison Pavilion of 1967.

Tra il 1954 e il 1967 Achille e Pier Giacomo Castiglioni realizzano memorabili allestimenti che mettono in scena tutta la potenza narrativa dello spazio, con una capacità di sintesi focalizzata sul rapporto sensoriale con l’osservatore. Non sono gli oggetti a parlare ma la dimensione spaziale, con gli strumenti semplici e potenti con cui lo spazio si fa maestro: scala, tempo, luce. I Castiglioni mettono a punto veri e propri paradigmi compositivi concepiti per trasformare il visitatore in viaggiatore di concetti spaziali, di cui fare esperienza fisica e sensoriale. Questi ambienti costituiscono per i progettisti una sorta di palestra spaziale che mette in evidenza i parametri costituitivi dello spazio e i registri su cui attivare reazioni percettive. Si tratta del controllo della misura e della proporzione, anche in chiave illusoria e spiazzante, della messa in sequenza e quindi della dimensione dinamica e temporale dello spazio, del controllo della luce e della sua capacità di costruire e definire ambiti e intensità. I Castiglioni non sono interessati alla costruzione di un linguaggio, ma alla sintesi dei suoi componenti irriducibili con cui deve misurarsi ogni progetto. Il progresso di questa sintesi attua una crescente rarefazione degli elementi in gioco, fino al protagonismo assolutodel vuoto, nel Padiglione Montedison del 1967.

Doing ever more with ever less. Narrative space in the installations by Achille and Pier Giacomo Castiglioni. Fare sempre di più con sempre di meno. Lo spazio narratore negli allestimenti di Achille e Pier Giacomo Castiglioni / Lambertucci, F.. - (2021), pp. 148-161.

Doing ever more with ever less. Narrative space in the installations by Achille and Pier Giacomo Castiglioni. Fare sempre di più con sempre di meno. Lo spazio narratore negli allestimenti di Achille e Pier Giacomo Castiglioni

F. Lambertucci
2021

Abstract

Between 1954 and 1967 Achille and Pier Giacomo Castiglioni created memorable installations that staged all the narrative power of space, doing it with a capacity for synthesis focused on the sensorial relationship with the observer. It is not the objects that speak, but the spatial dimension with the simple and powerful tools through which space becomes a master: scale, time, light. The Castiglioni devise proper compositional paradigms conceived to project the visitor into a total experience leading to transform himself from a simple observer into a traveler of spatial concepts to be experienced physically and sensibly. These rooms constitute for the designers a sort of spatial gym that highlights the constituent parameters of space and the registers enabling perceptive reactions. It is about the control of measure and proportion, also in an illusory and unsettling key, of the sequencing and therefore of the dynamic and temporal dimension of space, of the control of light and its ability to construct and define areas and intensity. The Castiglioni are not interested in the construction of a language, but in the synthesis of its irreducible components with which every project must measure itself. The progress of this synthesis brings about a growing rarefaction of the elements at stake, up to the absolute protagonism of the void, of the Montedison Pavilion of 1967.
2021
Instalaciones artísticas: análisis espacial y escenográfico. Art installations: spacial and scenographic analysis.
978-84-1320-168-9
Tra il 1954 e il 1967 Achille e Pier Giacomo Castiglioni realizzano memorabili allestimenti che mettono in scena tutta la potenza narrativa dello spazio, con una capacità di sintesi focalizzata sul rapporto sensoriale con l’osservatore. Non sono gli oggetti a parlare ma la dimensione spaziale, con gli strumenti semplici e potenti con cui lo spazio si fa maestro: scala, tempo, luce. I Castiglioni mettono a punto veri e propri paradigmi compositivi concepiti per trasformare il visitatore in viaggiatore di concetti spaziali, di cui fare esperienza fisica e sensoriale. Questi ambienti costituiscono per i progettisti una sorta di palestra spaziale che mette in evidenza i parametri costituitivi dello spazio e i registri su cui attivare reazioni percettive. Si tratta del controllo della misura e della proporzione, anche in chiave illusoria e spiazzante, della messa in sequenza e quindi della dimensione dinamica e temporale dello spazio, del controllo della luce e della sua capacità di costruire e definire ambiti e intensità. I Castiglioni non sono interessati alla costruzione di un linguaggio, ma alla sintesi dei suoi componenti irriducibili con cui deve misurarsi ogni progetto. Il progresso di questa sintesi attua una crescente rarefazione degli elementi in gioco, fino al protagonismo assolutodel vuoto, nel Padiglione Montedison del 1967.
Castiglioni; narrazione; atmosfera; sequenza; Exhibit design; vuoto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Doing ever more with ever less. Narrative space in the installations by Achille and Pier Giacomo Castiglioni. Fare sempre di più con sempre di meno. Lo spazio narratore negli allestimenti di Achille e Pier Giacomo Castiglioni / Lambertucci, F.. - (2021), pp. 148-161.
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